Citatio diei
Ecco un pensiero profondissimo di un grande bastardo, uno scrittore controverso, dalla vita sregolata e sconquassata... l'Esteta per definizione: Oscar Wilde.

Quanto sono fortunati gli attori!
Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia, o nella commedia,
se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime;
non così nella vita vissuta.

La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti,
per le quali non hanno alcuna inclinazione.
Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono male distribuite.

L'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria;
dategli un maschera e vi dirà la verità.

Oscar Wilde - Aforismi

Friend Test
Ricordo, a chi ancora non lo avesse fatto (bastardi!!!), che e' di vitale importanza per la vostra sopravvivenza fisica, psichica e morale, compilare il mio magnificissimo
FrocioNotizie
Friday, December 10, 2010

Málaga, Córdoba, Marbella


España, Mi Amor... Niente di meglio di un rilassante break a Málaga, uno dei porti più grandi del Mediterraneo, dove si respira un'area tranquilla e serena e lo spirito vitale degli Spagnoli è il vero protagonista. In poco meno di un'ora si può anche raggiungere Córdoba, per visitare l'eterna magnificenza della sua Mesquita.

La prima cosa che rimane impressa di Málaga è certamente la possibilità di entrare nella Plaza de Toros, in visita gratuita! In tanti viaggi in Spagna, questa è stata la prima volta che ho potuto metter piede all'interno dell'arena vera e propria... ed è davvero un'emozione particolare! Peccato che questi luoghi così fascinosi siano teatro di indicibili atrocità contro gli animali... E pure qui ho beccato la immancabile manifestazione di protesta contro le corride ed i toreri!

Non so bene il perchè, ma sono sempre stato attratto dai luoghi di mare, specialmente nei mesi invernali... E Málaga non è certo da meno: visitare la spiaggia subito a ridosso degli edifici residenziali della città e passeggiare tranquillamente lungo il mare, con questo cielo un po' plumbeo e l'arietta fresca che soffia dal largo verso la riva... ah, che serenità e che visioni magiche! Ha un non so che di decadente...

Tu da solo e lo sconfinato mare davanti a te: esiste forse opportunità migliore per ricaricare le batterie del corpo e dell'anima???

La più grande attrazione di Málaga è però senza dubbio il Gibralfaro, la costruzione fortificata sulla collina, che domina tutta la città ed il porto dall'alto. Oltre alla magnificenza del castello, che ricorda vagamente una Alhambra in miniatura, da qui si possono godere dei panorami mozzafiato, specie all'imbrunire o alle prime luci dell'alba; panorami eterni e straordinari che lasciano intuire in lontananza i luoghi remoti da cui provengono e verso cui salpano le navi che senza sosta trafficano il porto della città.

Come sempre, una visita assolutamente da non perdere è al mercato centrale: un tripudio di odori, sapori e suggestioni, all'interno di un edificio arabeggiante con magnifici finestroni colorati, che si aprono varchi di luce nel marmo intarsiato...

A poca distanza da Málaga riposa sul mare un altro gioiellino della costa meridionale della Spagna: Marbella, un piccolo borgo, dove persino la coppia presidenziale statunitense ha scelto di trascorrere le vacanze estive!

Un paesino dove la vita scorre via lenta e tranquilla, sempre uguale a se stessa e al contempo sempre inevitabilmente diversa: passeggiare sul lungomare, addentrandosi nel parco che costeggia gli svariati kilometri di spiagge (sempre rigorosamente libere e gratuite, come nel miglior spirito spagnolo...) non ha prezzo!

Ma a Marbella vi aspetteranno anche una miriade di negozietti di sovenirs e manifatture ceramiche spagnole; alcuni dei migliori bar dove assaporare il vero gusto dei churros y chocolate; ed una intera arteria cittadina popolata di opere d'arte scultoree del maestro Salvador Dalì! Uno spettacolo per gli occhi e per la gola, dunque! :D

Spostandoci un pochino nell'entroterra, dove la calura spagnola sembra non dare tregua neppure nei mesi invernali..., raggiungiamo infine Córdoba, dove ci siamo riproposti di visitare un altro scrigno di tesori inestimabili per il turismo spangolo: la Mesquita.

Si tratta di una delle moschee riconvertite in chiese cattoliche cristiane più straordinarie che mi sia mai capitato di vedere. L'interno della Mesquita vi lascerà senza fiato, con la sua maniacale cura per le decorazioni intarsiate nel marmo vivo e l'effetto scenografico, noto a tutto a mondo e che tutto il mondo invidia, delle interminabili file di doppi archi, che si mescolano in un mix di colori e vivacità, tutta di ispirazione orientaleggiante.

Visitate la mia galleria online di questo viaggio!

Thursday, September 23, 2010

EuroPride Warszawa con Anti-EuroPride


E quindi è proprio vero! Quest'anno l'EuroPride hanno deciso di farlo in un paese del blocco sovietico, ex-comunista, ultra-cattolico e conservatore. Quale città migliore di Warszawa per un'incontenibile invasione arcobaleno!!!

Devo ammettere che all'inizio ero un po' spaventato da questa scelta: la Polonia non è che sia il paese più tranquillo del mondo, né il più tollerante. A volte rimango persino incredulo sul fatto che faccia davvero parte dell'Europa!

Del resto, le esperienze dei passati GayPride che si sono tenuti nella città non lasciavano intravvedere niente di buono. Le poche volte che il sindaco ha consentito allo svolgersi della manifestazione, ci sono sempre stati scontri anche molto violenti, con gruppi di ultra-nazionalisti cattolici e le immagini delle violenze spesso hanno conquistato le aperture dei TG in Europa.

Ma mi sono fatto coraggio e, non senza un pizzico di curiosità per vedere come fosse un Pride in un paese ex-comunista come la Polonia, e sommando anche un pizzico di orgoglio in più, per andare a difendere i valori di libertà e diritti civili in un paese come quello, ho deciso di dare il mio piccolo contributo alla Causa.

Il giorno del concentramento nella piazza del Municipio di Warszawa c'era il mondo intero! Un fiume di persone, volontari, simpatizzanti e sostenitori, polacchi e stranieri; c'era gente da ogni parte d'Europa e del Mondo. Gli onnipresenti Svedesi, con il gruppo di poliziotti gay; il Gay Men Chorus di Londra; la rappresentanza Canadese; i gruppi cattolici; l'esile associazionismo GLBTQ polacco; le delegazioni dalla Russia; il mondo imprenditoriale, dei club ricreativi, delle disco e dei locali; Google... C'erano proprio tutti! Persino gli attori del film hollywoodiano Milk, che hanno preso la parola al termine dell'immensa parata.

Il mega serpentone di manifestanti si è rivelato in tutta la sua sconfinata grandezza quando ha raggiunto la meravigliosa scenografia all'aperto di Plac Konstytucji, una piazza che ora trasuda orgoglio ed è stata conquistata dall'invasore arcobaleno.

Qui, gli organizzatori hanno iniziato l'usuale dibattito, e solo allora mi sono reso conto della grandezza e dell'importanza di ciò che era appena avvenuto. Mi sono reso conto di quanto ciò che per noi è quasi scontato (ovvero la libertà di esprimere i propri diritti, di manifestare e di protestare, al di là delle ovvie difficoltà che la comunità GLBTQ vive anche in Italia) sia per altre persone già di per se stessa una conquista significativa.

In quei luoghi, che in passato sono sempre stati teatro di scontri e violenze cieche, persino l'essere riusciti a manifestare pacificamente è già una enorme conquista di civiltà.

Proprio perché tutta Europa era lì a guardare e sorvegliare lo svolgimento non violento della manifestazione per i diritti civili, il governo Polacco ha pensato bene di evitare di fare becere figure, come in passato. Si stima che fossero presenti, tra agenti in borghese, poliziotti polacchi e truppe dell'esercito in tenuta anti sommossa, qualcosa come 8.000 agenti a sorvegliare la parata.

E tuttavia, i miei timori riguardo la sicurezza del corteo non erano poi così infondati: più che sorvegliare noi, le truppe di polizia erano lì nel disperato tentativo di separare il nostro corteo dalle cariche degli ultra-nazionalisti, che hanno organizzato una contro-manifestazione per chiedere che l'EuroSodomia tornasse da dove era venuta, sbraitando frasi senza senso contro i gay e l'Europa, in un delirio di stupidità, e chiedendo nuovi forni crematori per tutti noi, i non puri...

La lezione del nazismo non ha insegnato nulla a questa gentaglia: quanta strada rimane ancora da percorrere! Eppure, anche questa è Europa...

Il fotoracconto di questa pazza esperienza polacca lo trovate nella mia galleria online!

Wednesday, September 22, 2010

Łódź


Łódź (/wòotsh/) è un grazioso paesino di periferia, anch'esso candidato a città europea della cultura. Se sopravvivete alle due ore di treno da Warszawa, sui treni polacchi... potrete deliziarvi con la visita di questo borgo, immerso in una vita lenta e tranquilla. Arrivare a Łódź è come tornare indietro nel tempo.

La vera attrazione della cittadina è la Manufaktura, una ex-fabbrica riconvertita ora a centro commerciale. Si tratta di un complesso enorme di edifici in mattoncini rossi con un grande parco interno. Davanti all'ingresso principale c'è persino una enorme scritta in lettere cubitali che dicono Manufaktura, proprio come ad Amsterdam davanti al Museo Van Gogh!

A parte qualche parco ed una mostra di arte contemporanea davvero molto interessante, la tranquilla vita di Łódź si articola intorno alla strada centrale del passeggio: Ulica Piotrkowska. Qui incontriamo delle statue davvero divertenti di Julian Tuwim, del compositore Arthur Rubinstein al pianoforte... Troviamo persino la versione polacca della Walk of Fames!

Il fotoracconto di questa pazza esperienza polacca lo trovate nella mia galleria online!

Tuesday, September 21, 2010

Warszawa e l'Eredità della Storia


Warszawa risente molto del suo passato recente, con gli eventi della Seconda Guerra Mondiale; e dappertutto, ad ogni angolo della città, si può trovare un monumento, un'iscrizione, una lapide che ricorda i terribili anni del nazismo. E' ancora ben visibile il quartiere del ghetto ebraico, uno dei più grandi d'Europa al momento della guerra; e come per il muro di Berlino, anche qui si è voluto preservare quel ricordo, mantenendo per l'intera lunghezza del muro l'iscrizione in acciaio sull'asfalto della strada moderna, o preservando i pochi resti che del muro del ghetto ancora sono visibili.

Una visita merita certamente il terribile Powiak, la prigione dei dissidenti politici, dove si possono persino visitare le antiche stanze adibite a celle e camere di tortura... Davanti al cortile del Powiak, immerso nel grigiore dei palazzi della città, sorge anche il famoso Albero della Morte, un tronco sopraffatto dai messaggi di addio e di commemorazione delle vittime che in questi luoghi hanno perso la vita.

Ma i monumenti che davvero ricordano e trasudano la barbarie degli anni del nazismo sono quelli dedicati alle vittime ebree. Sono talmente tanti che solo elencarli tutti richiederebbe troppo tempo. C'è il bellissimo Umschlagplatz, a commemorazione del luogo da cui gli ebrei venivano prelevati dal ghetto e spediti sui treni verso i campi di concentramento, oggi una costruzione in marmo bianco con tanti nomi di ebrei deportati e morti, incisi nella pietra, dalla A alla Z; c'è il vecchio cimitero ebraico, dove si possono ammirare alcune tra i più bei mausolei della città.

C'è il monumento al Ghetto Uprising, una delle tante rivolte della città contro la barbarie nazista; c'è il mastodontico e davvero toccante monumento alla Powstanie Warszawskie, in cui si vedo i partigiani polacchi come materializzarsi dal fondo della terra o uscire dalle rovine della città distrutta, pronti a combattere per la libertà contro l'invasore nazista. Un grande tributo alla patria ed al sano orgoglio nazionalista polacco.

Ma chi visita Warszawa per qualche giorno non può fare a meno di andare a visitare anche un po' di sobborghi della capitale. Ciò che colpisce è come si passi rapidamente dal sofisticato ordine e dalla pulizia e bellezza delle aree centrali, più battute dai turisti; alla trasandatezza ed alla estrema povertà delle aree immediatamente adiacenti.

Se poco poco ci si allontana da Warszawa, andando per esempio verso Lublin, che pure è stata da poco candidata a città europea della cultura, si comincia a notare l'estrema povertà di un popolo che tanto ha subito ma che caparbiamente tenta ora di sorgere. Lublin ha un graziosissimo centro storico ed un Castellino arroccato sulla collina, che rappresenta la grande attrazione del borgo.

Il principale motivo per raggiungere Lublin è l'opportunità di visitare il primo campo di sterminio nazista ad essere stato liberato dalle truppe alleate: Majdanek (/maidànek/). Majdanek fu il primo dove i sovietici videro gli orrori della follia nazista e fu convertito in museo ben prima che gli altri campi in giro per la Polonia venissero individuati e liberati dagli alleati.

A Majdanek si vede come l'uomo possa perdere se stesso completamente. All'ingresso ci accoglie il Monumento alla Lotta ed al Martirio, dove c'è una discesa dolce dolce che ti porta nel sottosuolo e poi una scalinata ripidissima e alta che ti riporta in superficie, a simboleggiare quanto sia facile per l'uomo perdere se stesso e quanto difficile sia invece tornare sulla retta via. A fianco, il monumento è costeggiato di pietruzze, una per ogni città sterminata qui dai nazisti.

Oltre il monumento, si apre il campo vero e proprio: sono ancora perfettamente conservate tutte le baracche dove venivano stipati i prigionieri; si vedono ancora perfettamente i letti a 2, 3, 4 piani su cui dormivano; le stanze per le docce e per i gas... In una delle baracche c'è persino un mastodontico ed inimmaginabile cumulo di scarpe: si tratta delle scarpe, una piccola parte delle scarpe, sottratte ai prigionieri quando entravano nel campo...

In fondo alla sterminata area adibita alle baracche, la costruzione più tenebrosa di tutte: il crematorio. Qui si possono ancora visitare i forni dove i corpi dei morti venivano bruciati... A fianco del crematorio, una collezione di croci, una per paese, indicante quante vittime si stima ci siano state in quella nazione. Poco più in là, il Mausoleo, una costruzione di pietra enorme che somiglia ad un'astronave: un'enorme cupola sormonta un cumulo di ceneri e reca la scritta: Los Nasz Dla Was Przestroga, ovvero Il Nostro Destino Sia per Voi un Monito.

La visita del campo è un'esperienza unica che trasmette emozioni forti ed indimenticabili. Mentre osservavo allibito tutto quell'orrore senza senso, ho incontrato una scolaresca, forse delle scuole medie o del liceo; tanti ragazzi portati lì dai professori per vedere con i loro occhi l'atrocità folle del nazismo.

Uno di questi ragazzi era ebreo e vagava come un'anima sconsolata, in disparte dal gruppo dei compagni, con la Kippah ed una Torah tra le mani. Insieme a lui, uno dei compagni, forse l'amico più vicino, a consolarlo.

Non dimenticherò mai la figura esile di quel ragazzo che non ha smesso un solo istante di piangere.

Il fotoracconto di questa pazza esperienza polacca lo trovate nella mia galleria online!

Monday, September 20, 2010

Warszawa


Primo viaggio nell'Europa dell'Est, il remoto est che ho colpevolmente tralasciato. Basta con l'Europa centrale e occidentale: ora mi ci vuole proprio un'immersione in culture un po' più lontane e... diverse...

L'arrivo a Warszawa è stato un po' desolante. Non aspettatevi che qualcuno sia in grado di darvi indicazioni in Inglese: neppure alla stazione centrale avrete sorte migliore. Per fortuna, il mio ostello era proprio vicino alla Metro di Politechnika. Un palazzone di vetro e cemento, azzurro e blu, che poche settimane prima, fino alla fine delle lezioni all'Università, era stata la residenza degli studenti! Che figata, senza neppure saperlo, sono finito nelle camere dove fino a poco prima dormivano i giovani aitanti universitari polacchi!!!

Al centro del quartiere moderno della città, circondato da uffici di alta finanza, alberghi lussuosissimi, come il grattacielo del Marriott, e dal meraviglioso edificio della Università Politecnica: un fiore all'occhiello dell'architettura polacca, in meraviglioso stile neoclassico, con ampie scalinate e marmi bianchi e neri... Tra scale, portici e pavimenti a scacchi, sembra quasi di stare dentro uno dei film di Harry Potter!

La cosa che più colpisce della città è il repentino e continuo passaggio da scene di estrema povertà post-bellica, con edifici ancora da ricostruire, ruderi ed automobili mai viste, di anni lontanissimi, tram superaffollati e che sembrano costruiti di cartapesta e alluminio... a grattacieli di cristallo e centri commerciali per quella piccola parte di società che vive nel benessere...

Come il centro commerciale proprio affianco al Pałac Kultury i Nauki (detto anche PKiN), che proprio non può passare inosservato per la sua copertura trasparente che sembra la superifice di un mare agitato... Roba da architetti post-moderni che proprio nulla ha a che fare con il vicino Pałac, una costruzione-obbrobrio, donato dalla Russia alla Polonia e che tutti i Polacchi chiamano ironicamente l'Elefante con la gonnella di pizzo o l'Occhio di Mosca sulla Polonia: un grattacielo di mattoni che si staglia grigio nel cielo della capitale e che ospita anche la Sala Kongresowa, un teatro d'alta classe dove si è esibito persino il Gay Men Chorus di Londra, in occasione dell'EuroPride 2010. L'unica cosa bella del PKiN è la vista della città dall'alto: indimenticabile proprio perché l'unica che non include il PKiN stesso!!!

Per Warszawa ci si sposta tranquillamente in Metro, sempre che abbiate il coraggio di stiparvi in una carrozza di alluminio grigio e rosso che corre a velocità impossibile nel sottosuolo! Le stazioni del Metro non sono particolarmente interessanti o monumentali: si distingue dalle altre solo la Metro di Plac Wilsona, che sembra l'interno di una stazione spaziale alla Star Trek!

Il leit motiv di Warszawa è, a buon ragione, Frederic Chopin: oltre a monumenti e commemorazioni ovunque, non vi risulterà difficile incrociare per le strade della capitale qualche artista di strada che vi delizierà con piccoli brani o veri e propri concerti di pianoforte. Una delle più belle serate a Warszawa l'ho trascorsa proprio nella piazza centrale della città vecchia, con il castello ed il sole calante dell'imbrunire sullo sfondo, ascoltando estasiato le note di un musicista che suonava meravigliosamente Chopin su un vero pianoforte da camera, portato per l'occasione al centro della piazza! Roba fantastica!

E poi gli stradoni contornati da edifici mastodontici del Socialismo Reale (non potrete fare a meno di notare il trafficatissimo incrocio tra Aleja Jana Pawla II e Aleja Solidarności: mezzo secolo di storia in un incrocio...).
E poi i grandiosi parchi, il palazzo di Wilanowska, la Versailles polacca...

Ma senza ombra di dubbio la parte più fascinosa della città è la Stare Miasto, la città vecchia: nonostante il nome, nessun edificio di questa zona ha più di 100 anni, visto che fu completamente rasa al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale, e ricostruita fedelmente all'originale in tempi più recenti.

La piazza del Castello di Warszawa è davvero bellissima: a star fermi lì nel centro, a guardare i tetti caratteristici delle abitazioni polacche e l'inconfondibile facciata a mattoni rossi del Castello e le mura di protezione della città antica... si ha davvero l'impressione di stare al centro della storia... Aggiungete magari qualche nota lontana di qualche musicista alle prese con Chopin ed avrete un meraviglioso quadro da cartolina!

Przedmiescie Krakowskie è la principale arteria della Stare Miasto, anche se ormai convertita in vero e proprio museo a cielo aperto e frequentatissima dai turisti, quasi affollata. Soffermatevi ad ascoltare il tipico suono della torre dell'orologio in piazza del Castello e poi perdetevi nei vicoletti della città vecchia, che si diramano dal Rinek Stare Miasta, dominata dall'inconfondibile fontana della sirena, simbolo onnipresente della capitale.

Il centro antico è un pullulare di casette color pastello, di piazzette sterrate (non perdetevi l'originale piazzetta triangolare della campana), popolate di figure inquietanti, come il dragone che domina il Rinek. Ognuna ha la sua leggenda e in questi luoghi il mito si confonde con la realtà.

Il fotoracconto di questa pazza esperienza polacca lo trovate nella mia galleria online!

Sunday, June 20, 2010

Granada


Beh, con un coinquilino Erasmus a Granada ed il mio grandissimo amico Edu che vive lì, non potevo certo permettermi di andare a Sevilla, senza passare qualche giorno anche a Granada, che si trova ad uno schioppo di dita!

In città tutti ripetono il vecchio motto "No hay en la vida nada como la pena de ser ciego en Granada": e solo dopo che ci sei stato capisci quanto sia vero!

Appena si arriva, passeggiando per il centro, per Calle de los Reyes Católicos, per Avenida de la Costitución, per i mercatini vicino alla Cattedrale, per l'Alcaicería, il vecchio bazaar Mudéjar; e poi ancora, Plaza de l'Ayuntamiento, la Fuentes de las Granadas, la Fuente de las Batallas, la Plaza de Isabel La Catolica... subito si respira un'aria da città frizzante, spiritosa, ricca di studenti.

La città è piccolina ma viva, allegra. Se dovessi usare un aggettivo che più contraddistingue Granada, direi che è briosa. Un particolare molto originale (e gradito!) è il fatto che tutte le strade principali, per riparare i passanti o gli automobilisti dal caldo battente dell'estate, vengono puntellate in alto con dei teloni opachi, che creano una gradevolissima quanto fresca ombra al suolo! Che geni, 'sti Spagnoli!!!

Il vero fiore all'occhiello, però, lo nasconde al di là de quartiere del Albaicín, un contorcimento di vicoletti e stradine che si arroccano sull'altura a ovest di Granada e che un tempo era il quartiere dei mori. E vedi queste stradine in pietra (che camminarci davvero ti distrugge i piedi, accidenti!), attraversate solo da microbus che si arrampicano per le salite e le discese a trapiombo, e dall'alto delle quali, soprattutto dal famosissimo Mirador de San Nicolás, ti si spalanca davanti agli occhi uno spettacolo magico ed unico al mondo: la vista del complesso Mudéjar de l'Alhambra.

Ci vorrebbe una settimana solo per visitarla tutta, l'Alhambra. Si tratta dell'ultima fortificazione Mudéjar di Spagna, l'ultima a dover soccombere sotto la pressione degli "invasori" infedeli. La ricchezza dei suoi interni, la perizia e la qualità quasi maniacale delle sue decorazioni nel marmo, che sono sculture e intagli ma sembrano quasi dipinti!; i giardini tutt'intorno, il poderoso Generalife, il Palacio de Carlo V, il Patio y Salon de las Comares, il Patio de los Leones, la Sala de los Abencerrajes...

Non bastano tutte le parole del mondo per descrivere la ricchezza, la bellezza, l'inequagliabile raffinatezza di questa opera dell'uomo! Se visitate l'Alhambra (particolamente suggestiva è anche la visita notturna del palazzo, da non farsi sfuggire!), di certo non potrà che rimanervi nel cuore per sempre!

Dopo tutto questo girovagare, una bella uscita con gli amici, e con Edu in particolare :))), è d'obbigo! Tra l'altro, Edu non perde mai occasione di presentarmi qualche sua amica figa da accoppiare con il fortunato Marcolino! Eheheheh

Si quieres ver las fotos de esto viaje, entras en la galería online.

Saturday, June 12, 2010

Sevillista Seré Hasta la Muerte II


A pochi passi dal centro, ci dirigiamo verso il Rio Guadalquivir, incontrando un altro gioiellino che fa l'orgoglio di Sevilla: la Torre de Oro, chiamata così perchè i suoi marmi lisci e bianchi delle pareti brillano come fossero oro al sole! Più avanti l'immancabile Plaza de Toros, che si può anche visitare quando non ci sono i crudeli giochi della Corrida.

La fortuna ha voluto che capitassi in città proprio durante la grande festa del Corpus Christi, quindi ho avuto l'occasione di vedere l'intera popolazione cittadina, o quasi, accalcarsi all'entrata della Plaza de Toros per assistere allo spettacolo ufficiale della festa! E che caratteristici i venditori ambulanti di cuscini pieghevoli... Le gradinate dell'arena non devono essere molto comode!!!

Non bastano quasi 3 giorni per visitare tutta Sevilla, soprattutto considerando il caldo torrido di questo periodo, che quasi ti inibisce i movimenti! C'è l'enorme Parque de María Luisa, che ospita lo spettacolare Museo de las Artes y Costumbres Populares, che si riflette perfettamente nell'acqua limpida del laghetto antistante, con le sue torri e la sua facciata in stile magistralmente Mudéjar; c'è il grazioso e coloratissimo Costurero de la Reina; ci sono i maginifici ponti visionari de la Barqueta e de Amarillo, capolavori di architettura contemporanea; c'è il monumento alla tolleranza (penso si tratti dell'unica città al mondo ad aver dedicato un momento alla tolleranza! magica Sevilla!!!)...

Non basta una vita per visitare tutto! Ma sicuramente, le attrazioni che più mi hanno affascinato in questo viaggio sono state due: Plaza de España, una costruzione spaventosamente grande, semicircolare, di mattoncini rossi, che accoglie le ceramiche decorative delle varie province spagnole. Un edificio di proporzioni enormi e di una raffinatezza davvero mozzafiato. Per non parlare poi dell'orgoglio spagnolo che sprizza da ogni suo poro! Che popolo!!!

Il secondo fulcro di attrazione che davvero è unico al mondo è la Real Alcázar de Sevilla: un edificio di arte Mudéjar che dire fascinoso è dir poco. Vi conquisterà con la magnificenza e la ricchezza delle sue decorazioni e con il suo giardino, che richiamano vagamente le meraviglie che vedremo alla Alhambra di Granada. Ma questa è un'altra storia: la nostra visita a Sevilla si ferma qui!

Si quieres ver las fotos de esto viaje, entras en la galería online.

Thursday, June 10, 2010

Sevillista Seré Hasta la Muerte I


I miei viaggi per l'Europa continuano a ritmo sostenuto! La meta preferita, non c'è da dubitarne, è certamente la Spagna, per il suo clima da favola e soprattutto per la gente. Non esiste popolo che sappia vivere meglio la vita, a questo mondo, degli Spagnoli e dei Latini in generale.

La destinazione di oggi è Sevilla, la città più torrida di tutta la penisola iberica. Ed infatti, appena sbarcato dall'aereo, subito mi accorgo di quest'aria pesante che ti avvolge la faccia come fosse un panno bollente: 38 gradi all'ombra, roba da matti!

Credevo di essere l'unico turista in giro per la cittadina, nel pomeriggio. Mentre tutti gli spagnoli si guardavano bene dall'uscire all'aperto durante le santissime ore della siesta, io andavo in giro a guardare e a respirare l'aria meravigliosa di questa città ricca di storia.

La cosa curiosa che colpisce subito è la Metro di Sevilla: hanno impiegato decine d'anni per costruire una linea della Metro, che ancora oggi è l'unica della rete metropolitana, che in totale correrà per il centro per neppure 1 Km... Mah...

L'albergo che ho scelto è favoloso! L'atrio è un enorme portico, tutto decorato con archi che ricordano la vicina Alhambra di Granada, prossima nostra tappa in Andalucia. Attraverso il portico, arrivo alla reception e già noto una bella sorpresa: il receptionist è un ragazzone nero, altissimo, tonico, robusto... Hmmm, cominciamo proprio bene! Se non altro, l'accoglienza è fantastica!

Tuttavia, la doccia fredda arriva di lì a poco, perchè mi spiega che l'albergo ha un piccolo problema con la rete elettrica e che quindi tutti gli ospiti sono stati spostati in un albergo vicino, della stessa catena. Porco Giuda! Lo sapevo che era troppo bello per essere vero!!!

Anche il secondo albergo, però, non ha nulla da invidiare al primo (a parte il receptionist, ovviamente): sembra quasi di fascia superiore! Che lusso e che raffinatezza!!! E pensare che ho speso una sciocchezza per la camera singola!

Sevilla è una città fantastica, con tanto di vita gay attivissima a due passi dal cuore della città, la Alameda de Hercules, un enorme parco recentemente modernizzato, che ospita un proliferare di bar e ristorantini di tapas e paella.

Si può pensare a Sevilla come divisa in due parti: l'ipermodernismo dei quartieri costruiti al di là del Rio Guadalquivir, da un lato, per lo più realizzati per ospitare i padiglioni della Esibizione Ibero-Americana (e ora rimasti come fantasmi, in buona parte deserti ed inutilizzati, come nelle migliori storie di speculazione edilizia all'italiana); e la città vecchia, el barrio viejo, fatto di casette dai vivissimi colori pastello, soprattutto un giallo canarino che contraddistingue inequivocabilmente Sevilla.

I padiglioni della Esibizione Ibero-Americana sono costruiti, tra l'altro, intorno da un enorme palla di cemento e vetro che i Sevillani chiamano la Bola de la Expo: ironia della sorte, non sarà che è stata chiamata così per richiamare l'attenzione sulla bolla, sì, ma immobiliare e cementizia portata dalla Expo???

La città vecchia è un proliferare di chiese, luoghi di preghiera, cappelle e cattedrali, a testimonianza del profondo sentimento religioso che lega i Sevillani al Cattolicesimo.

Passeggiare per il centro, in Avenida de la Constitución fino a Plaza Nueva e poi oltre, verso la strada dello shopping, verso Calle Méndez Núñez, a guardare la Catedral, l'Archivo General de Indias, l'Ayuntamiento... è un piacere del cuore e degli occhi!

Scopriamo poi il tesoro di Sevilla, uno dei tanti, per meglio dire: la torre Giralda, che vigila orgogliosa sulla Cattedrale e tutta la città. Più a Nord, troviamo la famosa e così terribilmente pittoresca e fotogenica chiesetta de la Macarena, con la sua facciata giallo acceso a righe bianche, che quasi sembra luccicare nel sole torrido del vespro.

A Sevilla il sole non tramonta mai! C'è luce dalle 5 del mattino alle 11 di sera: ora si capisce come possono gli Spagnoli cenare così tardi!!!

La cattedrale merita certamente una visita, non foss'altro che per lo sfarzo dei suoi interni (in particolare per quanto riguarda la cappella reale, davvero da togliere il fiato!) e, nientemeno, la tombra di Cristóbal Colón, che, strano ma vero, riposa proprio qui, a Sevilla, ben sorvegliato da 4 statue altissime di bonzo che reggono sulle loro spalle il suo feretro!

Si quieres ver las fotos de esto viaje, entras en la galería online.

Sunday, May 2, 2010

Amsterdam!


Il nostro viaggio in giro per l'Europa continua con una meta ambita e sognata da tempo: Amsterdam, altrimenti detta la Venezia del Nord. Non sono molte le rotte previste dall'aeroporto di Pisa verso il Nord Europa (ed anche per questo il volo non è che sia stato propriamente low-cost...), ma Amsterdam val bene la pena!

Il viaggio è stato praticamente una scommessa, nel senso che fino a pochi minuti prima della partenza, non c'era certezza di poter partire, per via di quel maledetto vulcano Islandese, dal nome impronunciabile (dovrebbe essere Eyjafjallajökull [eja-fiàtla-yokùtl] o qualcosa del genere), che ha sparso il terrore in tutta Europa per un'intera settimana, esattamente fino alla mia partenza! Che culo!!!

E proprio il Nord Europa è stato il più colpito dalle sue pestilenziali polveri! Per fortuna, però, il mio volo non è stato cancellato e, sebbene con circa un'ora di ritardo ed una grande turbolenza a metà strada!, sono riuscito ad arrivare sano e salvo ad Amsterdam Schiphol ([Skìpol]).

Una cosa da ricordarsi assolutamente quando si vola ad Amsterdam è portarsi un bel pacco di spiccioli, per pagare il biglietto del treno fino ad Amsterdam Centraal, perchè né la biglietteria, né le macchinette automatiche né tantomeno i negozianti che esercitano all'interno dell'Hub hanno la benchè minima voglia di cambiare banconote all'ennesimo turista sprovveduto... E ne ho fatto personalmente le spese...

Appena arrivato in città, dopo aver sistemato le mie cosette nell'ostello, scelto per l'occassione nel bel mezzo del centro storico, sulla Warmoesstraat, da cui si dipana il famoso Red Light District, sono rimasto immediatamente stupito e sorpreso dalla tranquillità (apparente) della cittadina...

Tutti quei canali, i ponticelli, le case strette strette ed altissime che si affacciano sugli argini, gli infiniti baretti con i tavolini in bilico sui ponti... Tutto dà un senso di grande tranquillità e serenità, quasi fosse davvero la nuova Serenissima del Nord Europa. Chi potrebbe mai immaginare che, al calare delle tenebre, a pochi passi da Dam Square, si apre il quartiere del peccato e della perdizione, dove anche le passioni più torbide si possono consumare sotto gli occhi di tutti...

In effetti, tutta la vita notturna è concentrata proprio nella Warmoesstraat, con queste orde maschi arrapati che vagano da una casa a luci rosse ad un cinema porno ad un koffieshop; e l'odore acre dei funghi allucinogeni e delle canne si estende per tutti i vicoli... tanto che, se anche non fumi, rimani allucinato ugualmente!!! Poi, con una mandria di spagnoli che dividevano con me la camerata dell'ostello... beh, c'è poco da lamentarsi dell'odore delle droghe...

La città si visita tranquillamente in un paio di giorni: il centro medievale, la magnifica stazione di Amsterdam Centraal, l'immancabile Warmoesstraat, che farà da teatro per molte delle vostre notti brave, Dam Square, il Palazzo Reale; e poi quei fantastici canali che solcano la città da ovest ad est, disegnandola quasi come una immaginaria ruota di bicicletta, di cui le strade rappresentano i raggi, che si allontanano dal centro verso i quartieri periferici!

E poi le biciclette, quelle vere e non immaginarie!, che se non stai davvero attento a guardare sempre dappertutto, ti investono senza troppa cura, sfrecciando a 100 km/h sulle onnipresenti piste ciclabili, colorate di asfalto rosso (forse perchè così il sangue dei pedoni non si nota...)

Non potete poi farvi mancare una visita, per quanto fugace, alle principali attrazioni della città, dalla meravigiosa ed ipertecnologica Openbare Bibliotheek, con le connessioni gratuite a banda larga ed i meravigliosi iMac a disposizione del pubblico; oppure le architetture improbabili di Nemo, Acam e, se siete più intraprendenti e avete un po' di tempo da perdere in metropolitana, dell'ING Huis, il famoso edificio di acciaio e vetro a forma di... scarpa... sede della famosa banca di investimenti ING!

I più intellettualoidi si troveranno a loro agio frequentando invece gli ambienti universitari di piazza Spui o la Stopera, il grande teatro cittadino. Se al contrario vogliamo immergerci nel tessuto sociale del danese medio, non dobbiamo farci mancare una visita al bellissimo mercato di Waterlooplein, dove tutti saranno felicissimi di illustrarvi le meraviglie degli ultimi bulbi di papavero olandese... Oppure al famoso Mercato della Regina, l'Albert Cuypstraat, dove le bancarelle del pesce fresco sono un vero capolavoro, tanto quanto una tela di Van Gogh!

Ma la vera grande attrazione di Amsterdam sono i suoi fantastici musei: il mastodontico Rijksmuseum, il famosissimo ed invidiatissimo Van Gogh Museum ed, ovviamente, ultimo ma non meno importante, il museo all'interno della Anna Frank Huis, l'abitazione che ha ospitato la scrittrice bambina del preclaro Diario.

Dopo un piccolo pellegrinaggio all'Homomonument sulle rive di uno dei canali più esterni, possiamo finamente dedicarci alla immersione nella nightlife gay della città, a stretto contatto con i magnifici Danesi, alti belli biondi e glabri, che anche a 40 anni sembrano bambini in erba! Tra le dark-rooms di Warmoesstraat ed i disco pub di Regulierwarsstraat, ce n'è davvero per tutti i gusti! E con i canali illuminati dalle luci della notte, Amsterdam regala panorami che sono vere e proprie cartoline mozzafiato!

Om te zien foto's van deze reis, bezoek de online galerij

Saturday, March 6, 2010

Valencia, España Otra Vez II



Praticamente ancora in coma etilico, la mattina dopo riprendiamo il nostro giretto turistico per la città, questa volta con meta il quartiere commerciale: Estación del Nord, Plaza de Toros, Lonja de Seda e Mercado de Colón... Niente di più bello, per immergersi nella cultura e nelle tradizioni di un popolo, che andare nel weekend al mercato cittadino e provare i sapori e gli odori del posto.

La cosa che più colpisce, girovagando per il centro storico di Valencia è senza dubbio il contrasto, costante ed onnipresente, tra le costruzioni nuove o supermoderne ed edifici fatiscenti o in demolizione. Spesso, anche a due passi da grandi attrazioni turistiche, si nascondono scorci di edifici sventrati e pericolanti, dalle precarie condizioni di sicurezza...

Cosa non potevamo mancare di provare, a Valencia? Siamo nella culla della Paella, la vera Paella Valenciana! Non possiamo perdere l'occasione di entrare in una anonima bettola del centro storico, un luogo lontano dai giri turistici, ed ordinare un sano piatto di paella con pollo e coniglio (visto che, sembra, la ricetta originale alla valenciana sia di carne e non di pesce, come spesso si è indotti a pensare...). Come sempre in Spagna, la paella è un'esperienza di grande goduria sensoriale: Valencia non poteva smentirsi!

Nel pomeriggio, una rapida visita alla caratteristica Plaza Redonda, una piazza perfettamente circolare, con negozietti e bottegucce tradizionali, venditori di frutta e verdura fresche, piccoli spacci, sartorie e calzolai.

Una volta rifocillatici di paella, ci attende il grande parco del Turia, dove, tra un aranceto e l'altro, ormai tutti già in fiore, con i prati verdi completamente ricoperti di frutti maturi caduti dai rami, arriviamo al magnifico Palau de la Musica, circondato da palme e fontane che si attivano a ritmo di musica.

Poco più in là, Valencia ci riserva la sorpresa di un originalissimo parco divertimenti per bambini... ma in fondo anche per noi adulti: il Parque de Gulliver. Si tratta di una enorme ricostruzione del gigante Gulliver, sdraiato per terra con tanto di lacci, corde e picchetti per tenerlo fermo, ma dove tutto, dai capelli, alle dita delle mani, alle gambe e perfino le scarpe, sono scivoli, labirinti, percorsi ed intrattenimenti per i bambini!

Il pomeriggio lo dedichiamo interamente allo sconfinato (quanto costoso) Museo Oceanografico, dove, all'interno di un fantastico edificio curvilineo, che dovrebbe rievocare il profilo delle onde dell'oceano, sono ospitati e ricreati in minuzia gli habitat faunistici di tutti i mari e gli oceani del mondo. La visita completa richiede davvero quasi un giorno intero!

Particolarmente interessanti sono i graziosissimi pinguini, le foche, i fascinosi cavallucci marini, le odiose meduse... L'oceanografico è anche il primo ed unico acquario in Europa ad aver ricreato le ambientazioni dei Poli e ad ospitare due meravigliosi esemplari di belughe.

E' un piacere vagabondare tra gli acquari dell'Oceanografico, tra i suoi laghetti artificiali, gli edifici futuristici, i passaggi sotterranei e gli animali, anche giganteschi, al di là dei vetri spessi delle vasche. Ci sono persino degli spaventosi esemplari di squali!

Esausti per tutta questa scienza, facciamo un veloce spuntino e ci dirigiamo giusto in tempo verso il Delfinario, dove sta per cominciare il bellissimo spettacolo con gli istruttori e i delfini. Un intrattenimento di poco più di mezz'ora, tra giochi, acrobazie ed esibizioni di questi intelligentissimi animali marini, grandi amici dell'uomo!

Pronti per l'ultima sera a Valencia, ceniamo in uno squisito bar di tapas, all'ombra della cattedrale, dove ci vengono servite queste bruschettine stracolme di riso, carne, verdure, gamberetti, tonno... Le tapas stanno alla Spagna un po' come il sushi sta al giappone: si tratta spesso di vere e proprie opere d'arte culinaria in miniatura!

La notte ci perdiamo nel fumo del Deseo54, una disco gay esclusiva quanto affollata. L'indomani, il ritorno in Italia sarà un po' più difficile...

Si quieres ver las fotos de esto viaje, disfruta la galeria online!

Valencia, España Otra Vez I



Ritorna a grande richiesta un bel weekend di break dalla solita routine del lavoro. Anche questa volta, si torna nel Paese nostro fratello gemello, la Spagna: destinazione, Valencia. Ho la fortuna di poter andare a trovare un vecchio amico che ora vive lì, con un bel volo low-cost della Ryanair.

Le partenze per Valencia sono particolarmente vantaggiose, visto che ci si imbarca alle 19.20, praticamente con tutta comodità dopo il lavoro; e si atterra in tarda serata, pronti per una notte di folies scandal giallo-rosse :-)

Davanti a me, nella fila per l'imbarco, c'è un bel manzo di 1.90, castano, palestratello quanto basta... Parla poco, con un italiano un po' stentato, ma si capisce subito che è spagnolo... cominciamo proprio bene!

Più avanti nella fila, un vecchiaccio cafone, apparentemente napoletano, che con 200 valigie a seguito, si lamenta di aver dovuto pagare una sovrattassa per eccesso di bagaglio e minaccia di denunciare la Ryanair... Proprio vero che noi Italiani siamo unici al mondo, per fortuna!

Allo sbarco a Valencia, già si respira un'aria tutta diversa, sarà l'impressione, ma la temperatura è quasi estiva, il cielo limpido, la gente tranquilla e rilassata, le strade costeggiate di enormi alberi di palma e il parco, che corre lungo tutto il vecchio letto del fiume Turia, ricoperto ora di aranceti a perdita d'occhio... Benvenuti in Spagna!

Scendo con la metro alla stazione di Alameda e trovo già lì, ad aspettarmi, la prima meraviglia architettonica della città: il ponte di Calatrava, con il suo arco ed i suoi tensori a tagliare l'orizzonte con stupendi effetti di luce.

Sarà che il mio amico abita a pochi passi dal porto, ma seguendo la grande via di scorrimento dell'Avinguda del Port, sembra di essere in una città di villeggiatura estiva... quasi quasi avrei fatto meglio a portare il costume da bagno!

Prima di farsi trascinare dalla frenetica vita notturna di Valencia, facciamo subito un salto ad una delle attrazioni da non perdere: la Ciudad de las Ciencias, un complesso architettonico visionario, a contorno di uno specchio d'acqua artificiale, color smeraldo. L'edificio futurista del teatro cittadino, il Museo de las Ciencias e l'Hemisferic si stagliano orgogliosi in questo isolotto ricavato dal letto del vecchio fiume Turia. Di notte, le luci lo rendono ancora più mirabile.

A questo punto, puntiamo al centro, in particolare al Barrio del Carme, cuore vitale della notte valenciana. Prendiamo un taxi, visto che la metro è già terminata (cosa abbastanza insolita per un posto così e considerato che siamo anche al weekend... bah...). Fortuna che i taxi costano quasi quanto in un paese in via di sviluppo! Praticamente viaggiamo gratis!!!

Ci facciamo lasciare alle Torres de Serranos, uno dei vecchi accessi alle mura interne della città e ci dirigiamo a piedi verso la Catedral del Santo Cáliz, dove nientemeno si narra che sia conservato (una copia del) Santo Gral... Follie per turisti...

Dalla Cattedrale si diramano varie stradine affollatissime di Italiani (dalle 21 a mezzanotte) e di Spagnoli (dall'1 alla mattina successiva, visto che, si sa, in Spagna è come se ci fosse il fuso orario...). Calle de Caballeros è una di queste, che ti porta direttamente ai principali locali notturni. Dalla parte opposta, invece, si aprono le vetrine del Café de la Seu e del Café de las Horas, due mete imperdibili per vivere la Valencia gay, prima che comincino le serate in disco.

La prima notte ci lasciamo travolgere semplicemente dalla folla e, seguendo una Drag Queen vestita da albero di natale con tante palline colorate sulla campana della gonna, ci facciamo consigliare una buona disco per completare in bellezza la nostra giornata. Proprio di fronte a noi, la Disco Venial comincia a popolarsi di bei manzetti.

La cosa triste di Valencia, unico neo di questa città meravigliosa, è che, come spesso anche in altri posti della Spagna, non sono in grado di fare un buon Negroni, neppure seguendo le istruzioni... Pazienza, si andrà avanti a suon di Cuba-Libre, poco male... :-)

Cocktails a parte, il mio amico (ufficialmente etero) deve essersi già ambientato molto bene in questo locale, oppure dev'essere il gaydar di noi omosessuali che colpisce ancora: in un modo o nell'altro, appena gli avventori della disco annusano la presenza di un maschio etero, le antenne si drizzano e tutte le attenzioni sono puntate su di lui e non lo mollano più... Un incipit un po' traumatico, per la sua prima serata gay!!!

Si quieres ver las fotos de esto viaje, disfruta la galeria online!