Valencia, España Otra Vez I
Ritorna a grande richiesta un bel weekend di break dalla solita routine del lavoro. Anche questa volta, si torna nel Paese nostro fratello gemello, la Spagna: destinazione, Valencia. Ho la fortuna di poter andare a trovare un vecchio amico che ora vive lì, con un bel volo low-cost della Ryanair. Le partenze per Valencia sono particolarmente vantaggiose, visto che ci si imbarca alle 19.20, praticamente con tutta comodità dopo il lavoro; e si atterra in tarda serata, pronti per una notte di folies scandal giallo-rosse :-) Davanti a me, nella fila per l'imbarco, c'è un bel manzo di 1.90, castano, palestratello quanto basta... Parla poco, con un italiano un po' stentato, ma si capisce subito che è spagnolo... cominciamo proprio bene! Più avanti nella fila, un vecchiaccio cafone, apparentemente napoletano, che con 200 valigie a seguito, si lamenta di aver dovuto pagare una sovrattassa per eccesso di bagaglio e minaccia di denunciare la Ryanair... Proprio vero che noi Italiani siamo unici al mondo, per fortuna! Allo sbarco a Valencia, già si respira un'aria tutta diversa, sarà l'impressione, ma la temperatura è quasi estiva, il cielo limpido, la gente tranquilla e rilassata, le strade costeggiate di enormi alberi di palma e il parco, che corre lungo tutto il vecchio letto del fiume Turia, ricoperto ora di aranceti a perdita d'occhio... Benvenuti in Spagna! Scendo con la metro alla stazione di Alameda e trovo già lì, ad aspettarmi, la prima meraviglia architettonica della città: il ponte di Calatrava, con il suo arco ed i suoi tensori a tagliare l'orizzonte con stupendi effetti di luce. Sarà che il mio amico abita a pochi passi dal porto, ma seguendo la grande via di scorrimento dell'Avinguda del Port, sembra di essere in una città di villeggiatura estiva... quasi quasi avrei fatto meglio a portare il costume da bagno! Prima di farsi trascinare dalla frenetica vita notturna di Valencia, facciamo subito un salto ad una delle attrazioni da non perdere: la Ciudad de las Ciencias, un complesso architettonico visionario, a contorno di uno specchio d'acqua artificiale, color smeraldo. L'edificio futurista del teatro cittadino, il Museo de las Ciencias e l'Hemisferic si stagliano orgogliosi in questo isolotto ricavato dal letto del vecchio fiume Turia. Di notte, le luci lo rendono ancora più mirabile. A questo punto, puntiamo al centro, in particolare al Barrio del Carme, cuore vitale della notte valenciana. Prendiamo un taxi, visto che la metro è già terminata (cosa abbastanza insolita per un posto così e considerato che siamo anche al weekend... bah...). Fortuna che i taxi costano quasi quanto in un paese in via di sviluppo! Praticamente viaggiamo gratis!!! Ci facciamo lasciare alle Torres de Serranos, uno dei vecchi accessi alle mura interne della città e ci dirigiamo a piedi verso la Catedral del Santo Cáliz, dove nientemeno si narra che sia conservato (una copia del) Santo Gral... Follie per turisti... Dalla Cattedrale si diramano varie stradine affollatissime di Italiani (dalle 21 a mezzanotte) e di Spagnoli (dall'1 alla mattina successiva, visto che, si sa, in Spagna è come se ci fosse il fuso orario...). Calle de Caballeros è una di queste, che ti porta direttamente ai principali locali notturni. Dalla parte opposta, invece, si aprono le vetrine del Café de la Seu e del Café de las Horas, due mete imperdibili per vivere la Valencia gay, prima che comincino le serate in disco. La prima notte ci lasciamo travolgere semplicemente dalla folla e, seguendo una Drag Queen vestita da albero di natale con tante palline colorate sulla campana della gonna, ci facciamo consigliare una buona disco per completare in bellezza la nostra giornata. Proprio di fronte a noi, la Disco Venial comincia a popolarsi di bei manzetti. La cosa triste di Valencia, unico neo di questa città meravigliosa, è che, come spesso anche in altri posti della Spagna, non sono in grado di fare un buon Negroni, neppure seguendo le istruzioni... Pazienza, si andrà avanti a suon di Cuba-Libre, poco male... :-) Cocktails a parte, il mio amico (ufficialmente etero) deve essersi già ambientato molto bene in questo locale, oppure dev'essere il gaydar di noi omosessuali che colpisce ancora: in un modo o nell'altro, appena gli avventori della disco annusano la presenza di un maschio etero, le antenne si drizzano e tutte le attenzioni sono puntate su di lui e non lo mollano più... Un incipit un po' traumatico, per la sua prima serata gay!!! Si quieres ver las fotos de esto viaje, disfruta la galeria online! |

































No comments:
Post a Comment