Citatio diei
Ecco un pensiero profondissimo di un grande bastardo, uno scrittore controverso, dalla vita sregolata e sconquassata... l'Esteta per definizione: Oscar Wilde.

Quanto sono fortunati gli attori!
Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia, o nella commedia,
se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime;
non così nella vita vissuta.

La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti,
per le quali non hanno alcuna inclinazione.
Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono male distribuite.

L'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria;
dategli un maschera e vi dirà la verità.

Oscar Wilde - Aforismi

Friend Test
Ricordo, a chi ancora non lo avesse fatto (bastardi!!!), che e' di vitale importanza per la vostra sopravvivenza fisica, psichica e morale, compilare il mio magnificissimo
FrocioNotizie
Thursday, September 23, 2010

EuroPride Warszawa con Anti-EuroPride


E quindi è proprio vero! Quest'anno l'EuroPride hanno deciso di farlo in un paese del blocco sovietico, ex-comunista, ultra-cattolico e conservatore. Quale città migliore di Warszawa per un'incontenibile invasione arcobaleno!!!

Devo ammettere che all'inizio ero un po' spaventato da questa scelta: la Polonia non è che sia il paese più tranquillo del mondo, né il più tollerante. A volte rimango persino incredulo sul fatto che faccia davvero parte dell'Europa!

Del resto, le esperienze dei passati GayPride che si sono tenuti nella città non lasciavano intravvedere niente di buono. Le poche volte che il sindaco ha consentito allo svolgersi della manifestazione, ci sono sempre stati scontri anche molto violenti, con gruppi di ultra-nazionalisti cattolici e le immagini delle violenze spesso hanno conquistato le aperture dei TG in Europa.

Ma mi sono fatto coraggio e, non senza un pizzico di curiosità per vedere come fosse un Pride in un paese ex-comunista come la Polonia, e sommando anche un pizzico di orgoglio in più, per andare a difendere i valori di libertà e diritti civili in un paese come quello, ho deciso di dare il mio piccolo contributo alla Causa.

Il giorno del concentramento nella piazza del Municipio di Warszawa c'era il mondo intero! Un fiume di persone, volontari, simpatizzanti e sostenitori, polacchi e stranieri; c'era gente da ogni parte d'Europa e del Mondo. Gli onnipresenti Svedesi, con il gruppo di poliziotti gay; il Gay Men Chorus di Londra; la rappresentanza Canadese; i gruppi cattolici; l'esile associazionismo GLBTQ polacco; le delegazioni dalla Russia; il mondo imprenditoriale, dei club ricreativi, delle disco e dei locali; Google... C'erano proprio tutti! Persino gli attori del film hollywoodiano Milk, che hanno preso la parola al termine dell'immensa parata.

Il mega serpentone di manifestanti si è rivelato in tutta la sua sconfinata grandezza quando ha raggiunto la meravigliosa scenografia all'aperto di Plac Konstytucji, una piazza che ora trasuda orgoglio ed è stata conquistata dall'invasore arcobaleno.

Qui, gli organizzatori hanno iniziato l'usuale dibattito, e solo allora mi sono reso conto della grandezza e dell'importanza di ciò che era appena avvenuto. Mi sono reso conto di quanto ciò che per noi è quasi scontato (ovvero la libertà di esprimere i propri diritti, di manifestare e di protestare, al di là delle ovvie difficoltà che la comunità GLBTQ vive anche in Italia) sia per altre persone già di per se stessa una conquista significativa.

In quei luoghi, che in passato sono sempre stati teatro di scontri e violenze cieche, persino l'essere riusciti a manifestare pacificamente è già una enorme conquista di civiltà.

Proprio perché tutta Europa era lì a guardare e sorvegliare lo svolgimento non violento della manifestazione per i diritti civili, il governo Polacco ha pensato bene di evitare di fare becere figure, come in passato. Si stima che fossero presenti, tra agenti in borghese, poliziotti polacchi e truppe dell'esercito in tenuta anti sommossa, qualcosa come 8.000 agenti a sorvegliare la parata.

E tuttavia, i miei timori riguardo la sicurezza del corteo non erano poi così infondati: più che sorvegliare noi, le truppe di polizia erano lì nel disperato tentativo di separare il nostro corteo dalle cariche degli ultra-nazionalisti, che hanno organizzato una contro-manifestazione per chiedere che l'EuroSodomia tornasse da dove era venuta, sbraitando frasi senza senso contro i gay e l'Europa, in un delirio di stupidità, e chiedendo nuovi forni crematori per tutti noi, i non puri...

La lezione del nazismo non ha insegnato nulla a questa gentaglia: quanta strada rimane ancora da percorrere! Eppure, anche questa è Europa...

Il fotoracconto di questa pazza esperienza polacca lo trovate nella mia galleria online!

Wednesday, September 22, 2010

Łódź


Łódź (/wòotsh/) è un grazioso paesino di periferia, anch'esso candidato a città europea della cultura. Se sopravvivete alle due ore di treno da Warszawa, sui treni polacchi... potrete deliziarvi con la visita di questo borgo, immerso in una vita lenta e tranquilla. Arrivare a Łódź è come tornare indietro nel tempo.

La vera attrazione della cittadina è la Manufaktura, una ex-fabbrica riconvertita ora a centro commerciale. Si tratta di un complesso enorme di edifici in mattoncini rossi con un grande parco interno. Davanti all'ingresso principale c'è persino una enorme scritta in lettere cubitali che dicono Manufaktura, proprio come ad Amsterdam davanti al Museo Van Gogh!

A parte qualche parco ed una mostra di arte contemporanea davvero molto interessante, la tranquilla vita di Łódź si articola intorno alla strada centrale del passeggio: Ulica Piotrkowska. Qui incontriamo delle statue davvero divertenti di Julian Tuwim, del compositore Arthur Rubinstein al pianoforte... Troviamo persino la versione polacca della Walk of Fames!

Il fotoracconto di questa pazza esperienza polacca lo trovate nella mia galleria online!

Tuesday, September 21, 2010

Warszawa e l'Eredità della Storia


Warszawa risente molto del suo passato recente, con gli eventi della Seconda Guerra Mondiale; e dappertutto, ad ogni angolo della città, si può trovare un monumento, un'iscrizione, una lapide che ricorda i terribili anni del nazismo. E' ancora ben visibile il quartiere del ghetto ebraico, uno dei più grandi d'Europa al momento della guerra; e come per il muro di Berlino, anche qui si è voluto preservare quel ricordo, mantenendo per l'intera lunghezza del muro l'iscrizione in acciaio sull'asfalto della strada moderna, o preservando i pochi resti che del muro del ghetto ancora sono visibili.

Una visita merita certamente il terribile Powiak, la prigione dei dissidenti politici, dove si possono persino visitare le antiche stanze adibite a celle e camere di tortura... Davanti al cortile del Powiak, immerso nel grigiore dei palazzi della città, sorge anche il famoso Albero della Morte, un tronco sopraffatto dai messaggi di addio e di commemorazione delle vittime che in questi luoghi hanno perso la vita.

Ma i monumenti che davvero ricordano e trasudano la barbarie degli anni del nazismo sono quelli dedicati alle vittime ebree. Sono talmente tanti che solo elencarli tutti richiederebbe troppo tempo. C'è il bellissimo Umschlagplatz, a commemorazione del luogo da cui gli ebrei venivano prelevati dal ghetto e spediti sui treni verso i campi di concentramento, oggi una costruzione in marmo bianco con tanti nomi di ebrei deportati e morti, incisi nella pietra, dalla A alla Z; c'è il vecchio cimitero ebraico, dove si possono ammirare alcune tra i più bei mausolei della città.

C'è il monumento al Ghetto Uprising, una delle tante rivolte della città contro la barbarie nazista; c'è il mastodontico e davvero toccante monumento alla Powstanie Warszawskie, in cui si vedo i partigiani polacchi come materializzarsi dal fondo della terra o uscire dalle rovine della città distrutta, pronti a combattere per la libertà contro l'invasore nazista. Un grande tributo alla patria ed al sano orgoglio nazionalista polacco.

Ma chi visita Warszawa per qualche giorno non può fare a meno di andare a visitare anche un po' di sobborghi della capitale. Ciò che colpisce è come si passi rapidamente dal sofisticato ordine e dalla pulizia e bellezza delle aree centrali, più battute dai turisti; alla trasandatezza ed alla estrema povertà delle aree immediatamente adiacenti.

Se poco poco ci si allontana da Warszawa, andando per esempio verso Lublin, che pure è stata da poco candidata a città europea della cultura, si comincia a notare l'estrema povertà di un popolo che tanto ha subito ma che caparbiamente tenta ora di sorgere. Lublin ha un graziosissimo centro storico ed un Castellino arroccato sulla collina, che rappresenta la grande attrazione del borgo.

Il principale motivo per raggiungere Lublin è l'opportunità di visitare il primo campo di sterminio nazista ad essere stato liberato dalle truppe alleate: Majdanek (/maidànek/). Majdanek fu il primo dove i sovietici videro gli orrori della follia nazista e fu convertito in museo ben prima che gli altri campi in giro per la Polonia venissero individuati e liberati dagli alleati.

A Majdanek si vede come l'uomo possa perdere se stesso completamente. All'ingresso ci accoglie il Monumento alla Lotta ed al Martirio, dove c'è una discesa dolce dolce che ti porta nel sottosuolo e poi una scalinata ripidissima e alta che ti riporta in superficie, a simboleggiare quanto sia facile per l'uomo perdere se stesso e quanto difficile sia invece tornare sulla retta via. A fianco, il monumento è costeggiato di pietruzze, una per ogni città sterminata qui dai nazisti.

Oltre il monumento, si apre il campo vero e proprio: sono ancora perfettamente conservate tutte le baracche dove venivano stipati i prigionieri; si vedono ancora perfettamente i letti a 2, 3, 4 piani su cui dormivano; le stanze per le docce e per i gas... In una delle baracche c'è persino un mastodontico ed inimmaginabile cumulo di scarpe: si tratta delle scarpe, una piccola parte delle scarpe, sottratte ai prigionieri quando entravano nel campo...

In fondo alla sterminata area adibita alle baracche, la costruzione più tenebrosa di tutte: il crematorio. Qui si possono ancora visitare i forni dove i corpi dei morti venivano bruciati... A fianco del crematorio, una collezione di croci, una per paese, indicante quante vittime si stima ci siano state in quella nazione. Poco più in là, il Mausoleo, una costruzione di pietra enorme che somiglia ad un'astronave: un'enorme cupola sormonta un cumulo di ceneri e reca la scritta: Los Nasz Dla Was Przestroga, ovvero Il Nostro Destino Sia per Voi un Monito.

La visita del campo è un'esperienza unica che trasmette emozioni forti ed indimenticabili. Mentre osservavo allibito tutto quell'orrore senza senso, ho incontrato una scolaresca, forse delle scuole medie o del liceo; tanti ragazzi portati lì dai professori per vedere con i loro occhi l'atrocità folle del nazismo.

Uno di questi ragazzi era ebreo e vagava come un'anima sconsolata, in disparte dal gruppo dei compagni, con la Kippah ed una Torah tra le mani. Insieme a lui, uno dei compagni, forse l'amico più vicino, a consolarlo.

Non dimenticherò mai la figura esile di quel ragazzo che non ha smesso un solo istante di piangere.

Il fotoracconto di questa pazza esperienza polacca lo trovate nella mia galleria online!

Monday, September 20, 2010

Warszawa


Primo viaggio nell'Europa dell'Est, il remoto est che ho colpevolmente tralasciato. Basta con l'Europa centrale e occidentale: ora mi ci vuole proprio un'immersione in culture un po' più lontane e... diverse...

L'arrivo a Warszawa è stato un po' desolante. Non aspettatevi che qualcuno sia in grado di darvi indicazioni in Inglese: neppure alla stazione centrale avrete sorte migliore. Per fortuna, il mio ostello era proprio vicino alla Metro di Politechnika. Un palazzone di vetro e cemento, azzurro e blu, che poche settimane prima, fino alla fine delle lezioni all'Università, era stata la residenza degli studenti! Che figata, senza neppure saperlo, sono finito nelle camere dove fino a poco prima dormivano i giovani aitanti universitari polacchi!!!

Al centro del quartiere moderno della città, circondato da uffici di alta finanza, alberghi lussuosissimi, come il grattacielo del Marriott, e dal meraviglioso edificio della Università Politecnica: un fiore all'occhiello dell'architettura polacca, in meraviglioso stile neoclassico, con ampie scalinate e marmi bianchi e neri... Tra scale, portici e pavimenti a scacchi, sembra quasi di stare dentro uno dei film di Harry Potter!

La cosa che più colpisce della città è il repentino e continuo passaggio da scene di estrema povertà post-bellica, con edifici ancora da ricostruire, ruderi ed automobili mai viste, di anni lontanissimi, tram superaffollati e che sembrano costruiti di cartapesta e alluminio... a grattacieli di cristallo e centri commerciali per quella piccola parte di società che vive nel benessere...

Come il centro commerciale proprio affianco al Pałac Kultury i Nauki (detto anche PKiN), che proprio non può passare inosservato per la sua copertura trasparente che sembra la superifice di un mare agitato... Roba da architetti post-moderni che proprio nulla ha a che fare con il vicino Pałac, una costruzione-obbrobrio, donato dalla Russia alla Polonia e che tutti i Polacchi chiamano ironicamente l'Elefante con la gonnella di pizzo o l'Occhio di Mosca sulla Polonia: un grattacielo di mattoni che si staglia grigio nel cielo della capitale e che ospita anche la Sala Kongresowa, un teatro d'alta classe dove si è esibito persino il Gay Men Chorus di Londra, in occasione dell'EuroPride 2010. L'unica cosa bella del PKiN è la vista della città dall'alto: indimenticabile proprio perché l'unica che non include il PKiN stesso!!!

Per Warszawa ci si sposta tranquillamente in Metro, sempre che abbiate il coraggio di stiparvi in una carrozza di alluminio grigio e rosso che corre a velocità impossibile nel sottosuolo! Le stazioni del Metro non sono particolarmente interessanti o monumentali: si distingue dalle altre solo la Metro di Plac Wilsona, che sembra l'interno di una stazione spaziale alla Star Trek!

Il leit motiv di Warszawa è, a buon ragione, Frederic Chopin: oltre a monumenti e commemorazioni ovunque, non vi risulterà difficile incrociare per le strade della capitale qualche artista di strada che vi delizierà con piccoli brani o veri e propri concerti di pianoforte. Una delle più belle serate a Warszawa l'ho trascorsa proprio nella piazza centrale della città vecchia, con il castello ed il sole calante dell'imbrunire sullo sfondo, ascoltando estasiato le note di un musicista che suonava meravigliosamente Chopin su un vero pianoforte da camera, portato per l'occasione al centro della piazza! Roba fantastica!

E poi gli stradoni contornati da edifici mastodontici del Socialismo Reale (non potrete fare a meno di notare il trafficatissimo incrocio tra Aleja Jana Pawla II e Aleja Solidarności: mezzo secolo di storia in un incrocio...).
E poi i grandiosi parchi, il palazzo di Wilanowska, la Versailles polacca...

Ma senza ombra di dubbio la parte più fascinosa della città è la Stare Miasto, la città vecchia: nonostante il nome, nessun edificio di questa zona ha più di 100 anni, visto che fu completamente rasa al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale, e ricostruita fedelmente all'originale in tempi più recenti.

La piazza del Castello di Warszawa è davvero bellissima: a star fermi lì nel centro, a guardare i tetti caratteristici delle abitazioni polacche e l'inconfondibile facciata a mattoni rossi del Castello e le mura di protezione della città antica... si ha davvero l'impressione di stare al centro della storia... Aggiungete magari qualche nota lontana di qualche musicista alle prese con Chopin ed avrete un meraviglioso quadro da cartolina!

Przedmiescie Krakowskie è la principale arteria della Stare Miasto, anche se ormai convertita in vero e proprio museo a cielo aperto e frequentatissima dai turisti, quasi affollata. Soffermatevi ad ascoltare il tipico suono della torre dell'orologio in piazza del Castello e poi perdetevi nei vicoletti della città vecchia, che si diramano dal Rinek Stare Miasta, dominata dall'inconfondibile fontana della sirena, simbolo onnipresente della capitale.

Il centro antico è un pullulare di casette color pastello, di piazzette sterrate (non perdetevi l'originale piazzetta triangolare della campana), popolate di figure inquietanti, come il dragone che domina il Rinek. Ognuna ha la sua leggenda e in questi luoghi il mito si confonde con la realtà.

Il fotoracconto di questa pazza esperienza polacca lo trovate nella mia galleria online!