Citatio diei
Ecco un pensiero profondissimo di un grande bastardo, uno scrittore controverso, dalla vita sregolata e sconquassata... l'Esteta per definizione: Oscar Wilde.

Quanto sono fortunati gli attori!
Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia, o nella commedia,
se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime;
non così nella vita vissuta.

La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti,
per le quali non hanno alcuna inclinazione.
Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono male distribuite.

L'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria;
dategli un maschera e vi dirà la verità.

Oscar Wilde - Aforismi

Friend Test
Ricordo, a chi ancora non lo avesse fatto (bastardi!!!), che e' di vitale importanza per la vostra sopravvivenza fisica, psichica e morale, compilare il mio magnificissimo
FrocioNotizie
Friday, April 27, 2007

Inaugurazione Mamamia 2007!!!



Il tempo passa, gli etero invecchiano e raggrinziscono, il popolo GLBTQRXYZ rinvigorisce e diventa sempre più cool-fashion-glamour. E si ricomincia dall'Estate! Ancora una volta in prima fila, per goderci la magia dell'Inaugurazione della Stagione 2007-2008. Proprio vero che il primo amore non si scorda mai! Sembra ieri che mi avvicinavo per la prima volta a questa baracca di legno sul mare: che universo si sarebbe dischiuso ai miei occhi, da quel momento...

Gli inciuci, le follie, le albe salutate dalla terrazza del Mama... E ora si ricomincia, per una nuova estate da sballo!!! Ricominciano i tira e molla, i tradimenti, le bugie ed i lati oscuri di certe storie... Rivedi le solite facce ogni anno, ogni anno diverse, ogni anno in compagnia di volti diversi... e maturi sempre più la convinzione che no, noi non siamo così. Diverso tra i diversi, il Mamamia è il crogiuolo delle diversità.

Fa ancora un po' freschetto, in prima serata, mentre si aspetta che la folla immensa del popolo della notte invada il locale. Ma poi, nel pieno della serata, è tutto il solito spintonarsi e calpestarsi... Gente dappertutto, che anche se tu dormissi, rimarresti comunque in piedi, sorretto dal milione di persone che si accalca intorno a te.

L'apertura è alla grande, all'altezza dello stile del Mama: piccolo revival della vecchia sigla, davvero Absolutely Fabulous... Ce ne vorrà di tempo per togliercelo dalla testa, questo vecchio tormentone! ormai è un po' come Crema: ogni volta che ne senti le poche note di inizio, non possono che tornarti alla mente tutti i momenti indimenticabili che sono stati sugellatti da quella canzonetta, sulla Marina di Torre del Lago.

Bando ai ricordi, c'è da fare spazio alle pagine bianche della nuova stagione, ancora tutte da imbrattare e scarabocchiare... Chissà se prima o poi riusciremo finalmente a disegnarci sopra un'opera d'arte, o se anche quest'anno rimarranno soltanto scarabocchi e cancellature... Nuova sigla, ovviamente (speriamo non cambi come al solito ogni 2-3 settimane!), nuovo balletto (OH MIO DIO!!! ancora non ho imparato Absolutely Fabulous e già cambiate??? Allora me lo fate apposta!!!).

Però la nuova sigla, diciamoci un po' la verità, fa leggermente caaaaaaa! Diciamo che la devi ascoltare qualcosa come mille volte, prima di fartela leggermente piaciucchiare... Ehehehe. Mega esplosione di coriandoli per aprire le danze, evvai!!! Si deve cercare, come le buone vecchie tradizioni impongono, un ragazzo vergine tra il pubblico, per fare l'alzabandiera!!! Seeeee, ormai per trovarli vergini, venuti al Mama per la prima volta, devi cercare tra i nati nel '93-'94 o dopo ancora! Impresa impossibile!

Piano piano s'alza la bandierina della comunità GLBTQ e la festa comincia! Tutti quei corpi, quelle mani... Dio, ballo per tutta la sera fianco a fianco con questo palestratello, due spalle enormi, che non fa altro che strusciarsi... Vecchi amici, volti nuovi del Mama: stasera, ovunque mi giri, riconosco persone incontrare all'Università, in giro per Pisa, a Mensa... Strano vedere qui la famosa comunità degli insospettabili, che ti riconoscono, ma fanno finta di non vederti, per evitare di essere sgamati... Ahahahahah!!! Quanta strada dovranno ancora percorrere...

La chicca della serata è un ragazzino di neppure 15 anni, ha appena cominciato il magistrale: biondissimo, due occhioni verdi, belli grandi aperti sulla fantastica scenografia del Mama... Il piccolo Filippo è una stellina: uno delle new entry del Mamamia. Le riconosci subito, perchè sembrano come circondate da un'aurea di santità, da un velo dal biancore immacolato... E' venuto direttamente da Firenze, per godersi questo inedito ed inimitabile spettacolo: ci sono persone che verrebbero al Mama al costo della vita, in processione sui ceci, pur di esserci!

Che tenerezza, vedere nei suoi occhi lo stesso stupore e la stessa eccitazione della mia prima volta al Mama! Proprio questa mattina ha completato il suo coming out con il padre, ed ora è qui (con la raccomandazione della madre di starsene ben lontano dalla pineta!!! Ahahaha, queste mamme moderne, che ormai conoscono pure i locali gay di fama!).

Parliamo per ore, del Mama, dei locali, dei nostri percorsi... la scuola, il lavoro... Uuuuuuuuuuu, Regina!!! Vieni tra noi!!! Ah, che cosa meravigliosa, l'entusiasmo del verginelli, di chi vanta ancora uno spirito puro e non è rimasto contaminato dalla pozzanghera dell'ambiente gay... Di chi si apre al mondo senza quel macigno di malizia, di acidità e di frustrazione che soffoca tutti gli altri.

Stasera sono ringiovanito di qualche anno.

Tuesday, April 17, 2007

The USA Odessey - The Ultimate Episode



La verità è che sono una persona troppo calma. Proprio non ce la faccio a perdere la calma. Non so se sia un bene o un male. Però, tant'è. Questa è l'ultima puntata della nostra telenovela. L'unico commento della voce fuori campo è questo: che Alitalia fallisca e si tolga finalmente dalle balle. Perchè tra avere una compagnia di bandiera che è zimbello e barzelletta per tutti noi, nel resto del mondo, e non averla affatto; beh, preferirei la seconda chance. Che se le arrotolino nel cu***lo le salviettine tricolori dell'Italia!

Al Liberty International Airport di Newark, aspettiamo il volo per Malpensa delle 10. E' stato spostato alle 10.30. Ci imbarcheremo alle 11 meno 10. Davanti a noi due americani: a parte il tipico aspetto di americano medio lardoso, con le mani unte di patatine e ketchup, uno di loro dice: "Che saranno mai due ore di ritardo! E' Alitalia!". Questa è la nostra fantomatica compagnia di bandiera. Potete dire che lo stereotipo non corrisponde al vero?

Alla stessa ora, dovrebbe partire il volo per Roma Fiumicino; ma neppure Alitalia sa bene da quale gate imbarcheranno i passeggeri di quale volo. Ogni 10 minuti, i passaggeri dei due voli si alternano tra il gate 51 e il 56 (diametralmente opposti, nel terminal dell'aeroposto): sicchè siamo un po' come un enorme pendolo di gente, che si sposta a destra e a sinistra, ad ogni nuovo annuncio. Sarà una trovata per far dimagrire gli americani lardosi... Almeno quando viaggiano, così si muovono un po'...

Raggiungiamo il punto fisso (prima del limite all'infinito, per fortuna) e ci imbarchiamo. Ultima fila di poltrone, prima della nuova stupenda dark room feature degli aerei Alitalia. Ci sono un po' di facce note: c'è il preticello che ci aveva accompagnato all'andata; c'è il un business man artigianale, fatto in casa... Alla fine ci si ritrova tutti, buoni vecchi compagni di sfiga!

Il volo procede tranquillo, perfino la cena è decente. Hmm, stupefacente: abbiamo meno di 24000 ore di ritardo e magari riusciamo pure a prendere la coincidenza a Malpensa... Incredibile!!! Ma è Alitalia? No, dai: non può essere!

Alla Malpensa, passiamo sullo straordinario velivolo per Pisa, un 2 metri x 0.5 con motori ad elica: forse è uno dei modelli usati dai fratelli Wright, o roba simile. Quando si accendono i motori, vibra come una lavatrice in centrifuga. Bah, tecnologia moderna...

Prendiamo il nostro giornalino quotidiano, allacciamo le cinture... Io sono ancora una volta lato finestrino, quindi posso osservare tutto quello che avviene a terra. Ed ecco che l'arrosto comincia a bruciare e la puzza ci invade le narici: fuori, sotto di noi, c'è il trenino dei bagagli del volo (riconosco persino la mia valigetta col beauty-case! Ah! Che sollievo: almeno viaggerà con me!). Comincia il nastro registrato che ci parla delle misure di sicurezza dell'aereo; si accendono i motori; l'aereo si sposta in posizione di decollo; ma...

Ma il carretto dei bagagli è ancora lì, fermo. Visto che il teletrasporto non esiste ancora, neppure per l'Alitalia, realizzo cosa sta succedendo: i voli sono puntuali, i pasti sono commestibili, i motori funzionano a modo... Ma i bagagli non arriveranno mai... Ahh, mio dolce beauty-case!!! Il caos ha separato ciò che io avevo meticolosamente unito...

Neanche a dirlo, si arriva al Galilei, vado al nastro trasportatore, ma il presentimento ormai è certezza. Il mio bagaglio non è mai partito. Denuncia di smarrimento, prossimo possibile volo per i bagagli: ore 17.00. E poi dopo, ancora, ore 22.00.

Sono in piedi da non mi ricordo più quanto. Ma non posso fare altro. Insieme al beauty-case, che è ben poca roba, rispetto al disastro che si sta prospettando adesso, viaggia mezzo magazzino Zara, souvenirs, buoni pasto, chiavi di casa, carte di credito, carica batterie, bancomat, fidelity card, patente codice fiscale tesserino sanitario elettronico. Qualunque cosa abbia una banda magnetica, sta nel bagaglio, sorvegliato dall'occhio vigile del mio dentifricio.

In mano, ho solo il portatile (che lancerei volentieri tra le labbra dell'assistente Alitalia - il mio portatile pesa 4 kili con batteria e forse 4.5-5 considerando tutte le altre porcherie elettroniche che stanno nella borsa: dite che gli farà male?). Mi è rimasto solo un portatile, un adattatore US-resto del mondo, e il Passaporto.

Sono dentro un incubo, ho capito! Aspettiamo che finisca, prima o poi mi sveglierò. Magari in realtà sono ancora sul volo da Newark, e sto compensando il jet-leg. Arriva il volo delle 17.00: qualche bagaglio viene raccattato, ma il mio manca ancora. Comincio a sentire l'ostilità del Divino, per aver condiviso il volo con il Predicatore. In qualche vita precedente devo essere stato molto (più) cattivo (di quanto non sia già stato in questa). Al karma non si sfugge.

L'ufficiale mi spiega che spesso a Malpensa hanno il vizio di non rietichettare i bagagli, quando li imbarcano sui voli successivi a quello perso. In questo modo, è impossibile tracciare davvero il loro percorso. Bene -penso- fantastico! Adesso ho la conferma che qualcuno sta lavorando contro di me, in modo minuzioso e determinato.

Vedo bagagli dappertutto: bagagli al pomodoro, bagagli fritti, hamburger con in mezzo il mio beauty-case... Era così vicino, sull'aereo, eppure ora così ineluttabilmente lontano. Torno a Pisa centrale. Prendo un autobus. Fortuna che il mio vicino di casa ormai s'è abituato, ai miei rientri senza chiavi: ogni volta, le dimentico da qualche parte, quindi non si scandalizza quando gli dico che sono chiuso fuori. Giunge il mio coinquilino, almeno mi do una ripulita e metto qualcosa sotto i denti.

Chiamo ripetutamente il Servizio Bagagli del Galilei: mai nessuna news. Comincio a pensare all'irreparabile: ma la sola eventualità mi fa star male. E' come aver perso metà della propria identità. E' come togliere la conchiglia alla lumachina...

Comincio ad intercedere presso il Divino, giurando di non aver mai condiviso nessuno dei falsi insegnamenti da fariseo del Predicatore. Venderei anche l'anima al Diavolo, in questo momento. Alle 23.40 squilla il cell: non riconosco la suoneria (i numeri sconosciuti hanno una brutta suoneria, quindi probabilmente è l'ufficio dell'Aeroporto): Signor Veraldi? Il suo bagaglio è arrivato.

Domani le do un bacio. E' un'angelo.

The USA Odessey - Goodbye, New York



Non le auguro a nessuno, 8 oro di volo consecutive. Dopo le prime due, nell'abitacolo si respira un'aria gelida, stantìa, anche se depurata dal circuito del condizionamento. La brina mi aderisce alla faccia: fa freddo... Guido è sparito diversi posti avanti a me. Ed il mio nuovo vicino non è altrettando attraente. In compenso ci sono ancora tutti i componenti della scolaresca, con tanto di arzillo professore in camicina fucsia che ci prova con l'Italiana...

Dormo un po', durante il volo: quei vecchi film in bianco e nero di James Bond e l'archeologia della cinematografia mi fanno venire la giusta dose di sonnolenza... Mi sveglio che dobbiamo compilare il famoso questionario per l'immigrazione: sono un terrorista? vengo negli USA per organizzare attentati? Poveri americani... come gli prude il cu***lo dell'11 Settembre...

Alle 2 del mattino, passiamo l'ingresso dell'Ufficio Immagrazione: Welcome to the United States of America, recita il targone argentato in cima all'ingresso. Si prendono le impronte digitali, sorridi alla web-cam, un paio di timbri sul passaporto e via! A ritirare i bagagli! Saluto il caro Guido, invitandolo a visitare Pisa, quando ha voglia. Chissà se lo rivedrò mai! Andava in America a cercar lavoro: buona fortuna!

Ci dirigiamo all'Avis, per il ritiro della nostra auto. Neanche a dirlo, venerdì 13 è passato, ma la sfiga regna sovrana ormai su tutto il weekend! Impiegano 2 ore a sbrigare tutte le procedure per accettare il voucher della carta di credito per il ritiro: alla fine ci consegnano questa macchinina Chrisler, 6 airbags ma senza chiusura centralizzata. Ormai credevo non le facessero neppure più, le auto senza chiusura centralizzata... Bah...

Il navigatore satellitare è un notebook di forma cubica, non proprio tascabile, che soprattutto lavora contro di noi, segnalando le svolte a 10 metri di distanza, quando in realtà bisogna svoltare subito. Sbagliamo strada un centinaio di volte, prima di adattarci a questo trucchetto. Arriviamo in albergo che ormai è giorno: le 6 del mattino di sabato 14 Aprile 2007.

Il giorno più lungo è finalmente finito! Siamo in piedi dalle 4 di mattina del giorno precedente. Ormai le gambe non mi reggono più. Corriamo alla hall, per prendere le camere e... Ed ecco che quando torno a Pisa, strangolo con le mie stesse mani quella rinco***jonita cronica dell'Agenzia di Viaggio!!!

Avvisare che si arriva tardi la notte ***NON*** significa, in alcun modo, ***ANNULLARE*** la prenotazione del giorno prima, perchè sennò gli sfigati come noi che arrivano alle 6 del mattino, dopo 28 ore di viaggio, devono pure aspettare che la stanza si liberi, vogliamo dire tipo verso le 10???, dai precedenti inquilini e dare tempo alle donne delle pulizie di risistemare tutto.

Così, ci toccano delle gradevolissime ore di sonno agitato (che più che sonno sembra stretching) sulle poltrone di cemento armato della hall dell'albergo. Mentre la gente allegra fa colazione, noi morti di sonno, in coma... sognamo un letto morbido per far riposare le stanche membra.

Per l'ora di pranzo, ci danno la camera (grazie Katinka, te sì che hai capito tutto di viaggi!!!). Piano piano, torniamo alla normalità: un riposino, un buon pasto caldo. Il jet-leg si riassorbe lentamente. Mentre torna la ragione, si fanno avanti i dettagli dell'albergo extralusso di cui siamo ospiti: lo Sheraton Edison Hotel è una figata mostruosa. Lì dove una colazione costa 27 dollari, la connessione ad internet si paga con numeri a due cifre per ora, la piscina riscaldata e coperta è adiacente ad una meravigliosa sauna :P!!!

Al piano terreno c'è un'enorme sala da ballo: la Thomas Edison Ballroom, che questo sabato ospita le New Jersey Daughters of the American Revolution (NJDAR), un gruppo di vecchiacce ultracentenarie e piene di soldi fino ai denti (rifatti e d'oro, ovviamente), che si dedica a ricevimenti e pesche beneficenza... Per poco non mandano a fuoco l'intero hotel, vecchie rimbambite, cazz***o!

La notte, invece, è la volta del ballo annuale delle Pi Kappa Alpha, che detto in italiano significa tanti pisellini teenagers americani gonfi di testosterone, stupidi e ubriachi... Pane (pene???) per i miei dentini... :P Cominciamo MOOOLTO bene! Welcome to the United States of America! Ahahahha.

La Thomas Edison Ballroom ne riserva ogni giorno una nuova: domenica mattina è la volta del gruppo cristiano di non so che cazz***o, che si cimenta in incredibili cori gospel di Alleluja e Ave Maria, proprio come nei films!!! 'Sti americani stanno proprio male!!!

Il tempo è rapidamente cambiato: sabato notte comincia una bufera di acqua e vento, che si trasformerà presto in nevischio, dall'inizio della settimana. Siamo a 6 gradi centigradi (praticamente, -2 gradi per ogni fuso orario con l'Europa!). Fortuna ho portato guanti da neve e sciarpettina, tiè! Questo però avrà effetti disastrosi sulla prevista gita a New York City... Accidenti, come mi dispiace, ci volevo proprio andare!!! Sarà per la prossima volta che si passa di qui :-)

The USA Odessey - The script



Io e Guido cominciamo a stringere una nuova quanto imprevista (oltre che interessata :P) amicizia: lui è molto socievole e lo faccio morire dal ridere! Ci divertiremo, in questo viaggio: se non altro abbiamo un modo per passare l'eternità delle 9 ore di volo! (Anche se non è il modo che io preferirei, dai ditelo, su! Quanto vi conosco!)

Il Boeing è nuovissimo: monitor al plasma dovunque, i sensori dell'altitudine, velocità etc. etc. etc... Guido allaccia la cintura: non faccio commenti sul pacco, sennò poi dite che sono il solito ninfomane... però l'effetto compressione della fibbia lascia intravvedere grandi potenzialità. :-)

Il pilota guida l'aereo verso la pista di decollo. Si accendono i motori e... E rimaniamo fermi con i motori a tutto spiano per tipo 10 minuti. Poi accensioni e spegnimenti vari. Dopo un'ora, il capitano annuncia che c'è un guasto al velivolo e che dobbiamo rientrare per consentire la riparazione agli ingegneri. Almeno 2 ore di intervento tecnico, dice.

La cosa comincia subito a puzzare: non si fa il test dei motori sulla pista di decollo. Persino le linee aeree del Burundi hanno criteri di sicurezza un pelino superiori! E' vero: in fondo si tratta di Alitalia, ma la cosa puzza uguale.

Rientriamo nel parcheggio vicino al gate di imbarco; ci fanno scendere tutti, offrendoci il buono per il pasto al bistro dell'aeroporto. Hmmm, bene tutto sommato: niente può essere peggio delle schifezze che ti danno da mangiare sull'aereo! Si mangia piadine e panini con la caprese, acqua e dolcetto. Di lusso! Quota spesa da Alitalia, finora: fai conto una decina d'euro per passeggero.

All'una del pomeriggio, si torna tutti allegramente al gate di imbarco: hanno sostituito la macchina e ora possiamo imbarcarci! (Deh, vorrei vedere: dopo uno scherzo di quel genere, altro che ingegneri e riparazioni e pezze! sto coso deve volare oltre oceano, meglio cambiarlo del tutto, piuttosto che ritrovarsi con un solo motore in mezzo al mare!). Dobbiamo sostituire le carte di imbarco: accidenti! forse perderò il mio affezionatissimo compagno! Dovrò volare per 8 ore accanto a chi???

In tutto questo, voi ancora non sapete che sul volo c'era il Santone-Predicatore-Porta-Jella, meglio noto come Figlio-Dei-Fiori: un tizio sulla trentina, barba bianca capelli lunghi stile Gesù Cristo. Dice di fare meditazione, e durante l'attesa distributisce tra i passeggeri dei volantini con le 10 regole d'oro della sua dottrina. Impassibile, disdegna persino gli insegnamenti meditatori che gli vengono suggeriti da un bielorusso altro nostro conpasseggero. Altro che Predicatore: secondo me questo qui è l'origine di tutti i mali del nostro volo. Non bastava il venerdì 13???

Rifacciamo le carte di imbarco: supplico la hostess di mettermi dappertutto, fuorchè vicino al Predicatore: se un fulmine dovesse beccare l'abitacolo in volo, certamente colpirebbe Lui, prima di chiunque altri!

A questo punto, si presenta l'ultimissima news: ci fanno aspettare tempi biblici, si fanno le 2 e mezzo del pomeriggio alla Malpensa e ancora non ci hanno imbarcato. Con fare minaccioso e violento, i nemici del Predicatore si avvicinano al gate e chiedono perentoriamente informazioni: non si trova l'equipaggio per volare!

Ahahaha, cioè, cazz***o! Vi rendete conto? Adesso abbiamo l'aereo, ma manca l'equipaggio!!! Roba che se lo racconti, la gente non ci crede! In pratica, è passato l'orario di straordinario dei piloti, e visto che Alitalia non ha il becco d'un quattrino per pagare neppure la carta igienica nel cessi della sua flotta, non si può volare!!!

Urrà! Dopo altre ore di cazzeggio, la hostess si fa in quattro per trovare soluzioni: dai, li facciamo atterrare ad Amsterdam e poi prendono la coincidenza per Newark; oppure Parigi è un'altra opzione... Beh, basta che ci smuoviamo da Malpensa, che ormai ha cominciato a fare l'effetto del film The Terminal, presente? Quello dove il protagonista rimane intrappolato in aeroporto: non può partire e non può uscire dalla zona franca per entrare in America!

Ora capisco come si sentono quelli che lamentano di viverci, in pratica, in aeroporto!!! La soluzione finale di Alitalia si rivela essere quella vincente: ci porteranno a soggiornare in un albergo nelle immediate vicinanze di Malpensa, in attesa di rischedulare il volo nel giro di 10-11 ore.

Evvai! Così partiamo in piena notte, si arriva a NewArk che è ancora notte fonda per il fuso orario e si va dritti a dormire!!! In culo al jet-leg! E' perfetto! Ma ora ridatemi il beauty-case, perchè in albergo senza dentifricio non posso mica andare!

E qui comincia il trauma bagagli: vi immaginate voi? Malpensa, l'aeroporto notoriamente famoso per le peggio magagne con i bagagli (bagagli persi, bagagli frugati dagli addetti, roba che sparisce misteriosamente nei buchi neri intorno all'aeroporto...), un aeroplano danneggiato, un volo cancellato... Quante volte sono stati spostati, scaricati e ricaricati questi bagagli? Secondo me è già tanto che riusciamo a ritrovarli a Malpensa, figuramoci poi aspettarsi che possano arrivare a Newark!!!

Andiamo a ritirare i bagagli sul nastro trasportatore: con noi, alcuni altri passeggeri, ma non tutti. Che fine faranno i bagagli di quelli che non hanno voluto ritirarli, per andare direttamente in albergo a riposare, è cosa ignota, che noi comuni mortali non conosceremo mai... In teoria, dice Alitalia, "saranno rimontati sull'aero al momento opportuno". Ci credete voi?

Io non sono tranquillo se non quando ho fisicamente tra le mani il mio beauty-case. Andiamo in albergo: un extralusso alle porte di Malpensa, fontana in bella vista, due blocchi di edifici comunicanti con un corridoio, dove trionfa un meraviglioso pianoforte, divanetti in pelle... Una sala aperitivi, due ristoranti, la veranda sulla sinistra del corridoio. A destra si può ammirare la piscina all'aperto con giardinetto annesso alla sala da pranzo.

Le camere sono imperiali: letti matrimoniali, moquettes, bagno da urlo con l'idromassaggio... Bigliettini di benvenuto dappertutto, che si congratulano per la scelta (di Alitalia?) e offrono bibite e canali televisivi pay-per-view. Minkia. Questo scherzetto è costato forse un centinaio di euro a persona...

Crollo sul letto, chè ormai le ore di veglia si fanno sentire e pesano sull'idratazione della mia pelle. Verso le 19, dopo un breve riposino, mi metto a lustro nel bagno monumentale e mi preparo per la cena.

Da urlo, ragà! Un intero viaggio transatlantico ha invaso questo albeghetto di provincia, col Metre che un altro po' impazzisce davanti a noi! Ahaahah. Ci sediamo ad uno dei pochi tavoli liberi: spero invano che scenda prima o poi Guido, ma scoprirò solo dopo che lui è stato dirottato ad un altro albergo extralusso nelle vicinanze.

La cena è all'altezza di tutto il resto: una fantasia di penne al tonno, salmone affumicato patate arrosto e guarnizione di verdure bollite, un superbo tortino di cioccolato con lacrime di caramello e zucchero a velo... O MIO DIO: e ho detto tutto!!!

Di lì a poco chiama mia madre: "Oh, lo sai che i piloti dell'Alitalia hanno fatto sciopero oggi? Emilio Fede stava parlando dei voli soppressi alla Malpensa!. O MIO DIO!!! (e due). Quindi, altro che balle sul motore che non funziona, gli straordinari... Tutte balle! Fede è sempre un passo avanti, non c'è niente da fare! Ricostruiamo il copione di questa straordinaria messa in scena: per non dichiarare apertamente lo sciopero (ma creare comunque il massimo del disagio), il personale di volo inscena un guasto tecnico al veicolo. Questo permette di attuare tutte le misure che portano alla sostituzione della macchina. Ma ormai, l'orario di lavoro è sforato ed il personale rivendica giustamente il diritto al riposo.

Alitalia, ignara della commedia che si è consumata a sue spese, sentendosi in colpa per il disservizio imperdonabile, offre vitto e alloggio ai passeggeri danneggiati in uno degli alberghi convenzionati. Risultato netto: uno sciopero coi fiocchi che è costato ad Alitalia un fottìo di soldi (visto che in condizioni normali, ci avrebbe lasciato crepare all'aeroporto!!!). Secondo me, meriterebbero un lauto aumento di stipendio, solo per la finezza di questa messa in scena!!!

Comunque, alle 21 termina lo sciopero. Una navetta ci viene a riprendere per portarci alla Malpensa prima della chiusura notturna. Il nostro volo è stato rischedulato per le 23.59 (quanto sono stati fini persino in quest'ultima, ennesima presa per il culo!) Ho fatto anche una foto al gate col nuovo orario di imbarco, perchè è davvero una ciliegina sulla torta! Potete gustarvela nella galleria di foto, tra le altre...

A mezzanotte, ci imbarchiamo. Ora le cinture farete bene ad allacciarle davvero: questa è la volta buona che si parte!!!

The USA Odessey - The beginning



Ciao brutti! Come ve la passate? Io ho recuperato un po' dello stress da insonnia e fuso orario, e quindi ora posso intrattenervi raccontadovi le mie straordinarie ed incredibili peripezie per raggiungere gli Stati Uniti d'America...

Indipendentemente dal fatto che questo è il mio blog personale (e, quindi, le cose che vi racconto vi entusiasmano e vi emozionano al di là di ogni immaginazione), le vicende in oggetto sono questa volta di tale rilevanza da richiederne un urgente e dettagliato resoconto al mondo. Dunque, partiamo dalla mia gola, che, per quanto larga sia, come potete immaginare, è in questo periodo soggetta ad innumerevoli sforzi per combattere un incredibile intasamento delle vie respiratorie, regalatomi dalle ultime follie di Pasqua.

In queste meravigliose condizioni di salute, venerdì mattina si parte sulla scia dei nostri trisavoli, a cercar fortuna in America. Già primo campanellino d'allarme: ho chiuso la valigia il giovedì prima, alle 23.00 PM. Io. Io che chiudo la valigia tipo una settimana prima anche per fare 10 Km... No, no, brutto segno. Poi questo venerdì è per giunta venerdì 13: e in America il venerdì 13 è giorno sfigato, si sà. Niente di buono si intravvede all'orizzonte...

In realtà, dei vecchi viaggi della speranza dei nostri trisavoli, questo ha ben poco: volo transcontinentale Alitalia, albergo extralusso, auto a noleggio... beh! La nostra azienda ci tratta veramente da Dio!!! Altro che immigrati!

Cmq, il succo del racconto sta da un'altra parte, non perdiamoci in chiacchiere. Si parte direttamente da Pisa, dal maestoso Galilei. Urca! che comodità, direte voi! E invece, già vi sbagliate: perchè il motto di questo post è "Se una cosa può andare storta, lo farà molto peggio delle tue peggiori previsioni". Quindi, disperate pure!

Il volo parte alle 5.45 AM. Ripeto: il volo parte alle 6 MENO UN QUARTO del fottutissimo mattino. Non so se siete pratici di questo genere di orari, ma per me le 6 del mattino, fino a quel venerdì, erano un punto non meglio specificato nella linea del mio SONNO REM. Sonno: significa che uno dorme. E per essere all'aeroporto in tempo utile, devo svegliarmi ancor prima, diciamo verso le 4.

Fantascienza. Roba da X-files: alle 4 del mattino non so neanche se la mia camera esiste già: magari il cinesino che la ricostruisce in Matrix si sveglia più tardi (beato lui); quindi, svegliandomi alle 4 cadrei nel nulla, nel non-luogo, mi ritroverei perso in un'altra dimensione...

Ma tant'è. Mi sveglio; il cinesino dev'essere stato furbo, perchè alle 4 è tutto esattamente come alle 9. Cinesi... Mi preparo, faccio veloce, stavolta: salto in blocco manicure, pedicure, depilazione e rasatura, tanto passerò una giornata di 36 ore nello schifo degli aeroporti, a maneggiar valigie... Arriverò uno straccio, inutile sforzarsi di farsi belli.

Prendo un taxi. Beh, in realtà qui si dovrebbe aprire una parentesi: non avendo mai chiamato il taxi prima, il giovedì sera faccio una prova. Chiamo il numero, credendo che prima o poi mi risponda qualcuno che prende le prenotazioni o robe simili. Invece la voce mi dice: "Il taxi numero X sarà da lei in 5 minuti". Quanto deve aver smadonnato il tassista per quella mia prova serale...

Adesso però il taxi mi serve davvero: quindi richiamo, dico l'indirizzo... Oddio, mi viene assegnato lo stesso taxi della sera prima! Se questo crede alla storiella dell' "Al lupo, al lupo", è la volta buona che rimango a piedi!

Ma l'anima pia si ripresenta, puntualissimo. Chissà se ha capito che ero io anche il giorno prima... Bah. Si va all'aeroporto, di volata, tanto la città la costruisce Matrix man mano che il taxi si muove, quindi non c'è ancora nessuno, in giro.

Desolazione enorme, un silenzio pazzesco. Guardo il piccione-formato-gigante che dà il benvenuto ai viaggiatori del Galilei... Giro di qua, giro di là. Anche l'aeroporto dorme ancora. L'unico coglione che parte alle SEI MENO UN QUARTO. Noto con mio grande stupore che, in bella mostra, sulla torretta di ingresso al Galilei, svetta la pubblicità di Torre del Lago! Evvai, Torre del Lago domina-a-bbestia!!!

Si fa il check in, ci imbarchiamo. Tutto liscio: scalo a Milano Malpensa. Noooo!!! Dove ritrovare il bagaglio è una roulette! Il mio accompagnatore dice che in 3 viaggi con scalo a Malpensa, i bagagli non gli sono mai arrivati in tempo. Se perdono il mio beauty-case, giuro che uccido qualcuno; faccio una strage all'aeroporto, se non ritrovo i vestiti di Zara e la pinzetta per i peli superflui... Ahahaha.

Arriviamo alla Malpensa, transitiamo verso l'imbarco per il nuovo volo per Newark, New Jersey. Tutto tranquillo. Benissimo, dico: ora posso sdraiarmi finalmente sulla comodissima poltrona del Boeing e dormire per le prossime 9 ore... Ahhh, che goduria.

Lasciate ogni speranza, ho detto! Saliamo sul Boeing. Mi scontro subito con il mio futuro compagno di disavventure, Guido. Un ragazzone molto cool-fashion-glamour, di Savona: pantaloni decorati, camicia nera e maglioncino verde acceso. Da quanto è stylish si direbbe sia del partito...

Arriviamo nello stesso istante al posto (ahh, la telepatia?), ci presentiamo. Cominciamo subito a chiacchierare: primo viaggio intercontinentale per entrambi, l'emozione, i progetti. E' molto gay-friendly, almeno fino a quando non si dilunga sull'argomento donne orientali e loro competenza in ambito sessuale. Hmm, mi sa che tanto gaio non è, in fondo...

Forse sui Boeing il mio radar perde i colpi :-( Ed io che già cominciavo a pregustare la prima esperienza nel bagno dell'aereo, a 10000 metri sul livello del mare e 900 Km/h! Sai che figata... Beh, pazienza: c'è sempre il ritorno!!!

In compenso, sul nostro volo c'è un'intera scolaresca americana, tutti teenagers guidati da un professore giovanile in camicia fucsia. Hmm, mi sa che non devo rimandare poi tanto: basta cambiare obiettivo... Ahahahah.

Allacciate le cinture! Si parte!!!

Monday, April 9, 2007

Una Pasqua insanguinata



Oggi è Pasqua. Ma l'Ovetto Kinder non ha lo stesso sapore di sempre. E non vi faccio perciò nessun augurio. Oggi l'Uovo di Pasqua sa di insulti, di odio; ha il gusto delle offese, delle aggressioni e dell'intolleranza. Della paura. Più che simbolo di rinascita, è oggi amaro calice della morte.

Ho dormito 10 ore in 3 giorni. C'è stato il Colors, la notte all'Hubbe, con i coniglietti e le conigliette, le gabbie...; c'è stato l'aperitivo al Mamamia, in attesa dell'apertura ufficiale della nuova stagione. Tanta gente, tanti amici; tanto divertimento, con le solite, vecchie e rassicuranti presenze del mondo GLBTQ...

Tanto divertimento, a ballare fino all'alba, a sbattersi fin quando fa male, fin quando ce n'è... Per non dimenticare. Tanto divertimento in tributo ad una morte terribile, inaccettabile. In memoria ed in tributo a tutte quelle persone che non hanno la nostra stessa fortuna. La fortuna di poter chiamare con nome i propri sentimenti. Di proclamare a testa alta la propria identità.

Ballare fino all'alba, stretti abbracciati agli amici di sempre, per non ricordarci che ancora sia possibile morire di intolleranza. Ballare in ricordo di Matteo, che aveva appena cominciato il suo percorso per ritrovarsi; ed è stato così barbaramente interrotto. Noi siamo arrivati in fondo, invece: ma è un privilegio concesso a pochi. E ne siamo coscienti.

Nella rassegna stampa di oggi leggo affermazioni che mi colpiscono e mi indignano.

La Preside dell'Istituto di Matteo, Caterina Cogno, dichiara: "Matteo è l’orgoglio del Sommeiller". La netta sensazione è che, ancora una volta, questa morte non sia servita a nulla. La netta sensazione è che Matteo continui impietosamente ad essere maltrattato, la sua intimità ad essere sminuita e misconosciuta.

Forse Matteo è stato l'orgoglio del Sommeiller, ipocrita affermazione di circostanza dettata dal senno di poi; di certo oggi il Sommeiller è la vergogna di tutte le persone che sapevano, che hanno visto e sentito; è la vergogna di tutti quei miserabili bulletti che hanno dichiarato ai giornalisti: "Anch'io lo chiamavo Jonathan: non pensavo di fargli tanto male". Tanto stupidi da non rendersi neppure conto delle conseguenze delle proprie azioni.

Bulli fai-da-te, che hanno pensato bene di proseguire l'azione denigratoria nei confronti di Matteo presentandosi al suo funerale, con i visini mesti e la coda tra le gambe (oggi sì, e forse per qualche ora ancora, prima che tutto torni esattamente come prima), da animaletti di sedici anni che hanno rotto il vaso preferito di mamma.

Il Sommeiller è la vergogna spiattellata sulle pagine dei giornali di un Paese, di una città e di una comunità multietnica che è falsamente e superficialmente tollerante.

E' la finta tolleranza di chi dice "Io non ho niente contro i gay, ho tanti amici omosessuali e li invito persino a cena"; è la finta tolleranza da "Sì, mi sembra giusto che anche i gay possano formare una coppia. Ma il matrimonio, per carità!!!".

La stessa finta tolleranza di facciata di quell'insegnante di Matteo, che rincorre addirittura i giornalisti, assalita dall'ansia di dichiarare: "Lo scriva, lo scriva la prego: l'immagine di Matteo che viene fuori dai media non corrisponde al vero. Era il primo della classe, disponibile ad aiutare i suoi compagni e non c'è alcun elemento per dire che fosse gay". Essere gay sminuirebbe forse le sue doti di ragazzino primo della classe, disponibile e generoso agli occhi dei media? Metterebbe forse in diversa luce Matteo?

E' la finta tolleranza di chi non ha capito che la questione non è se Matteo fosse o meno omosessuale: la vera questione è che in quella scuola-vergogna esistano persone (a questo punto studenti e docenti) per i quali esserlo costituisca motivo di vergogna.

E' la finta tolleranza di chi discrimina con tale superficialità e noncuranza (abitudine?) da non rendersene neppure più conto, ormai. Di chi ti dice "Sei gay!", ti umilia e poi si presenta al tuo funerale, credendo che dire "non pensavo di farti tanto male" possa ripulire una coscienza macchiata in eterno.

E dopo le testimonianze della madre sui problemi di Matteo a scuola e le sue proteste persino con la Preside, ecco che ci mancavano le dichiarazioni del vicedirettore dell'Istituto: "Il bigliettino lasciato da Matteo non parla di persecuzioni. Se gli autori fossero di altre classi, gli insegnanti avrebbero notato qualcosa. E se non sono della scuola, non toccava a noi provvedere".

Credevo fino a ieri che fosse precipuo compito della scuola educare i giovani. Alla luce di questo mi devo ricredere. Gli insegnanti l'avrebbero notato, dice questo educatore: ma quali insegnanti? Se tutti gli insegnanti del Sommeiller sono della stessa fattura della sua Preside, non c'è da stupirsi che in questa amara vicenda i suoi studenti si siano distinti per mediocrità e grettezza.

Matteo si alza, quella mattina, come sempre. Si prepara per andare a scuola, come sempre. Ma quando la madre esce di casa, salutandolo come ogni giorno, lui risolve la propria decisione con lucidità e determinazione inaudite: lascia l'ultimo saluto su un foglio, si conficca un coltello al centro del torace e poi si getta dalla finestra di casa sua. Perchè?

Perchè non ha avuto la forza di opporre al disordine dei mezzi di informazione, al disordine logico di chi lo chiamava contro natura, di chi lo voleva costringere nella categoria dell'incesto e della pedofilia, di chi ne derideva il suo essere come Johnathan; non ha saputo opporre a tutte queste disordinate menzogne la realtà forte del suo sentire. L'ordine dei suoi amori.

Perchè nessuno si è mai preso il disturbo di spiegargli che modelli alternativi sono possibili, che esistono. Che ovunque ci sono persone come lui, che quel percorso di riordino, quella certosina operazione di ricostruzione di un'esistenza sono riusciti a completarla. Matteo è morto per mancanza di modelli: e di questo siamo tutti colpevoli.

Come ha dichiarato la cara Delia Vaccarello: "L’omofobia è una lunga mano, che riesce ad armare le sue vittime convincendole a togliersi di mezzo". Parole con le quali vi lascio. Sperando che la rinascita di questa Pasqua possa essere per tutti la rinascita dell'impegno quotidiano nella lotta all'indifferenza e all'ipocrisia. Perchè dobbiamo pretendere di vivere in un mondo migliore.





Wednesday, April 4, 2007

I fiori gay-friendly



Oggi su La Repubblica on-line ho trovato la galleria fotografica dei cosiddetti "Fiori Arcobaleno", inventati dalla Riverflowers. Si tratta di un'invenzione straordinaria, funziona più o meno così: si iniettano colori naturali nel gambo delle piante; quando fioriscono, i petali dei fiori assumono straordinarie sfumatore di colore. In pratica, hanno inventato i primi fiori gay-friendly, straordinario!!!.

Ragazzi, tra un po' è Pasqua: avete comprato le uova??? Ehehe, io le ho comprate e già smangiucchiate tutte! L'altra sera c'è stata anche la festa pasquale al Gruppo Giovani Arcigay! Quale tripudio di cioccolato e dolcetti e pasticcini e tiramisù.... Slurp!

E si avvicina anche il 13 Aprile. Un venerdì. Il 13 Aprile divento anch'io un po' americano: si parte per Edison, New Jersey! Dieci giorni di visita nel nostro headquarter della East Coast: e sfoggerò il mio stupendissimo inglese anglosassone contro quei ciccioni unti e puzzinosi degli americano sboroni! W la Gran Bretagna, tiè!

Insomma, non so se si vede, ma stasera ho proprio i neuroni spappolati. E questa settimana ho pure toccato il massimo storico della concentrazione ormonale. Secondo me, dopo un po', gli ormoni cominciano a interferire con le normali funzioni cerebrali. La lucidità neuronale è un'estasi che non mi è dato provare, in questa vita.

In chat ho conosciuto un tizio di Aulla. Aulla è al confine tra Toscana e Liguria (almeno così sostiene il mio ex: lo sapete no? io in geografia sono spaventosamente ignorante...). Fa il pasticcere (OH MY GOD!), sempre con le mani in pasta... Chissà come è bravo a montare la crema... Ahahah, con questa ho toccato il limite minimo di sopportabilità.

Vi lascio. Che il PaCS sia con tutti voi, in secula seculorum. Amen.