The USA Odessey - The beginning
Ciao brutti! Come ve la passate? Io ho recuperato un po' dello stress da insonnia e fuso orario, e quindi ora posso intrattenervi raccontadovi le mie straordinarie ed incredibili peripezie per raggiungere gli Stati Uniti d'America... Indipendentemente dal fatto che questo è il mio blog personale (e, quindi, le cose che vi racconto vi entusiasmano e vi emozionano al di là di ogni immaginazione), le vicende in oggetto sono questa volta di tale rilevanza da richiederne un urgente e dettagliato resoconto al mondo. Dunque, partiamo dalla mia gola, che, per quanto larga sia, come potete immaginare, è in questo periodo soggetta ad innumerevoli sforzi per combattere un incredibile intasamento delle vie respiratorie, regalatomi dalle ultime follie di Pasqua. In queste meravigliose condizioni di salute, venerdì mattina si parte sulla scia dei nostri trisavoli, a cercar fortuna in America. Già primo campanellino d'allarme: ho chiuso la valigia il giovedì prima, alle 23.00 PM. Io. Io che chiudo la valigia tipo una settimana prima anche per fare 10 Km... No, no, brutto segno. Poi questo venerdì è per giunta venerdì 13: e in America il venerdì 13 è giorno sfigato, si sà. Niente di buono si intravvede all'orizzonte... In realtà, dei vecchi viaggi della speranza dei nostri trisavoli, questo ha ben poco: volo transcontinentale Alitalia, albergo extralusso, auto a noleggio... beh! La nostra azienda ci tratta veramente da Dio!!! Altro che immigrati! Cmq, il succo del racconto sta da un'altra parte, non perdiamoci in chiacchiere. Si parte direttamente da Pisa, dal maestoso Galilei. Urca! che comodità, direte voi! E invece, già vi sbagliate: perchè il motto di questo post è "Se una cosa può andare storta, lo farà molto peggio delle tue peggiori previsioni". Quindi, disperate pure! Il volo parte alle 5.45 AM. Ripeto: il volo parte alle 6 MENO UN QUARTO del fottutissimo mattino. Non so se siete pratici di questo genere di orari, ma per me le 6 del mattino, fino a quel venerdì, erano un punto non meglio specificato nella linea del mio SONNO REM. Sonno: significa che uno dorme. E per essere all'aeroporto in tempo utile, devo svegliarmi ancor prima, diciamo verso le 4. Fantascienza. Roba da X-files: alle 4 del mattino non so neanche se la mia camera esiste già: magari il cinesino che la ricostruisce in Matrix si sveglia più tardi (beato lui); quindi, svegliandomi alle 4 cadrei nel nulla, nel non-luogo, mi ritroverei perso in un'altra dimensione... Ma tant'è. Mi sveglio; il cinesino dev'essere stato furbo, perchè alle 4 è tutto esattamente come alle 9. Cinesi... Mi preparo, faccio veloce, stavolta: salto in blocco manicure, pedicure, depilazione e rasatura, tanto passerò una giornata di 36 ore nello schifo degli aeroporti, a maneggiar valigie... Arriverò uno straccio, inutile sforzarsi di farsi belli. Prendo un taxi. Beh, in realtà qui si dovrebbe aprire una parentesi: non avendo mai chiamato il taxi prima, il giovedì sera faccio una prova. Chiamo il numero, credendo che prima o poi mi risponda qualcuno che prende le prenotazioni o robe simili. Invece la voce mi dice: "Il taxi numero X sarà da lei in 5 minuti". Quanto deve aver smadonnato il tassista per quella mia prova serale... Adesso però il taxi mi serve davvero: quindi richiamo, dico l'indirizzo... Oddio, mi viene assegnato lo stesso taxi della sera prima! Se questo crede alla storiella dell' "Al lupo, al lupo", è la volta buona che rimango a piedi! Ma l'anima pia si ripresenta, puntualissimo. Chissà se ha capito che ero io anche il giorno prima... Bah. Si va all'aeroporto, di volata, tanto la città la costruisce Matrix man mano che il taxi si muove, quindi non c'è ancora nessuno, in giro. Desolazione enorme, un silenzio pazzesco. Guardo il piccione-formato-gigante che dà il benvenuto ai viaggiatori del Galilei... Giro di qua, giro di là. Anche l'aeroporto dorme ancora. L'unico coglione che parte alle SEI MENO UN QUARTO. Noto con mio grande stupore che, in bella mostra, sulla torretta di ingresso al Galilei, svetta la pubblicità di Torre del Lago! Evvai, Torre del Lago domina-a-bbestia!!! Si fa il check in, ci imbarchiamo. Tutto liscio: scalo a Milano Malpensa. Noooo!!! Dove ritrovare il bagaglio è una roulette! Il mio accompagnatore dice che in 3 viaggi con scalo a Malpensa, i bagagli non gli sono mai arrivati in tempo. Se perdono il mio beauty-case, giuro che uccido qualcuno; faccio una strage all'aeroporto, se non ritrovo i vestiti di Zara e la pinzetta per i peli superflui... Ahahaha. Arriviamo alla Malpensa, transitiamo verso l'imbarco per il nuovo volo per Newark, New Jersey. Tutto tranquillo. Benissimo, dico: ora posso sdraiarmi finalmente sulla comodissima poltrona del Boeing e dormire per le prossime 9 ore... Ahhh, che goduria. Lasciate ogni speranza, ho detto! Saliamo sul Boeing. Mi scontro subito con il mio futuro compagno di disavventure, Guido. Un ragazzone molto cool-fashion-glamour, di Savona: pantaloni decorati, camicia nera e maglioncino verde acceso. Da quanto è stylish si direbbe sia del partito... Arriviamo nello stesso istante al posto (ahh, la telepatia?), ci presentiamo. Cominciamo subito a chiacchierare: primo viaggio intercontinentale per entrambi, l'emozione, i progetti. E' molto gay-friendly, almeno fino a quando non si dilunga sull'argomento donne orientali e loro competenza in ambito sessuale. Hmm, mi sa che tanto gaio non è, in fondo... Forse sui Boeing il mio radar perde i colpi :-( Ed io che già cominciavo a pregustare la prima esperienza nel bagno dell'aereo, a 10000 metri sul livello del mare e 900 Km/h! Sai che figata... Beh, pazienza: c'è sempre il ritorno!!! In compenso, sul nostro volo c'è un'intera scolaresca americana, tutti teenagers guidati da un professore giovanile in camicia fucsia. Hmm, mi sa che non devo rimandare poi tanto: basta cambiare obiettivo... Ahahahah. Allacciate le cinture! Si parte!!! |

































No comments:
Post a Comment