Citatio diei
Ecco un pensiero profondissimo di un grande bastardo, uno scrittore controverso, dalla vita sregolata e sconquassata... l'Esteta per definizione: Oscar Wilde.

Quanto sono fortunati gli attori!
Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia, o nella commedia,
se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime;
non così nella vita vissuta.

La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti,
per le quali non hanno alcuna inclinazione.
Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono male distribuite.

L'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria;
dategli un maschera e vi dirà la verità.

Oscar Wilde - Aforismi

Friend Test
Ricordo, a chi ancora non lo avesse fatto (bastardi!!!), che e' di vitale importanza per la vostra sopravvivenza fisica, psichica e morale, compilare il mio magnificissimo
FrocioNotizie
Tuesday, September 21, 2010

Warszawa e l'Eredità della Storia


Warszawa risente molto del suo passato recente, con gli eventi della Seconda Guerra Mondiale; e dappertutto, ad ogni angolo della città, si può trovare un monumento, un'iscrizione, una lapide che ricorda i terribili anni del nazismo. E' ancora ben visibile il quartiere del ghetto ebraico, uno dei più grandi d'Europa al momento della guerra; e come per il muro di Berlino, anche qui si è voluto preservare quel ricordo, mantenendo per l'intera lunghezza del muro l'iscrizione in acciaio sull'asfalto della strada moderna, o preservando i pochi resti che del muro del ghetto ancora sono visibili.

Una visita merita certamente il terribile Powiak, la prigione dei dissidenti politici, dove si possono persino visitare le antiche stanze adibite a celle e camere di tortura... Davanti al cortile del Powiak, immerso nel grigiore dei palazzi della città, sorge anche il famoso Albero della Morte, un tronco sopraffatto dai messaggi di addio e di commemorazione delle vittime che in questi luoghi hanno perso la vita.

Ma i monumenti che davvero ricordano e trasudano la barbarie degli anni del nazismo sono quelli dedicati alle vittime ebree. Sono talmente tanti che solo elencarli tutti richiederebbe troppo tempo. C'è il bellissimo Umschlagplatz, a commemorazione del luogo da cui gli ebrei venivano prelevati dal ghetto e spediti sui treni verso i campi di concentramento, oggi una costruzione in marmo bianco con tanti nomi di ebrei deportati e morti, incisi nella pietra, dalla A alla Z; c'è il vecchio cimitero ebraico, dove si possono ammirare alcune tra i più bei mausolei della città.

C'è il monumento al Ghetto Uprising, una delle tante rivolte della città contro la barbarie nazista; c'è il mastodontico e davvero toccante monumento alla Powstanie Warszawskie, in cui si vedo i partigiani polacchi come materializzarsi dal fondo della terra o uscire dalle rovine della città distrutta, pronti a combattere per la libertà contro l'invasore nazista. Un grande tributo alla patria ed al sano orgoglio nazionalista polacco.

Ma chi visita Warszawa per qualche giorno non può fare a meno di andare a visitare anche un po' di sobborghi della capitale. Ciò che colpisce è come si passi rapidamente dal sofisticato ordine e dalla pulizia e bellezza delle aree centrali, più battute dai turisti; alla trasandatezza ed alla estrema povertà delle aree immediatamente adiacenti.

Se poco poco ci si allontana da Warszawa, andando per esempio verso Lublin, che pure è stata da poco candidata a città europea della cultura, si comincia a notare l'estrema povertà di un popolo che tanto ha subito ma che caparbiamente tenta ora di sorgere. Lublin ha un graziosissimo centro storico ed un Castellino arroccato sulla collina, che rappresenta la grande attrazione del borgo.

Il principale motivo per raggiungere Lublin è l'opportunità di visitare il primo campo di sterminio nazista ad essere stato liberato dalle truppe alleate: Majdanek (/maidànek/). Majdanek fu il primo dove i sovietici videro gli orrori della follia nazista e fu convertito in museo ben prima che gli altri campi in giro per la Polonia venissero individuati e liberati dagli alleati.

A Majdanek si vede come l'uomo possa perdere se stesso completamente. All'ingresso ci accoglie il Monumento alla Lotta ed al Martirio, dove c'è una discesa dolce dolce che ti porta nel sottosuolo e poi una scalinata ripidissima e alta che ti riporta in superficie, a simboleggiare quanto sia facile per l'uomo perdere se stesso e quanto difficile sia invece tornare sulla retta via. A fianco, il monumento è costeggiato di pietruzze, una per ogni città sterminata qui dai nazisti.

Oltre il monumento, si apre il campo vero e proprio: sono ancora perfettamente conservate tutte le baracche dove venivano stipati i prigionieri; si vedono ancora perfettamente i letti a 2, 3, 4 piani su cui dormivano; le stanze per le docce e per i gas... In una delle baracche c'è persino un mastodontico ed inimmaginabile cumulo di scarpe: si tratta delle scarpe, una piccola parte delle scarpe, sottratte ai prigionieri quando entravano nel campo...

In fondo alla sterminata area adibita alle baracche, la costruzione più tenebrosa di tutte: il crematorio. Qui si possono ancora visitare i forni dove i corpi dei morti venivano bruciati... A fianco del crematorio, una collezione di croci, una per paese, indicante quante vittime si stima ci siano state in quella nazione. Poco più in là, il Mausoleo, una costruzione di pietra enorme che somiglia ad un'astronave: un'enorme cupola sormonta un cumulo di ceneri e reca la scritta: Los Nasz Dla Was Przestroga, ovvero Il Nostro Destino Sia per Voi un Monito.

La visita del campo è un'esperienza unica che trasmette emozioni forti ed indimenticabili. Mentre osservavo allibito tutto quell'orrore senza senso, ho incontrato una scolaresca, forse delle scuole medie o del liceo; tanti ragazzi portati lì dai professori per vedere con i loro occhi l'atrocità folle del nazismo.

Uno di questi ragazzi era ebreo e vagava come un'anima sconsolata, in disparte dal gruppo dei compagni, con la Kippah ed una Torah tra le mani. Insieme a lui, uno dei compagni, forse l'amico più vicino, a consolarlo.

Non dimenticherò mai la figura esile di quel ragazzo che non ha smesso un solo istante di piangere.

Il fotoracconto di questa pazza esperienza polacca lo trovate nella mia galleria online!

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