Citatio diei
Ecco un pensiero profondissimo di un grande bastardo, uno scrittore controverso, dalla vita sregolata e sconquassata... l'Esteta per definizione: Oscar Wilde.

Quanto sono fortunati gli attori!
Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia, o nella commedia,
se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime;
non così nella vita vissuta.

La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti,
per le quali non hanno alcuna inclinazione.
Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono male distribuite.

L'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria;
dategli un maschera e vi dirà la verità.

Oscar Wilde - Aforismi

Friend Test
Ricordo, a chi ancora non lo avesse fatto (bastardi!!!), che e' di vitale importanza per la vostra sopravvivenza fisica, psichica e morale, compilare il mio magnificissimo
FrocioNotizie
Wednesday, June 24, 2009

Le Misteriose Scogliere di Howth



L'Irlanda mi ha sempre affascinato, sarà per i posti che un po' appartengono all'immaginario collettivo di tutti noi, di grandi altipiani a precipizio sul mare, pascoli e coltivazioni dove la vita ancora scorre secondo i ritmi lenti di una natura amica dell'uomo... Quei posti da favola che vedi solo nei film...

E quanto ho sognato di andare proprio lì! dove la terra finisce a picco nell'acqua, dove non puoi più proseguire avanti, dopo un lungo arrampicarsi su per le colline, con l'aria umida e fredda del Mare d'Inghilterra che ti sferza il viso; e poi rimanere lì, seduto su una pietra, a contemplare le bellezze inenarrabili della Natura... Oppure a testa alta, come nella celebre scena di Titanic, a braccia aperte come a volerla abbracciare, quella Natura così fascinosa...

Beh, questo viaggio finora soltanto immaginato ora sta per prendere inizio sul serio. Dalla Connolly Station ogni 20 minuti partono i treni regionali della Dart: Dublin Area Rapid Transit con destinazione: Howth. 2.10 euro per un viaggio da sogno, indimenticabile.

Il trenino si ferma al capolinea, a Howth, in una stazioncina deserta circondata dal piccolissimo borgo di pescatori, con tre piccoli moli, assaltati da barchette modeste e imbarcazioni per la pesca a largo, un po' più grandicelle. In lontananza, nella leggera foschia del pomeriggio, si intravvede il faro dalla cima rossa, a cui si accede grazie ad una stretta lingua di terra e ciottoli. All'orizzonte, un'isoletta coperta di verde e qualche scoglo solitario...

Se volgi lo sguardo in direzione opposta al porticciolo di Howth, ti assale la visione delle collinette del borgo antico, con tante casette arroccate su un terreno scosceso ed impervio, al di là del quale si nascondono le vere e proprie scogliere, per le quali Howth è famosa quanto frequentata dai turisti.

Ovviamente, ci sono pullman e autobus presi d'assalto dagli scansafatiche alla ricerca di una visita mordi-e-fuggi, che ti portano direttamente sulla cima e ti riaccompagnano a livello del mare, in una meravigliosa gitarella pre-cotta e pre-impacchettata, a dimensione di turista giapponese.

Noi preferiamo di gran lunga vagare a piedi per quelle stradine che odorano ora un po' di meno di luppolo e un po' di più della fatica di un popolo semplice di pescatori... E la scelta è di gran lunga stata la migliore, visto che il vagabondare più o meno senza meta precisa per il borgo antico di Howth ti sa regalare visioni meravigliose, man mano che sali sù per le collinette. Case arroccate, vecchie abbazie crollate che ora ospitano il cimitero e di cui puoi ancora godere delle poche mura di pietra rimaste in piedi o semi crollate (ancora si intuisce il contorno della chiesa a pianta romana); vialetti strettissimi, che salgo o scendono seguendo il profilo del terreno impervio e che si aprono all'orizzonte in una vista che quasi ti abbaglia, sul mare, il cielo ed il porticciolo lì giù, in basso...

Se siete fortunati, potete passare anche davanti a quella che dovrebbe essere a mio parere una grande attrattiva di Howth, almeno per una certa tipologia di pubblico: la Cock Tavern... Ahahahahahah :P

Ed eccoci arrivati quasi sulla vetta: un minaccioso cartello di pericolo ci indica l'inizio di un percorso non protetto lungo le scogliere ed invita caldamente a seguirlo per evitare... come dire... di scivolare diritti diritti in mare... Il sentiero ti conduce sul margine estremo delle scogliere, alcune davvero incredibilmente a precipizio sul mare.

E tu hai a sinitra un panorama sconfinato, fatto di azzurro, azzurro e ancora azzurro, dove gli alberi maestri delle barche ancorate nel porticciolo si perdono nella foschia, tra mare e cielo; e a destra una vista altrettanto sconfinata di verde a perdita d'occhio, dove l'altopiano è completamente ricoperto di erbetta e piante selvatiche; e qua e là spunta una roccia solitaria che ci ricorda la rudezza e la fierezza di questa terra.

Sulla cima, lo spettacolo è ancora più affascinante: appollaiato sull'ultima zolla di terra prima del precipizio, là dove non si può più andare avanti, perchè non c'è più nulla oltre, stai fermo ad osservare la meraviglia della Natura: il porticciolo che ora è solo un piccolo punticino all'orizzonte, il verde ed il blu tutto intorno a te, il mare che sembra da quassù ispirarti una calma surreale; e con il vento che trasporta favole di paesi lontani e quasi ti porta via... resti lì, incantato a tale visione, a meditare.

La discesa è accompagnata dal suono lontano di qualche musicista intento ad animare la propria cornamusa, lasciando che il vento disperda le note dei canti popolari della tradizione Irlandese.

Le Notti a Temple Bar



La notte comincia con un giretto alcoolico per i vari bar e baretti: Cafè En Seine, The Bank, Sin é, Temple Bar... Alcuni sono davvero fantastici per i loro interni, come The Bank, ospitato nell'edificio di una ex-banca e con arredamenti e finiture che definire lussuosi sarebbe riduttivo!

Temple Bar è un quartiere, anzi, il quartiere del divertimento notturno per eccellenza: 10 pub per metro quadro, un pullulare di turisti internazionali, una frotta di artisti di strada e spesso anche gruppetti e band musicali che si cimentano in concerti di musica rock e pop, attirando l'attenzione dei passanti, che si fermano in crocchi intorno a loro.

E poi le luci lungo i grandi argini del Liffley, il fiume che delimita a nord la parte "ricca" della città di Dublino. Oltre le sue acque, vivono, tradizionalmente in quartieri dormitorio, le classi operaie. Tutto il lungo fiume del Liffley è costellato di bandiere arcobaleno: in meno di una settimana, Dublino ospiterà il suo GayPride annuale! Ed i nostri colori rendono ancora più speciali le notti Irlandesi! :P

Dopo aver girovagato tra un pub e l'altro di Temple Bar, con i suoi immancabili negozietti di cianfrusaglie e souvenirs aperti fino a tardi, arriva finalmente l'ora di passare al divertimento vero... quello di St. Great George Street. The Dragon e The George saranno appuntamenti notturni ineludibili per i prossimi 3 giorni!

Gente giovane, Irlandesi doc, che riconosci per l'aspetto magrolino, il pelo vagamente rossiccio ed il look inconfondibile: blue jeans e camicia bianca. Il massimo dell'eleganza dublinese! Al The Dragon ci sono i migliori party in occasione della settimana del Pride, e sarà quindi quella l'ultima stazione del nostro vagabondare...

Dall'ora di cena fino a tarda mattinata, le strade di Dublino, già di per sé intasate da un traffico incredibile, vengono per giunta invase da mandrie di taxi, per riportare a casa sani e salvi gli ubriachi avventori dei pub...

Dopo la folle notte al The Dragon, la mattina comincia lentamente, mooolto lentamente! Il programma del nuovo giorno prevere un pellegrinaggio mistico alla vecchia fabbrica della Guinness, che riconosci lontano un miglio per il suo mastodontico portone nero con su impresso a caratteri cubitali il logo della birra che da questo edificio scorre via a fiumi...

E tanto per rimanere in tema di alcoolici, poco distante da qui c'è l'altra fabbrica simbolo di Dublino e dell'Irlanda in generale: la Old Jameson Distillery, altrettanto riconoscibile per l'enorme botte di Whiskey (mi raccomando, con la "e", sennò si inkazzano! :P) che conduce i visitatori all'interno delle sue meraviglie...

Ritornando verso il centro del Liffley, si incontra l'O'Connell Bridge e la O'Connell Street, che taglia a metà il quartiere settentrionale di Dublino e rappresenta un tripudio di statue e monumenti in memoria della conquista dell'indipendenza da parte del popolo Irlandese.

Per i turisti, però, probabilmente, la principale attrazione della via, oltre ai costosissimi e chiccosissimi negozi, è la Spire, 120 metri di torre in acciaio inossidabile, con una base di 3 metri ed una punta di 15 centimetri. Praticamente è un enorme ago, che serve da monito a tutti i cittadini per sensibilizzarli sulla grande piaga del consumo di droga che affligge la città. Beh, macabro, non c'è che dire!!!

Altra caratteristica simpatica dell'enorme stradone è il General Post Office, che si è rassegnato a non esporre la bandiera britannica insieme alle altre nell'androne, visto che veniva continuamente resa oggetto di incendi e vandalismi! Ah, questi Irlandesi!

Poco più avanti, sulla destra, oltrepassiamo un delizioso mercatino alimentare, che in questo giorno di festa è gremito di gente, e raggiungiamo l'ultima destinazione del nostro tour: la stazione centrale degli autobus di Dublino, meglio nota come Busaras. Una costruzione molto originale, con la sua caratterstica tettoia ondulata, che svetta nel cielo, ancora una volta, grigiastro di Dublino.

Da qui partiremo per il nostro ultimo viaggio verso la quint'essenza della magica Irlanda: un assaggio delle mitiche scogliere Irlandesi, verso Howth!

Trinity College



Il primo pomeriggio è dedicato quasi completamente alle visite ai musei. La cosa fantastica di Dublino, che mi ha spinto peraltro ad entrare fisicamente a numerose mostre, è che gli ingressi sono tutti liberi e gratuiti! Almeno per le gallerie più rinomate; ed è davvero una cosa fantastica! Puoi anche lasciare una libera offerta, per sostenere le economie di questo o quel museo che visiti! Troppo avanti, questi Irlandesi! Ho visitato più musei a Dublino che in qualunque altra città... (ma nooo, non sono mica taccagno!)

E allora via con il National Museum on Ireland ed il suo famoso Treasure di epoca celtica, con una vasta collezione di calici, spille, oggetti di gioielleria e persino le vesti degli antici popoli che vivevano in questa terra meravigliosa! Poi la National Gallery, dove fa bella mostra di sé il Caravaggio nostrano, con la sua incantevole Cattura del Cristo...

Ed infine, il pezzo forte: la Hugh Lane Gallery, il museo di arte moderna, con la sua fantastica Guerra delle Uova, la collezione di quadri di Yeats e lo studio originale, perfettamente conservato e ricostruito con minuzia all'interno di una sezione speciale della galleria, di un altro mito Irlandese: Francis Bacon. Lo studio è letteralmente mozzafiato: si tratta di poco più di uno stanzino, fitto di pennelli, strumenti, tele, libri, stracci, vestiti... tutto accatastato alla rinfusa, in un disordine pazzesco, che lo stesso artista dirà essere perfettamente rappresentativo della sua mente, inimitabile ed inesauribile fonte di ispirazione artistica.

Di fronte alla Hugh Lane Gallery si erge il silenzioso Garden of Remembrance, altro angolo di pace nel caos cittadino, che tra poco meno di una settimana sarà il punto di ritrovo del GayPride dublinese!

La giornata volge ormai quasi verso la fine, sebbene alle latitudini di Dublino il sole tramonti molto molto tardi, la sera. Questo ci offre ancora molto, molto tempo per vincere la stanchezza e cominciare la visita di un altro must Irlandese: il Trinity College di Dublino. Ed in effetti, riprendiamo molto rapidamente le forze, non foss'altro che per i bei pezzi di gnocchi che vediamo gironzolare tra gli edifici di questa enorme università!

La guida segnala un pub molto frequentato dagli studenti, proprio all'interno del campus: il Pavillon, da cui peraltro si gode una meravigliosa vista sul campo di cricket del college. Al Pavillon, cerco il mio posto tra i tavolini spartani stile mensa, prendo un tramezzino ed ordino una mitica Guinness.

A vedere i baristi che spillano la Guinness si rimane quasi estasiati da quest'arte: la spuma, l'odore forte del luppolo che satura l'aria di tutta quanta la città, dal piccolo vicoletto del centro fino all'interno del più squallido dei pub di periferia... Quell'odore inconfondibile e quella cura nel servire il prodotto simbolo di una Nazione, come se fosse quasi un oggetto delicato e prezioso...

In tutto questo, però, mi sono dimenticato che gli Irlandesi bevono come spugne e non ho ordinato preventivamente una half measure: così ora mi ritrovo in mano un boccale di 1000 litri di luppolo spremuto, scuro e denso come solo una birra stout può apparire e per poco non mi serve una gru per portarlo al mio tavolo... mi ci vorrà un giorno intero solo per finirlo!!!

Mentre mi gusto questo angolo d'Irlanda, intorno a me è tutto un fremito di ragazzetti dell'università che discutono delle lezioni, delle partite o si svagano semplicemente per un aperitivo a base, ovviamente, di birra! Mi sembra quasi di essere tornato ai tempi degli esami e delle mense universitarie!!!

Ma il Trinity College offre ben più di qualche ragazzino rossiccio da spogliare con gli occhi: nell'edificio della Old Library è ospitato infatti il leggendario Book of Kells, un preziosissimo volume del Vangelo, finemente e riccamente miniato dai monaci Irlandesi del IX secolo d.C. Sopravvissuto quasi per miracolo a distruzioni, saccheggi e incendi, lo si può ora osservare mentre riposa al piano terra della Old Library... Peccato solo che della versione originaria se ne possano osservare solo 4 fogli: il resto della mostra espone pannelli didascalici con riproduzioni ed ingrandimenti.

Al piano superiore c'è però la seconda sorpresa mozzafiato della Old Library: la cosiddetta Long Room, una stanza rettangolare, come suggerisce il nome, molto molto lunga che ospita migliaia e migliaia di volumi di epoche lontanissime e, colpo di scena, vi è esposta addirittura niente di meno che la Stele di Rosetta! Sono quelle cose che leggi sui libri di storia e di archeologia e poi, quando le vedi dal vivo, a pochi centimetri da te, non puoi che rimanerne affascinato e ammutolito!

Prima di cena, facciamo ancora in tempo a prendere un autobus e a farci rapidamente catapultare dall'altra parte della città, per ammirare la stazione ferroviaria più vecchia d'Europa (sarà poi vero? boh...): la Pearse Station, a due passi dal Gran Canal. Se sia davvero la più antica, non lo so: di certo si tratta di un tratto della ferrovia della Dart: Dublin Area Rapid Transit molto caratteritico, che si incunea tra gli edifici di Dublino ed il suo traffico insopportabile!

A due passi da qui, sul Gran Canal, scovo anche, nei miei vagabondaggi senza meta, niente meno che la sede Irlandese di Google! Si riconoscerebbe anche senza insegna, per quanto è assurda e fantastica all'interno, oltre la facciata ultra moderna di vetro trasparente!

Per prepararci alla notte (ed alla cena... gnam gnam!), ritorno nel cuore della città, a Grafton Street: il sole sta completando il suo tramonto ma nonostante questo innumerevoli artisti di strada ancora affollano Grafton, per raccogliere gli ultimi spiccioli dalla folla di turisti.

Uno di questi artisti, in particolare, coglie l'attenzione di molti passanti, che lentamente si affollano intorno a lui. Con poco più di una chitarra ed un amplificatore, è capace farci letteralmente piegare in due dalle risate. Punta di tanto in tanto qualche passante e comincia a suscitare l'ilarità del pubblico, prendendolo in giro con la tipica sagacia e lo humor tagliente degli Irlandesi!

Ormai è ora di cena e, umidicci per la pioggerella sottile sottile che comincia a cadere, bisognerà prepararsi per una lunga notte in giro per pub...

Il Cielo d'Irlanda



"Ovunque tu sia, bevendo con Zingari o Re, il Cielo d'Irlanda è dentro di te..." Così recita la canzone della Mannoia... E un po' è vero, riassume molto lo spirito fiero degli Irlandesi, la loro propensione ad alzare il gomito, tra boccali che traboccano di Guinness e bicchieri di Whiskey (mi raccomando, con la "e", sennò si inkazzano! :P). Sempre gioviali e giocherelloni quando sono ubriachi, così come freddi ed indifferenti quando sono sobri... Sempre pronti a blaterare e a lamentarsi della propria terra, ma inevitabilmente legati ad essa, vi faranno sempre ritorno, come la Eveline narrata da Joyce.

Come avrete intuito, in questo lungo weekend, da Venerdì a Domenica, ho fatto un salto in Irlanda, a Dublino. L'Irlanda mi ha sempre affascinato, sarà per i posti che un po' appartengono all'immaginario collettivo di tutti noi, di grandi altipiani a precipizio sul mare, pascoli e coltivazioni dove la vita ancora scorre secondo i ritmi lenti di una natura amica dell'uomo... Quei posti da favola che vedi solo nei film... Beh, in questo weekend ho avuto il privilegio di assaporare un po' di queste emozioni. E quelle sì, mi rimarranno dentro per sempre...

Il volo parte alle 6.55 dall'Aeroporto di Pisa: ormai mi sono rassegnato al comodità di arrivare all'aeroporto con un mezzo pubblico, ho imparato a prendere i disservizi di una città ostile e maledetta con il giusto senso dell'autoironia. Pazienza, niente autobus a quell'ora? Bene, si va in bici, con il bagaglio in groppa! Il vero problema è l'abbigliamento per la transizione da Italia a Irlanda: a Pisa ci sono 30 gradi la mattina, a Dublino 15 a mezzogiorno... Mi sa che farà un po' freddino!

E infatti, sorvoliamo il cielo di Dublino che è un pullulare di nuvolette grigiastre; per fortuna non piove, almeno questo. Il comodo AirCoach ci porta diritti diritti dall'aeroporto di Dublino fin davanti alla porticina giallo accesso dell'albergo! Giusto un pezzettino di strada a piedi che ci consente di ammirare la facciata di un edificio giorgiano ricoperto di piante rampicanti che costeggia il lato meridionale dell'immenso parco cittadino, il St. Stephen's Green. L'albergo è proprio lì davanti! :P

Una caratteristica molto divertente delle case e degli appartamenti di Dublino sono le porte: porte, porticine, ingressi, tutti dai colori forti, sgargianti, accessissimi e dalle mille decorazioni! Sono una vera delizia da catturare con una bella foto!

L'albergo è un figata mostruosa, sembra un extra lusso al prezzo di un ostello: in particolare, i tendaggi imbottiti e soffici ed il letto matrimoniale sono stati enormemente apprezzati!!! :P

Fortuna che il volo era molto presto e, con l'ora di fuso orario dalla nostra parte, abbiamo praticamente tutta la giornata intera da dedicare alla visita: il volo di ritorno è previsto per domenica sera alle 20.00, quindi abbiamo 3 giorni pieni pieni, per vedere tutto il possibile ed anche di più! Ma soprattutto, ahimè, per camminare, camminare e camminare ancora! Poveri i miei piedini!!!

Il St. Stephen's Green è un parco bellissimo, dove imprenditori e impiegati delle onnipresenti agenzie di Sollicitors vengono a riposarsi e a fare due passi nelle ore di pausa. Tagliando il parco da sud-est a nord-ovest si sbuca direttamente sulla preziosa Grafton Street, la Via Condotti di Dublino! Una stradina affollatissima a tutte le ore del giorno e della notte, dove i grandi magazzini delle marche più prestigiose del mondo si alternano ad anziane venditrici ambulanti di magnifici e profumatissimi cesti di fiori!

In pochi minuti, si raggiunge il Gaiety Theatre, il delizioso mercato comunale di George Street Arcade e, ovviamente, la St. Great George Street, dove torneremo molto di frequente, visto che ospita due dei principali locali della comunità GLBTQ della città: il The George (complimenti per la fantasia dei nomi...) ad un estremo, e The Dragon (cogliete l'allusione a San Giorgio ed il Dragone?...) all'altro estremo!

Dublino è una città a misura d'uomo: persino gli edifici non sono mai alti più di 4-5 piani, coi loro caratteristici tetti piatti. E in pochi passi siamo già arrivati al kebabbaro più chiassoso e frequentato della città (Zaytoon, davvero favoloso!) e poi il mastodontico City Hall.

Dal City Hall si arriva poi al Castello di Dublino, sul cui ingresso si può ammirare la Statua della Giustizia che volge le spalle alla città: e per gli abitanti questa è una perfetta rappresentazione della giustizia inglese! Ahahahahahah, questi Irlandesi!

Procedendo verso ovest, si raggiungono poi le due cattedrali cristiane, tra le quali la cittadinanza non ha mai saputo eleggere la vera cattedrale, e che oggi sono cadute entrambe pressocchè in disuso. Ogni angolo libero è occupato da meravigliosi giardini dall'erba sofficissima e da aiuole i cui colori mitigano il grigiore del cielo nuvoloso.

Se si ritorna verso il centro, si incontrano altri due grandi parchi cittadini, enormi polmoni verdi nello spaventoso traffico di auto e bus: il Merrion Square e gli Iveagh Gardens. Il primo, in particolare, ha il vanto di essere situato di fronte a quella che pare fosse l'abitazione di Oscar Wilde, celebrato da una bellissima statua bohemiene ad un angolo del parco, che lo ritrae a fumare la pipa con un'espressione giocosa e canzonatoria. Nei pressi della statua, due torrette di marmo scuro sono interamente ricoperte dai suoi aforismi più famosi: ne potete assaporare uno all'inizio di questo blog, in alto! Immancabile, naturalmente, la foto in compagnia del mitico Wilde! :P

Di una sola cosa bisogna seriamente aver paura a Dublino, a parte il tempo orribile persino d'estate, con una pioggerellina fine fine e soffice che sembra essere quella italiana di inizio autunno! Mi riferisco al traffico: a tutte le ore del giorno e della notte, Dublino è una città soffocata dai serpentoni di macchine, pullman, taxi, autobus...

Gli autobus, in particolare, tutti rigorosamente a due piani sul modello inglese, sono davvero fastidiosi! Per le strette stradine di Dublino, rendono praticamente impossibile immortalare un edificio o un momento particolare: passano dovunque e sono il soggetto onnipresente delle foto, nostro malgrado! Maledetti!!!

Per non parlare poi del fatto che... ehm... guidano dalla parte sbagliata! Ubriaconi!!! E sono talmente confusi da questo fatto persino loro, poveriniii :P, che sugli attraversamenti pedonali ce l'hanno scritto, da che parte guardare! Con la vernice delle strisce, hanno anche l'indicazione "Look Right" o "Look Left" a seconda dei casi... Ahahahah

Thursday, June 11, 2009

Europride Parade in Zürich



Si dice che camminare sul lastricato della Bahnhofstrasse di Zürich siamo come camminare sull'oro, in senso letterale, visto che qualche metro sotto ci sono i cavau delle maggiori agenzie bancarie del mondo, che conservano la quasi totalità delle riserve auree svizzere.

Una certa parte di quell'oro è anche di colore arcobaleno, visto che persino la UBS era tra i nomi illustri che hanno sfilato nella parata dello Zürich Europride!

In Bahnhofstrasse c'è anche un enorme rivenditore della Swatch: peccato non abbiano pensato a creare un modello ispirato all'Europride! Sarebbe stata una bella iniziativa...

E' sorprendente soprattutto la cordialità degli zurighesi: se poco poco ti vedono con una cartina in mano e lo sguardo alto rivolto alle insegne delle strade, si fermano loro immediatamente e ti chiedono se hai bisogno di qualche aiuto! Ahahahah, pazzesco! :P

A pranzo, decido di provare un ristorantino segnalato dalla guida, Spaghetti Factory, dal nome evidentemente inequivocabile... Dopo tanti hot dog e cucina alternativa, un bel ritorno al piattone di rigatoni alla bolognese è doveroso! Devo dire che si mangia veramente bene: rigatoni alla bolognere, spaghetti al pesto e gnocchi ai funghi sono vere prelibatezze... Avrete intuito che è stato il mio ristorante preferito per tutto il soggiorno... Eheheheheh

Alle 3, sotto un sole battente, con qualche nuvoletta nera all'orizzonte che non promette niente di buono, comincia il concentramento per la parata. C'è di tutto: ci sono carri per celebrare i 40 anni di Pride!, drag queens, la UBS, il camion di Google, che proprio a Zürich ha un centro di ricerca, gente travestita, coppie di ragazzi, di ragazze, famiglie arcobaleno con il tipico carro dei bimbi...

C'è anche qualche italiano, con la delegazione dell'Arcigay Milano e del Torino Pride! Ma il gruppo più casinaro rimane sempre quello degli spagnoli, avvolti nel loro bandierone nazionale o intenti a sventolarlo come toreri provetti!

E c'è persino il gruppetto di ragazzi del Queer Couch Surfing, con tanto di divano rosa a rotelle, da spingere per tutto il tragitto... Peccato che verso l'arrivo il divano si... ecco... si sia sfondato... :D Ed abbiamo assistito ad una serie di interventi meccanici, trapanature al volo e martellate su chiodi per rimetterlo in forma... Ahahahahah, che spasso!!!

Ma la parte assolutamente più toccante della parata è stata lo spettacolo conclusivo nella piazza del Münsterhof. Qui sono intervenuti l'ex candidato sindaco della città, lesbica dichiarata che ha rischiato di essere la prima donna sindaco lesbica d'Europa; e poi, subito dopo, i politici hanno lasciato la parola ad una rappresentate di Amnesty International, moldava, se ricordo bene, che ci ha parlato degli eventi e dei disastri legati allo Slavic Pride.

Un discorso sentito e straordinariamente intenso e commovente, sulle libertà negate ed i diritti calpestati, in paesi nostri fratelli. E' riuscita a trasmetterci una forza enorme, quando ha detto che sì, è importante, è di fondamentale importanza, partecipare ogni volta, ad ogni occasione, a manifestazioni come questa. Perché ognuno di noi rappresenta un piccolo messaggero di speranza, per un popolo che rischia di perdere anche quella.

Buon festeggiamento per i 40 anni di Pride!

Svizzeri Come Orologi!



Nel caso vi venisse la sciagurata idea di andare in Svizzera usando i treni Cisalpini di Trenitalia, desistete! desistete! desistete! Il viaggio più allucinante che la storia del viaggiatore possa immaginare!

Nonstante il prezzo esorbitante per acquistare il biglietto che poteva lasciar presagire una qualità del viaggio altrettanto elevata; nonostante la millantata alta velocità che rappresenta solo l'ennesima presa per i fondelli di Trenitalia... Niente potrete contro le croniche disfunzioni e gli immancabili disservizi, che vi faranno completare il vostro viaggetto oltr'alpe in non meno di 12 ore!

E pensare che in 12 ore si fa mezzo giro del mondo. Grazie, Trenitalia! Che tu possa morire di una morte lenta e dolorosissima!

Ecco le vicende inimmaginabili che mi hanno portato a Zürich alle 19.30, dopo essere partito da Pisa alle 6.45 del mattino. Sveglia prestissimo, della serie che ti muovi per casa e fai colazione ancora in coma, vagabondando come un nottambulo, occhi chiusi e a tentoni, col solo ausilio della mappa mentale degli oggetti intorno a te, così come li avevi lasciati la sera prima...

Una lavata veloce veloce e poi subito fuori di casa. Ché ovviamente a quest'ora mica possono esserci i servizi di trasporto notturni, a Pisa! Figurarsi! Te la devi fare a piedi fino in stazione! Ma almeno una soddisfazione me la sono tolta: trascinando il mio trolley in giro per il centro di Pisa, ho goduto come un matto a sentire il fracasso assordante delle rotelline sull'asfalto e sui sanpietrini, che penso avranno svegliato mezza città! Cazzi vostri!!!

Arrivi in stazione che non puoi neppure fare colazione, perché a quell'ora è già grasso che cola se trovi un cane che piscia davanti alla biglietteria automatica. Ma tant'è, mi dico: parto prestissimo così prestissimo arriverò! Credici!!!

Aspetto il mio trenino diretto a Genova, per poi prendere la coincidenza per Milano, per poi prendere il mitico treno Cisalpino per Zürich! Wowowowowow! C'è solo un piccolo dettaglio: il treno per Genova fa 20 minuti di ritardo, facendomi perdere il cambio a Piazza Principe. Salgo sul treno successivo per Milano, quasi sputando in faccia al controllore che comincia a sparare storie strane sulle penali per il cambio treno e roba simile. Lo mando serenamente e pacatamente a fanculo, visto che il ritardo che mi ha fatto perdere il mio treno non è certo colpa mia, e comincio la seconda parte del viaggio...

In compagnia di antipaticissimi quanto orripilanti lumbàrd, che credono tutti di essere la reincarnazione di Gesù Cristo in terra, dopo neppure mezz'ora dalla partenza, il treno si ferma in mezzo al nulla, senza spiegazioni, e non riparte più.

Finalmente, dopo 15 minuti di silenzio, il Capotreno si degna di avvisare noi sudditi di Sua Maestà Trenitalia che, per non meglio precisati problemi sulla linea, il treno subirà un ritardo di 30 minuti. Che culo! In realtà, metteremo piede nella grigia stazione di Milano con solo 45 minuti di ritardo: un successone!!!

Io avevo prenotato i vari treni con ampi margini di scambio: ma 20+45 minuti di ritardo complessivo sono davvero imprevedibili! Dunque, perdo anche il mio magnifico Cisalpino da Milano. Oggi dev'essere il mio giorno fortunato, non c'è dubbio! :-)

Salgo su un nuovo Cisalpino in partenza da Milano con 20 minuti di ritardo pure lui. Mando nuovamente in culo i controllori sia di parte italiana che di parte svizzera per il mancato cambio treno sul biglietto e mi godo la restante parte del mio viaggetto, tranquillo tranquillo.

Osservare il paesaggio fuori dal finestrino del treno è davvero rilassante, su questa tratta: passiamo il valico del San Gottardo, godendo internamente dei kilometri e kilometri e kilometri di auto e camion in fila per passare il valico, mentre noi corriamo veloci sui binari! Intorno a noi sono tutte cime montuose, qualcuna innevata, con sorgenti d'acqua e fiumiciattoli ovunque. E poi laghi, laghi e laghi: si va dalle cime innevate con impianti sciistici fino agli stabilimenti in riva al lago...

Nel bel mezzo di questo rude quanto affascinante scenario alpino, il nostro bellissimo trenino Cisalpino si ferma ad Arth Goldau, un paesino sperduto al centro della Svizzera, e veniamo informati dal Capotreno che, causa ritardo eccessivo accumulato in territorio italiano (e sottolineamo: accumulato in territorio italiano...), il treno viene soppresso qui. Cioè, tradotto: mentre in Italia i treni che vanno da Milano a Reggio Calabria viaggiano mediamente anche con 3-4 ore di ritardo e tutti siamo abituati a questi ordini di grandezza; in Svizzera, per non compromettere la media di puntualità delle ferrovie, i treni troppo in ritardo vengono soppressi!

Che culo! Dev'essere che oggi qualcuno mi sta proprio nominando o mi sta pensando intensamente... Gli assistenti delle ferrovie svizzere ci informano sulle possibili coincidenze per chi deve procedere per Zürich e le altre principali destinazioni. Il fatto strano è che non sai mai come parlare alla gente: se quello parla italiano, inglese, tedesco o chissà che altro!

L'unico lato positivo, anzi direi positivissimo... :P, è che quel treno regionale svizzero, per fare l'ultimo tratto di viaggio Arth Goldau - Zürich, era pieno zeppo di ufficiali dell'esercito, di cui per altro uno proprio di fronte a me, che mi ha lanciato un paio di occhiate assolutamente inequivocabili... 2 metri di maschio da monta in divisa mimetica con un fucile di 90 cm in braccio... Aaaahhhh!!! Welcome to Schweiz!!!

Insomma, in tutto questo, arriviamo alla Zürich Haufbahnhof alle 19.30, stremati da un viaggio terribile (eccetto l'ultima tratta...). 2 cambi di tram ed eccoci finalmente all'Olimpya Hotel in Badenerstrasse!

Entro nella hall dell'albergo e mi vengono incontro 4 bears, con pantaloncini e cannottiere che lasciano intravvedere senza troppo sforzo la foresta di peli sui loro petti e che parlano italiano, cercando di farsi capire a gesti dal ragazzetto biondo della reception: sembra stiano chiedendo indicazioni sulla mappa, per arrivare al mercatino delle pulci... Ma il receptionist non capisce una parola di italiano! Ahahahah, che spasso...

Appena entro, tutti si girano e cominciano a mormorare tra di loro; sento distintamente: "L'importante è che usciamo da qui e andiamo a trovare qualcuno che ci scopi"... e un altro ribatte, con gli occhi puntati sul mio culo: "Beh, magari lui"...

Italiani, non c'è speranza... Uno dei 4 da una gomitata all'altro, per quella battuta, come a dire: "Non fare la troia, e se poi non è gay, che figura ci fai fare!" Tipiche seghe mentali italiane... Del resto, dopo qualche istante, mi rendo conto che adocchiano la mia spila del Genova Pride sulla borsa, che dissolve ogni residuo dubbio... Quella spilla dice chiaramente, in stampatello, che non solo sono gay, ma sono anche italiano e quindi capisco benissimo cosa stanno dicendo! Ahahahah!

Faccio finta di niente ed impassibile sfoggio il mio inglese di Oxford al receptionist, che per altro, da come mi guarda e muove le mani per porgermi i documenti da firmare, si capisce bene che pure lui è della Grande Famiglia... Ed è anche un gran bel pezzo di gnocco, se vogliamo dirla tutta...

Direi che questa vacanza mordi e fuggi in Svizzera comincia poprio bene... Peccato solo che non avrò molto tempo da dedicare al favoloso TV LCD da 27'' fissato alla parete della mia cameretta d'albergo... :-)))

Dopo una velocissima rinfrescata ed un cambio di vestiti, torno dal receptionist che sentiva evidentemente la mia mancanza, a chiedere informazioni inutili solo per lasciarlo parlare... "Prima o poi me lo porto in camera...", penso tra me e me...

Non riesce a spiegare quale sia il meccanismo di convalida dei biglietti del tram di corsa semplice (molto probabilmente perché non ne esiste alcuno, visto che nessuno svizzero si sognerebbe mai di salire su un mezzo pubblico senza essere in regola con il biglietto... Ah... beati svizzeri!).

Dopo aver chiacchierato per un po', esco alla scoperta della città! Ormai è quasi ora di cena, non c'è molto tempo: faccio un giro veloce per il centro storico, i monumenti principali che non ti devi lasciar scappare per nessuna ragione al mondo e comincio a preoccuparmi di trovare sulla guida qualche bel posticino per la cena quando...

Capito, guidato dalla musica sempre più forte che sento in lontananza, nella piazza del Münsterhof, dove sono già cominciati i festeggiamenti dell'Europride! Su un enorme palco al limite della piazza si esibiscono a rotarazione vari artisti e cantanti che salutano l'enorme popolo di svizzeri e turisti accorsi a Zürich per l'evento dell'anno. La piazza è gremita di gente e dal lato opposto ci sono stand di hot dog e cucina mediorientale...

La festa è solo all'inizio... :-)))