Ci affacciamo dal finestrino del nostro Boing Ryanair e contempliamo, ammirati, l'agglomerato di isolotti di Stoccolma, sotto di noi, tutti illuminati per la notte ormai fonda. Mentre la sorvoliamo per raggiungere la pista di atterraggio dell'aeroporto, si distingue chiaramente la parte vecchia della città, o Gamla Stan (/Gamla Stòn/), come dicono da queste parti.
L'aeroporto dove atterra il nostro volo è, come sempre accade per le rotte Ryanair, in culo al mondo. Stockholm Skavsta (/Skòsta/) è ad 80 minuti dalla città! Considerando che è già mezzanotte, e dobbiamo ancora ritirare i nostri bagagli, questo mi lascia immaginare che non arriveremo tanto presto sui nostri letti d'albergo...
Skavsta è un aeroporto formato IKEA: tutto in legno, struttura minimalista, altamente funzionale... Per fortuna, non abbiamo sorprese con i bagagli, che arrivano tutti puntuali ed in perfetto stato. Fuori, sul piazzale dell'aeroporto, ci attende la navetta della Flygbussarna (/Flegbussòrna/), il servizio di trasporto pubblico di Stoccolma: il simbolo dell'azienda è un arcobaleno, che è pure serigrafato sul lato di tutti i suoi veicoli... Quale città migliore per ospitare un Europride!!!
80 minuti di viaggio sono lunghi, ed il sonno ormai è tanto: un pisolino sulle comodissime poltrone della Flygbussarna ci scappa proprio... Tra l'altro, ogni poltrona ha la sua perfetta cintura di sicurezza, che l'autista ci invita prontamente ad allacciare: svedesi...
Arrivati finalmente allo Stockholms CityTerminalen, visto che non siamo affatto pratici della metro (non ancora: diventerà ben presto la nostra più fidata compagna di avventure, mentre vagheremo per la città), stanchi morti, decidiamo di fare beneficenza ai taxisti e ne prendiamo uno, per la modica cifra di 140 corone svedesi (poco meno di 15 euro), prezzo fisso per ogni destinazione urbana.
Dove dobbiamo andare? Il nostro albergo è il Vanadis, in Sveavägen. Pronuncio il nome della strada usando i fonemi inglesi (/Svì:vadgen/), ma l'autista assume un'espressione come se gli stessi parlando in aramaico antico. Dopo qualche minuto, senza essere riusciti a trovare un punto di incontro linguistico, glielo scrivo su un foglio, ed ecco che l'autista si illumina, pronunciando quel nome magico con una fiera sequenza di fonemi che vengono dal lontano ceppo linguistico tedesco e che già sanno di un non so che di vichingo: /Sveavòghen/. Evoca quasi i suoni delle vicine foreste di conifere...
L'albero, più che albergo è un vero e proprio ostello, con camerette striminzite, anche queste modello rigorosamente IKEA, 20 metri quadri per letti, scrivania, specchio e armadio... e c'è perfino lo spazio per un cestino della spazzatura. Il bagno in comune è il fiore all'occhiello: in fondo al corridoio (corridoio di una 30ina di stanze...), pulitissimo, con illuminazione controllata da cellule ottiche...
In realtà ci doveva essere anche un piccolo parco acquatico, a ridosso del Vanadis Lunden, una zolla di verde come ce ne sono tante anche in centro città. Ma la sfortuna ha voluto che lo stessero ricostruendo proprio in questo periodo, quindi non abbiamo potuto usufruire di questo lusso svedese. Pazienza :-)
Nonostante l'arrivo in ora tardissima, il giorno dopo, sveglia alle 8, colazione abbondante in albergo e poi di filato alla stazione della metro (che qui si chiama Tunnelbana, o T-bana): destinazione Gamla Stan, la città vecchia!
La nostra fermata della metro, a due passi dall'albergo, è la più impronunciabile di tutta la rete metropolitana: si scrive Rådmansgatan, si pronuncia /Ro:dmasgòtan/. La metro è uno spettacolo altrettanto stupefacente quanto la città in superficie: ogni fermata, ogni stazione è abbellita da una sequenza di installazioni, graffiti, murales o sculture di qualche noto artista europeo; non a caso la T-bana è stata definita la più grande mostra d'arte del mondo.
Tutto nel sottosuolo, come in superficie, è pensato per azzerare le barriere architettoniche, per disabili, non vedenti e non udenti, con una maniacalità tutta svedese: ovunque ci sia una scala mobile esiste anche un relativo ascensore; i marciapiedi della metro hanno i percorsi in rilievo per i non vedenti; tutti i cartelli sono tradotti in Braille; tutti i vagoni hanno la voce automatica che pronuncia le stazioni (fortuna per noi, anche, così almeno impariamo a pronunciarle in svedese...); ed ovviamente le porte (come i semafori) hanno un codice sonoro e luminoso associato ai vari stati (apertura, chiusura, rosso, verde...)
Una cosa particolare è che ad ogni stazione, l'autista esce dalla locomotiva ed osserva le persone salire e scendere dai vagoni, aiutato da tre monitor di sicurezza installati in testa alla fermata, sul marciapiede. Quando il viavai di gente è terminato, annuncia la partenza dal microfono del treno, si rimette al posto di comando, chiude le porte e si riparte... Siamo in Svezia, ragazzi...
La città vecchia è un gioiellino di architettura, con scorci davvero mozzafiato. Gran parte della tranquilla vita cittadina si svolge nella piazzetta del Chokladkoppen, baretto chiccoso ed alla moda, dove una sosta sulle poltroncine in vimini è un must per ogni turista.
Il primo giorno in Gamla Stan non può non prevedere anche una visita all'altro luogo di culto della città: il Palazzo Reale, con la sua pomposa cerimonia del cambio della guardia, alle 12.15. La folla di turisti e svedesi (che qui sentono molto la propria appartenenza alla nazione e sono straordinariamente attaccati ai loro simboli e tradizioni... proprio come in Italia, giusto?) comincia ad accalcarsi nelle zone delimitate, ed al tocco esatto dell'orologio della torre, comincia la banda che precede lo squadrone di guardie reali entrare nel porticato del Palazzo.
Per chi non ha mai messo piede in un monarchia, la cerimonia del cambio della guardia è davvero uno spettacolo da non perdere, con le sue formalità militari, i suoi movimenti tanto meccanici e precisi da suscitare persino ridolini divertiti nel pubblico... La cerimonia dura ben mezz'ora, ma li vale tutti!
Il giro per il centro è poi proseguito verso gli altri edifici simbolo di Stoccolma: il maestoso Riksdag, ovvero il parlamento svedese, che tra breve approverà all'unanimità la legge sui matrimoni gay, in sostituzione delle attuali unioni civili, da celebrarsi nelle chiese luterane del regno; e poi la torre del comune di Stoccolma, alta un metro più della corrispondente torre di Copenhagen (ehehehe, le rivalità non esistono solo in Italia...); le varie chiesette luterane...
Tutta la giornata non basta per visitare questo gioiellino svedese; ci siamo concessi solo una brevissima pausa, per assaggiare uno degli hamburgher più saporiti di tutta Stoccolma, in un chioschetto di neppure 5 metri quadri, affollatissimo di gente: gli affabili proprietari saranno lieti di costruire il vostro hamburgher con gli ingredienti che più vi aggradano! :-)
Potete trovare il servizio fotografico di questo indimenticabile Europride 2008 nella mia galleria online.
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