Citatio diei
Ecco un pensiero profondissimo di un grande bastardo, uno scrittore controverso, dalla vita sregolata e sconquassata... l'Esteta per definizione: Oscar Wilde.

Quanto sono fortunati gli attori!
Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia, o nella commedia,
se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime;
non così nella vita vissuta.

La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti,
per le quali non hanno alcuna inclinazione.
Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono male distribuite.

L'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria;
dategli un maschera e vi dirà la verità.

Oscar Wilde - Aforismi

Friend Test
Ricordo, a chi ancora non lo avesse fatto (bastardi!!!), che e' di vitale importanza per la vostra sopravvivenza fisica, psichica e morale, compilare il mio magnificissimo
FrocioNotizie
Monday, May 4, 2009

The Big End - Schlöss Schönbrunn



E visto che sono stanco morto e quasi non riesco più a camminare, con le ginocchia che si rifiutano di piegarsi ancora... quale sarà l'ultima degna tappa del nostro viaggio a Vienna? Lo Schlöss Schönbrunn ([shlòss shòbrun]), mille milioni di metri quadri di palazzi e giardini per correre e passeggiare!!! Praticamente, il colpo di grazia!

Quando esci dalla Metro dello Schönbrunn e percorri quel mezzo kilometro del viale del palazzo per raggiungere l'ingresso, ti si apre davanti agli occhi uno spazio sconfinato dominato, a destra, da quattro statue di donne-cavallo e di leoni, che ti accompagnano all'ingresso monumentale del palazzo; e a sinistra, due obelischi sovrastati di aquile dorate che delimitano la cancellata dell'ingresso principale.

Sullo sfondo delle colonne, la facciata del palazzo, con quel colore caratteristico, tanto amato dalla Principessa Sissi, e da quel momento chiamato giallo Schönbrunn. Tra il cancello e la facciata del palazzo si apre uno sconfinato cortile interno, circondato dalle ale dello Schlöss, che ora ospitano il souvenir shop ed il caffè per turisti.

Al palazzo si può accedere grazie a due enormi scalinate simmetriche a semicerchio. Oltre l'edificio, si aprono i giardini del palazzo, che non conoscono fine. Sui lati del giardino, una meravigliosa coltivazione di fiori di lavanda, dal profumo inconfondibile e fortissimo. Tra l'altro, questa zona sembra invasa da turisti gay di tutte le provenienze... un posticino niente male!

Al centro del giardino, domina la mastodontica fontana di Nettuno, una cascata monumentale di acqua, attraverso cui si può anche guardare, da dietro, per cogliere una vista del palazzo di fronte molto molto originale!

Il vialetto alberato sulla sinistra della fontana conduce alle rovine romane, un'area archeologica di inestimabile bellezza, recuperata agli originari colori pastello che creano un effetto inedito, persino per chi, come me, di rovine romane ne ha viste e visitate parecchie!

A pochi passi dalle rovine sorge un'altra fontana, "piccola", relativamente a quella di Nettuno, ma pur sempre maestosa, che ha dato tra l'altro nome all'intero palazzo: si chiama Schöner Brunnen, ovvero "Bella Fontana", da cui Schlöss Schönbrunn, appunto.

Oltre la fontana di Nettuno, al culmine di una irta collinetta, sorge la Gloriette, che domina il punto più alto del palazzo. La Gloriette è decorata con finimenti ed iscrizioni dorate ed i due ingressi laterali sono costeggiati da coppie di statue di giganti, davvero molto inquietanti!

Arrivati in cima alla Gloriette, dopo l'irta salita della collina, se ti giri a guardare dietro di te, puoi godere di una vista mozzafiato del palazzo e, oltre, di buona parte di Vienna. A questo punto, completamente sfatto ed esaurito, mi sono seduto sui gradini della Gloriette, a godere internamente ancora per qualche attimo di quella vista, giusto per riprendere le forze e tornare indietro.

Per il pranzo, ho deciso di dedicarmi alla cucina orientale, tanto per sfatare il mito che a Vienna si mangiano solo Schnitzel. Un bel falafel con patatine e coca nei pressi del Palazzo Kinsky è quanto serviva per rimettersi in forze!

Strisciando verso la Metro, mi è venuto in mente che ogni sera, tornando in albergo, vedevo dai finestrini della U'Bahn una chiesetta meravigliosa, a pochi passi dalla stazione prima della mia, a Josefstadterstrasse ([josefstadstràsse]). Si tratta di una chiesetta che non è neppure segnalata dalla guida, probabilmente perché di periferia e neppure troppo importante; ma secondo me la facciata interamente ricoperta di mattoncini rossi di varie tonalità e sfumature è davvero un capolavoro d'arte e merita di essere visitata!

Arrivato in albergo, mi lavo, mi cambio e, già un po' più rilassato e riposato, mi dirigo nuovamente alla volta dello Zu den 2 Lieserln per l'ultima grande Schnitzel di questa magica avventura.

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Exhausted - Volksoper, Fernwärme und Karl Marx Hof



Oggi sono morto. Le mie gambe gridano vendetta e la sveglia alle 8, ora limite per la colazione in albergo, mi sta uccidendo. Quindi, nonostante ci siano ancora un bel po' di mete nella mia agenda di viaggio, opto per una mattinata tranquilla, a visitare i quartieri periferici della città.

E' quello che si chiama undergrounding, ovvero mi sposto solo nei posti raggiungibili a pochi passi da una stazione del Metro. Aboliti passeggiamenti e tragitti troppo lunghi, anche perché le ginocchia cominciano a farmi male. Almeno fino a pranzo. Fino a che non mi sarò riposato quanto basta per affrontare un pomeriggio, quello sì, di grande stress allo Schlöss Schönbrunn ([shlòss shòbrun]) (vedi prossimo post...).

La prima tappa del programma è alla famosa Strudlhofstiege ([strùdelho:fstìghe]), una fantomatica scalinata di marmo bianco che... che però purtroppo è in restauro in questo periodo, quindi, di fatto, non ho potuto vedere niente! Accidenti!!!

Abortita la Strudlhofstiege, morto di sonno, di fame e di stanchezza, prendo la S'Bahn verso il Volksoper ([fo:ksò:per]), letteralmente teatro del popolo, ospitato in un edificio color panna, con la scritta Volksoper a caratteri rossi cubitali sulla facciata! Molto caratteristico :-))

La Metro a questo punto mi teletrasporta ai margini della cinta urbana di Vienna, giusto sotto il Fernwärme ([fernwo:rm]), il termovalorizzatore della città. Si tratta di una costruzione quanto meno signolare, con le tipiche linee curve, i colori sgargianti e la gigantesca torre di scarico dei fumi ricoperta di mosaici in vetro e maioliche e sovrastata da un'enorme palla dorata... Ovviamente, ancora una volta, lo zampino è di Otto Wagner!

Non mi fido molto dei Frankfurter serviti all'ombra di un inceneritore, anche se austriaco; quindi riparto subito in Metro verso l'estremità più settentrionale di Vienna, dove la U'Bahn ha il capolinea proprio sotto l'altro grande gigante, il Karl Marx Hof ([kàrl màrx hò:f]). Si tratta di un mega complesso residenziale, simbolo dell'efficienza del socialismo operaio, che occupa quasi due kilometri di lunghezza lungo la Heiligenstaedterstrasse ([ahahahahahahah non-chiedetemi-come-si-pronuncia-questa-cosa-qui]). Ospita qualcosa come 2000 alloggi popolari ed è un fiore all'occhiello dell'urbanistica viennese.

Un trancio di pizza all'ombra di questa magnificenza (con l'ambulante che mi dà doppia razione di würstel... chissà da cosa ha capito che mi piacciono... chissà perché...) e siamo pronti all'ultima tappa del nostro viaggio!

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Schlöss Belvedere, St. Marxer Friedhof und Pratern - Why Not?



Il pomeriggio del Primo Maggio è stato quasi interamente dedicato allo Schlöss Belvedere ([shlòss belvedère]). Ho avuto la pessima idea di arrivare allo Schöss a piedi, anzicchè sfruttare il mio bellissimo abbonamento da 72 ore della U'Bahn, che peraltro è valido su tutti i mezzi di trasporto della Bahn, sia underground che di superficie.

Avevo i piedini a pezzi!!! Però in compenso mi sono potuto godere le meraviglie della fontana Hochstrahlbrunnen ([hochstà:brunne]), altra parola assolutamente impronunciabile ed incrivibile! Questa monumentale scaricata d'acqua pare sia stata costruita per festeggiare l'inaugurazione delle prime tubature d'acqua della città!

Poco distante da qui, sorge il Belvedere, anzi, i Belvedere, visto che in realtà i palazzi Belvedere sono due, uno di fronte all'altro, separati da giardini e decorazioni floreali di bellezza straordinaria. Dall'Oberes Belvedere, il palazzo superiore, in cima alla collinetta, si può godere una vista molto rilassante di Vienna. Godetevi soprattutto gli austriaci in calzoncini che fanno jogging per il parco... Uno spettacolo davvero senza prezzo!

Il Belvedere ospita anche una superba mostra di Gustav Klimt! Assolutamente da non perdere! Vale la pena, dopo tutto questo cammino, fermarsi al baretto del Grand Hotel Belvedere, per assaporare l'ennesima Sachertorte della giornata, giusto per darsi le energie necessarie ad arrivare alla fine del viaggio!

Proprio di fronte all'ingresso del Belvedere c'è la comodissima fermata della S'Bahn, che ti porta dritto alla Wien Südbahnhof ([vièn siudbo:nhò:f]), la stazione di Vienna sud, snodo di treni, Metro e tram. A Südbahnhof si può cambiare tram e prendere la comoda linea 18 verso il St. Marxer Friedhof ([sànt màrser frìedhò:f]).

Si tratta di un piccolo e poeticissimo cimitero dove si può amirare, tra le altre lapidi, immerse in un verde ed una pace senza eguali, il famoso Mozartgrab ([mòzartgrà:b]), la tomba votiva di Mozart, che in realtà, però, è sepolto in un punto del St. Marxer Friedhof che neppure la moglie ricordava più. Per sua volontà, allora, è stata edificato qui un piccolo monumento celebrativo e commemorativo, molto toccante.

Altre attrazioni da non perdere a Vienna sono senza dubbio la Hundertwasser Haus ([hùnterwàsse hu:s]), la Kunst Haus ([kùnst hù:s]), due originali creazioni della mente folle di Hundertwasser, che rompono la monotonìa dei sobborghi della città, con il loro disordine, le loro facciate a colori sgarcianti, l'assenza totale di linee rette. Attenzione ai cinesi: si riproducono in massa anche qui!

La sera ormai cala sulla capitale austriaca e le mie gambe mi fanno un male assurdo, ormai non sono più abituato a camminare tanto! Per girare comodamente per Vienna sarebbe opportuno usare uno dei punti di noleggio bici del comune: visto che la Metro non arriva sempre dappertutto, la bici può essere un valido aiuto.

Prima del tramonto, faccio un salto al Prater ([pràter]), un altro polmone verde nel mezzo della metropoli, dove si possono ammirare i resti di alcune delle torri della contraerea nazista ancora rimaste in piedi, le cosiddette Flaktürme ([flàkturm]). Davvero inquietanti al solo guardarle...

Il Prater in sostanza è un enorme parco divertimenti, con giostre, stand di zucchero filato e frittelle, bambini che urlano dappertutto... L'attrazione principale è la famosa Riesenrad ([riesenrà:d]), la ruota panoramica gigante (su cui ovviamente mi sono guardato bene dal mettere piede...). La notte, le luci della Riesenrad creano uno spettacolo molto suggestivo al centro del parco.

Proprio all'ingresso del Prater è stato montato un enorme palco, dove continuano ad esibirsi vari artisti per il concerto del Tag der Arbeit austriaco. E, naturalmente, è il posto ideale per avvicinare qualche bel esemplare di maschio-ariano-biondo-bianchissimo-bevitore-di-birra stravaccato sul prato...

Ma la nostra serata è ancora lunga! Innanzitutto, cena. Non si è stati davvero a Vienna se non si è messo piede almeno una volta in una di quelle tipiche bettole austriache popolate da bevitori di birra e mangiatori di Schnitzel. La più frequentata di queste, specie dagli austriaci autoctoni, quella che serve le Schnitzel più buone di tutta Vienna è Zu den 2 Lieserln ([non-chiedetemi-come-si-pronuncia-questa-cosa-qui]) in Burggasse 60 ([burgàsse]).

A due minuti di cammino dalla fermate della U'Bahn di Volkstheater ([fo:kstèatar]) vi si apre un mondo di cordialità e frugalità. Ordinate la Schnitzel della casa e mettete in programma di saltare colazione e pranzo il giorno dopo!!!

Pieno fino all'orlo, la notte è ancora giovanissima e ho bisogno di un po' di alcool per smaltire quel popò di Schnitzel. Oggi è il venerdì del Primo Maggio e c'è festa grande al Why Not?, nota disco gay molto frequentata dai giovani viennesi con tanta voglia di divertirsi, dice la guida Lonely Planet... Uauauauauauaua...

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Hurry Up! - Hofburg, Museum Quartier und Stadtpark



Alle 8, sveglia per una prima colazione abbondantissima: latte, cereali, succo di frutta, panino al formaggio, fette biscottate con la marmellata... Ci aspetta una giornata intensissima! Oggi si visita il lato sud-occidentale della città, all'interno del Gürtel ([ghiù:rtel]), l'anello di strada ad alta frequentazione, concentrico a quelle che erano un tempo le cinta murarie della città antica.

Si comincia con l'Hofburg ([hùfburg]), il Palazzo Imperiale con i suoi enormi giardini, che ospita tra l'altro il Museo Sissi, interamente dedicato alla leggendaria Principessa. E poi ovviamente la famosa statua dell'Imperatore Francesco II, che per la sua instabilità si è dovuto correggere, scaricando il peso sulla coda del cavallo, la quale infatti tocca erroneamente il basamento. Si dice che l'artista, per la vergogna di non essere riuscito a dare alla statua la giusta armonia e stabilità, si sia ucciso.

Tra l'altro oggi è il Primo Maggio ed anche a Vienna organizzano la classica manifestazione della Sinistra e dei Sincadati Operai, lungo le strade della città. Proprio tra l'Hofburg ed il Museum Quartier ([musèum kuàrter]) c'è la sfilata con le bande in abito storico e tante famiglie, operai, studenti... Un tripudio di colore e di suoni, tutti diretti alla Rathaus ([ràthu:s] per il dibattito politico.

Procediamo per la zona dei musei di storia naturale e di storia della cultura, anche questi imponenti, sia per la vastità degli edifici quanto per la grandezza dei giardini annessi.

A questo punto, seguiamo il flusso della manifestazione del Primo Maggio, il Tag der Arbeit ([tà:g dèr àrbeit]) degli Austriaci e risaliamo verso Rathaus e Parlament, passando davanti alla statua dorata della dea Athena Parthenos, simbolo della giustizia.

Nella piazza enorme del Rathaus c'è tutta Vienna che festeggia e politici che dibattono sul palco nella loro lingua incomprensibile (poi sono anche politici, quindi ancor di più incomprensibili...). L'unica parola che si intende distintamente è, ovviamente, Sozialdemokratie ([sotziàl demokratì:e]).

Dopo un'altra abbuffata di Frankfurter, crauti e patatine fritte, continuo il nostro giretto panoramico verso il museo Sezession ([secessiòn]) e Karlsplatz ([kà:rlsplaz]), più a ovest.

La stazione della Metro di Sezession è molto molto particolare: ci sono installazioni digitali in tutti i corridoi della Metro, che qui chiamano U'Bahn ([ù bo:n]) per distinguerla dalla S'Bahn ([se bo:n]), la linea dei tram di superficie. Il museo è dominato da quello che i Viennesi chiamano il carciofo dorato, un'enorme sfera di foglie dorate incastonata nel marmo bianco. Non perdetevi anche il padiglione della stazione della Metro di Karlspatz, disegnata e decorata da Otto Wagner: con la luce del giorno, è tutto uno spledere e brillare.

La mattinata è ancora molto lunga, voliamo da un posto all'altro senza sosta: Karlskirche ([kàrlskirke]), la chiesa gotica più bella ed originale di Vienna, con le sue due torri gemelle interamente decorate e impapirate; l'Hoher Markt ([hòer màrkt]), il mercato generale, con il suo bellissimo orologio Ankeruhr ([ànkeru:r]) in stile judenstil ([dgiùdenstìl]); e poi, finalmente, il principale parco della città, Stadtpark ([stàtpa:rk]), dove trovare un po' di ristoro al fresco, in compagnia di una enorme fetta di Sachertorte!

Rendiamo omaggio alla statua dorata di Mozart allo Stadtpark, cercando di fare una foto decente, evitando i cinesi che sembrano riprodursi proprio in questi 10 metri quadri. E adesso gambe in spalla, ci allontaniamo dal centro cittadino verso la Linke Wienzeile ([lìnkd vìenzl]) in direzione sud-ovest. Incontreremo uno degli altri frequentatissimi mercati cittadini, il Neuer Markt ([nèur màrkt]); la Majolika Haus ([maiòlika hu:s]) ancora di Otto Wagner; una caterva di caffè specializzati in clientela gaya e, dulcis in fundo, la Rosa-Lilla Villa, il centro informativo GLBTQ, con tanto di caffè assalito da giovani ariani... Aaaaaaaaaaahhaha!!! Il paradiso in terra!!! :P

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Un Volo a Chiocciola - Innere Stadt und Donauturm



Il decollo più strano della mia vita! In occasione del ponte del Primo Maggio, quest'anno ho deciso di andare a fare un giretto in Österreich, per l'esattezza a Vienna! Mentre mi metto in ghingheri ed infilo le ultime cosette nella valigia (neppure 3 giorni di soggiorno ed ho la valigia piena... ma come si fa???) recupero disordinatamente i miei documenti e la prenotazione del volo, rigorosamente Ryanair!

Portare dietro con me i documenti è una cosa a cui non mi abituerò davvero mai, lo faccio solo quando devo volare, per la semplice ragione che se non li portassi non mi farebbero imbarcare... maledetti... La mia Carta di Identità riposa in pace sotto un cumulo di polvere nel cassetto: vede la luce solo quando sono costretto a farla uscire per cause di forza maggiore :-))

Il mio volo questa volta è comodissimo: parto la mattina di giovedì, direttamente dal magnificissimo Aeroporto Internazionale di Pisa, per essere a Bratislava alle 11. Mentre comincio a sentirmi male, pensando che il pullman da Bratislava a Vienna molto probabilmente impiegherà più tempo che non il volo da Pisa a Bratislava... (ma tant'è, questi sono i pro ed i contro di volare Ryanair...); penso a quanto buffi siano certi politici quando parlano delle compagnie di volo low-cost.

Nel tentativo disperato di difendere l'indifendibile, ovvero di prendere le parti per compagnie-pozzi-senza-fondo-di-soldi-pubblici come Alitalia, non disdegnano di prendere a pesci in faccia società virtuose come Ryanair, con critiche del tipo "Sono compagnie che fanno viaggiare le carrette dei cieli" o anche "Sono sempre scandalosamente in ritardo" oppure "Non garantiscono neppure il minimo della sicurezza"... E' divertente sentirli parlare di cose che non conoscono neppure lontanamente! Questa è gente che non ha mai fatto un viaggio low-cost, e si vede.

Ryanair potrà avere tutti i difetti di questo mondo, ma i suoi airbus non sono certo paragonabili ai vecchi ferri arrugginiti di Alitalia (quelli sì che sono carrette!); per non parlare del fatto che in tutti i miei viaggi, i voli sono sempre stati puntualissimi.

Ultimo esempio, proprio il volo per Bratislava: siamo arrivati con 15 minuti di anticipo, mentre il volo di ritorno ha toccato terra a Pisa 10 minuti prima dello schedule. I fatti parlano da soli, credo. Ed i miei più affezionati lettori certamente ricorderanno cosa tutto è potuto succedere, invece, quella malaugurata volta che mi hanno spedito negli Stati Uniti con Alitalia... Disservizi indicibili, al di là di ogni ragionevole umana immaginazione...

Ma torniamo a noi. Il decollo è stato un po' traumatico: per uscire da Pisa, il pilota si è alzato a chiocciola! Sì, sì, proprio a chiocciola: girava in tondo e prendeva quota... Bah, mai vista una cosa simile! E poi stranissimo, per un bel pezzo ci siamo diretti verso sud (avevo la terra a sinistra ed il Mar Tirreno a destra), quando poi forse il pilota ha capito da che parte stava Bratislava e si è rigirato di nuovo!

L'aeroporto di Bratislava sembra un aeroporticino persino più minuscolo di quello Pisano: sembra di essere atterrati in un paese comunista nel periodo del Muro di Berlino. Si respira un'aria di cospirazione da film. Ci fiondiamo tutti sul bus che ci aspetta servizievole nel parcheggio, per portarci finalmente nella nostra capitale austriaca.

Come volevasi dimostrare, altri 75 minuti di viaggio via terra... Beh, comunque niente in confronto all'aeroporto di Stockholm Skovsta, per raggiungere il quale servono ben due ore di pullman dal centro di Stoccolma! Penso sia uno degli aeroporti Ryanair più in culo al mondo!

L'albergo è una gradevole pensioncina in Kinderspitalgasse (aspettate che lo rileggo... come cazzo si fa anche solo a pensare una parola così contorta??? Secondo me pure i tedeschi sono coscienti che la loro è proprio una gran bella lingua di merda... Ehehehehe).

Oggi non c'è tempo da perdere, però! Faccio il check-in in albergo, prendo possesso della camera, mollo tutti i bagagli, passo al setaccio la valigia per capire dove minkia è andato a infilarsi il mio iPod, con il calendario dettagliato dei posti da visitare e dei ristoranti da provare e... ecco la prima grande sopresa del giorno!

Il mio iPod ha perso il calendario della gita a Vienna, o meglio, quel cazzo di programma di merda che solo i Mac-isti possono tollerare, chiamato iTunes-della-tu-mamma-majala, ha deciso sua sponte che era passato il tempo di sincronizzare il calendario di Outlook sull'iPod. Il risultato è che l'iPod è completamente vuoto, al massimo posso usarlo per ascoltare un po' di musica...

Beh, a parte questo contrattempo, mi munisco della mia bellissima guida Lonely Planet e cerco di riorganizzarmi nel più breve tempo possibile! Maledetto Steve Jobs!!!

Il pranzo è d'obbligo dedicarlo interamente ad assaggiare uno dei mitici Frankfurter, questi mega salsicciotti di mezzo metro, stretti e lunghi, con ketchup, senape, crauti e dio-solo-sa-che-altro, che i Viennesi amano alla follia, secondi solo alle onnipresenti Schnitzel in ogni salsa.

Il primo giorno è un must visitare la bellissima Stephansplatz ([stèfenplatz]) ed il centro storico dell'Innere Stadt ([ì:nne shtàd]), vagando senza una meta precisa per le stradine lastricate, i negozietti di souvenirs e prodotti tipici, i caffè extra lusso che servono solo Sachertorten ([sàkertòrte:]) e gli immancabili musei che costituiscono il tessuto vitale di una città ricca di eventi mondani, concerti e mostre...

Cerco di orientarmi nei meandri di Vienna, passando per ora solo di sfuggita nei bar e nei caffè che segneranno le successive 3 notti di divertimento, musica ed alcool in compagnia dei mitici colleghi ariani...

Vienna è un pochino fredda, in questi giorni. Il clima è stato clemente perché in cielo brilla un sole che spaccherebbe anche le pietre; però, verso sera, si alza un venticello perfido e gelido che a momenti ti porta via... Con queste premesse, decido di dedicare la prima serata alla vista della Donauturm ([donàuturm]), la torre del Danubio, altra oltre 250 metri da cui, se sopravvivi alle folate di vento a 200 Km orari, puoi godere una vista tra le migliori della città! :P

Salire sul Donauturm non è affatto facile; e se dovete andarci di notte, vi consiglio di farlo se siete almeno in un gruppo di 10 persone, perché superato il VIC - Vien International Center, vi aspetta un gradevolissimo parco cittadino da attraversare, al centro del quale riposa la Donauturm. Il parco è completamente al buio...

Non che Vienna sia una città malfamata: persino nei più tetri sobboghi, vige l'ordine, la tranquillità e non si vede un agente di polizia (almeno ad occhio nudo... poi magari finisce che escono dai tombini, in caso di necessità, non so...) neppure a pagarlo. E non ce n'è peraltro alcun bisogno. Anche gli extra-comunitari sono perfettamente integrati e gli ambulanti semplicemente non esistono.

Però, da buon italiano, attraversare un parco buio di notte in un città straniera non è che ti trasmetta tutto questo senso di sicurezza... Entrati nel Donauturm, si sale su un'ascensore supersonico con tanto di maggiordomo che ti dà indicazioni sulla torre e la sua storia. All'ultimo piano della torre, becco una festa di non-so-che-cosa, piena zeppa di teenagers biondissimi e bianchicci... Mio Dio! Lunga vita agli Ariani!!!

Sulla terrazza all'aperto puoi farti portare via dal vento, oppure tenerti stretto ancorato ai tiranti di acciaio e cogliere una vista notturna delle luci di Vienna che mozzafiato è dire poco!

Visto che siamo in tema di foto e panoramiche notturne, verso le 23 ritorno alla Innere Stadt e visito gli altri luoghi culto, in fatto di effetti luminosi: il Rathaus ([ràthu:s]) il palazzo del municipio con le sue guglie gotiche molto affascinanti; il Parlament ([pàrlament]) ed il meraviglioso gioiello della notte, lo Staatsoper ([sta:dzò:per]). La vista dello Staatsoper dall'alto della Galleria Albertina non ha prezzo.

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