Citatio diei
Ecco un pensiero profondissimo di un grande bastardo, uno scrittore controverso, dalla vita sregolata e sconquassata... l'Esteta per definizione: Oscar Wilde.

Quanto sono fortunati gli attori!
Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia, o nella commedia,
se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime;
non così nella vita vissuta.

La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti,
per le quali non hanno alcuna inclinazione.
Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono male distribuite.

L'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria;
dategli un maschera e vi dirà la verità.

Oscar Wilde - Aforismi

Friend Test
Ricordo, a chi ancora non lo avesse fatto (bastardi!!!), che e' di vitale importanza per la vostra sopravvivenza fisica, psichica e morale, compilare il mio magnificissimo
FrocioNotizie
Tuesday, December 8, 2009

Ich Bin Ein Berliner - East Side



Dicono che la zona della ex Berlino Est sia la più rappresentativa di una città che tenta di risorgere dalla cenere e di fare i conti con un passato ingombrante che l'ha vista martoriata per decenni. Qui si concentra buona parte del fermento artistico e culturale della moderna Berlino.

Si comincia senza dubbio dalla Rosenhöfe‎, un gruppo di isolati collegati da verdi piazzole, ciascuno con un tema architettonico a se stante: si va dal roseto interrato ai balconcini stile liberty. Una vera chicca per i fotografi!

Abbiamo poi il cimitero Ebraico più antico della città, l'Alter Jüdischer Friedhof, la fantastica Neue Synagoge ed una sorpresa davvero incredibile. Alla fine dell'immensa Oranienburger Straße sorge un edificio che, da fuori, sembra poco più che un rottame post-bellico, in completo stato di abbandono. Un esame più attento rivela, invece, un insolito contenitore di fermento artistico, chiamato Kunsthaus Tacheles: se ti fai largo tra i calcinacci e parti di pilastri pericolanti (e, in certi punti, persino tra la spazzatura!), scorgi un cortile interno con officine di saldatura dove si producono gigantesche sculture di acciaio e ferro, nonchè l'entrata di una palazzina di 5 piani, dove tutte le pareti sono interamente coperte da graffiti e, sembra quasi, opere di arte contemporanea.

L'edifico ospita anche vere e proprie mostre ed esposizioni d'arte... sa quasi di spazio autogestito da una qualche forma di centro sociale. Uno spazio che da solo vale la visita di Berlino!

A questo punto, facciamo rotta verso la grandiosa Karl-Marx-Alle, il cuore della città rossa, simbolo del progetto architettonico del Socialismo Reale: un vialone a quattro corsie, disseminato tra l'altro di punti di ritrovo e svago gay, dal mastodontico multisala del Kino International, al Mockba... Poco distante da qui sorge anche il super affollato Babylon e l'originalissimo White Trash Fast Food... ma non presentatevi prima dell'una di notte: i berlinesi sembrano avere gli stessi costumi notturni degli spagnoli, quasi...

Per avere un altro magistrale esempio di architettura tipica della ex Berlino Est, basta fare un salto al Kulturbraurei, un complesso di edifici industriali dismessi, con tanto di ciminiere e camini di sfogo ormai in disuso, che ospita un mercato, attività culturali, associazioni ed artisti, che gli danno ora una nuova destinazione d'uso e ne reinventano il significato.

Se potete, non perdetevi un tipico Currywurst da Konnopke's Imbiß: mezzo nascosto sotto le arcate della stazione della U-Bahn di Eberswalder Straße, dicono sia di gran lunga il migliore di tutta Berlino! E per quello che ho potuto sperimentare in tre giorni, è proprio vero!!! :-)

Così rifocillatici velocemente, facciamo un'ultima tappa in Kastanienallee, all'estremo nord-est di Berlino, in una graziosa libreria GLBTQ, Schwarze Risse, con annesso un altro dei tanti edifici un po' cadenti ed autogestiti da centri sociali che però, in questo specifico caso, è una comunità molto molto particolare: si tratta di un gruppo di gay punk!!! Fuori di testa...

Il resto del pomeriggio è interamente dedicato alla visita della Museumsinsel, considerata, tra l'altro, Patrimonio dell'Umanità Unesco: è la zona che raccoglie un'imbarazzante quantità di musei, tra cui l'imperdibile Pergamonmuseum, dove è stato ricostruito, piastrella dopo piastrella, in un lavoro certosino da perderci la testa, il mastodontico Ishtar Gate, nonché l'altrettanto impressionante Altare di Pergamo, che dà il nome al museo.

Se vi resta un po' di tempo per vagabondare anche nel sottosuolo di Berlino, proprio per non farvi scappare neppure un centimetro di questa città magica, vi consiglio di fare tappa in alcune tra le più belle stazioni della U-Bahn: non sarà certo come la curatissima e favolosa underground di Stockholm, ma si difende bene.

Tra le stazioni degne di nota, vi segnalo: Brandeburg Tor, ancora una volta con mega installazioni sulla storia del Berliner Mauer; Klosterstraße, con le sue divertenti riproduzioni dei mezzi di trasporto pubblici, dal XIX secolo ad oggi; Schillingstraße e Platz der Luftbrücke, con le rappresentazioni della vita quotidiana di Berlino in stile fumetto; l'immancabile Alexanderplatz, con i suoi arredamenti spogli, da fabbrica della DDR; Spittelmarkt, dove potete divertirvi a riconoscere i luoghi della Berlino di oggi nelle foto d'epoca del secolo scorso; Märkisches Museum, con le rappresentazioni stilizzate, dadaiste o cubiste della pianta topologica di Berlino; Zoologischer Garten, dove potete immaginare il tema delle installazioni; ed infine, la mastodontica Ostbahnhof.

Fino a poco tempo fa, era la principale stazione di interscambio della città: disposta su quattro livelli, fa da connettore per Bus, S-Bahn, U-Bahn e ferrovie. Piccola curiosità: proprio all'interno della Ostbahnhof è ospitata una mostra permanente di... orsi! Il simbolo della città riprodotto in decine e decine di copie, identiche nella forma tipica, ma decorate secondo il gusto delle varie Nazioni che hanno partecipato al divertente progetto!

Prima di fare ritorno nella triste Italia, visto che siamo nei pressi della Ostbahnhof, c'è ancora tempo e non può mancare un'ultima tappa di pellegrinaggio alla East Side Gallery: il frammento più lungo del Berliner Mauer ancora rimasto in vita, decorato da ormai famosissime produzioni artistiche, dal Test The Rest al Bacio della Morte. E con questo si conclude la nostra avventura.

Se volete assaporare le emozioni di questo viaggetto a Berlino, visitate la mia galleria online!

Ich Bin Ein Berliner - West Side II



La giornata non può che cominciare con un cult di Berlino, altro luogo di pellegrinaggi di gente da tutt'Europa: l'Holocaust-Mahnmal, 2700 pilastri di cemento, di varie dimensioni, disposti su un'area immensa di terreno irregolare, che si alzano fino a togliere il respiro al visitatore, trasmettendo (seppure in minimissima parte) un senso di oppressione sconfortante, che in qualche modo dovrebbe ricordare quella dei tanti Ebrei vissuti e caduti sotto la follia Nazista.

Da qui, si prosegue naturalmente verso la centralissima quanto affollata Friedrichstraße (che ospita, tra l'altro, un apprezzato locale gay... :)) e le installazioni futuriste dei centri commerciali Quartier 205 e Quartier 206.

Tra un megastore e l'altro, ci concediamo una breve deviazione verso Bebelplatz e il suo famoso monumento in memoria dell'insana idea Nazista del Rogo dei Libri, compiuto proprio in questo punto, situato al centro della piazza e consistente in un'originale superficie di vetro, dentro la quale si può guardare di sotto, scorgendo una grande sala quadrata,le cui pareti sono interamente coperte di scaffali di libreria... desolatamente vuoti... Di sicuro impatto!

Continuiamo verso sud e arriviamo prima alla graziosissima Gendarmenplatz, che ospita, oltre alla prestigiosissima Berliner Konzerthaus, anche un affollatissimo quanto chiassoso mercatino di Natale; e, successivamente, ad un'altra destinazione immancabile nel bagaglio del turista a Berlino: il mitico Checkpoint Charlie, uno dei pochi passaggi dal settore Est verso l'Ovest.

Qui i riferimenti storici sono enormi, un marea di eventi più o meno famosi sono avvenuti proprio su questa lingua di terra, come le crisi di nervi tra USA e URSS a suon di scontri "freddi" tra Panzer, immobili ma schierati sui rispettivi limiti di confine; oppure l'episodio di quel pazzo che si è sdraiato proprio sulla riga di confine, metà corpo a Est, metà ad Ovest, per protestare contro la follia del Berliner Mauer... e le guardie di checkpoint che sono rimaste per ore a discutere di chi fosse la giurisdizione per portarlo via! Assurdità di un passato che sembra lontano, ma stava accadendo proprio mentre noi crescevamo!

Confesso di non aver resistito alla tentazione di farmi timbrare il passaporto con tutti i timbri dei vari checkpoint berlinesi dell'epoca, dal settore inglese, americano, francese, fino al mitico timbro della DDR!!! Ora ho il passaporto pieno di timbri di stati che non esistono più! Eheheheh...

Le ultime due attrattive di questa zona della città hanno a che fare, come quasi tutto a Berlino, del resto, con il Nazismo, la II Guerra Mondiale ed il periodo successivo della Guerra Fredda. In primo luogo, si tratta dell'illuminante quanto angosciante Jüdisches Museum, che vale davvero la pena visitare, non foss'altro che per alcuni documenti di straordinaria importanza conservati al suo interno, nonché per il cosiddetto Voided Void, ossia l'Holocaust Tower di Daniel Liebeskind: un'angosciosa esperienza neutralizzante. Provare per credere.

Al Jüdisches Museum fa quasi da eco un altro fulcro di interesse, magari per un gruppo un po' più sparuto di persone: è lo Schwules Museum, il museo dedicato alle vittime GLBTQ del Nazismo.

Il secondo elemento da non perdere, invece, proprio al limite sud della città, e legato questa volta non tanto alla onnipresente memoria sui campi di concentramento, quanto al periodo della Guerra Fredda: è il monumento dedicato al famoso Ponte Aereo Umanitario ed agli eroi che l'hanno reso possibile, tra il 1948 ed il 1949. Si tratta di un grandioso pilastro di cemento armato ricurvo, come a tracciare la rotta di un aereo da un punto all'altro di Berlino.

Sempre per continuare sul filone della nostalgia storica, ci spostiamo ora alla Berliner Dom, al DDR Museum, al Rotes Rathaus ed alla meravigliosa composizione delle statue di Lenin e Stalin in mezzo al parco! Come resistere alla tentazione della classica foto in scala di altezze... Eheheheh...

Con Alexanderplatz ed il suo orologio internazionale, il Weltzeituhr, che segna tutte le ore delle principali città del mondo, finisce il nostro giro nella zona di Berlino Ovest. Per un ultimo approfondimento sulla storia del Berliner Mauer, nel caso tutto questo non vi fosse ancora bastato, non disperate: tutta la piazza nei pressi della stazione della U-Bahn di Alexanderplatz ospita una sapiente quanto immensa mostra sulle tappe più importanti della sua vita, dalla creazione alla caduta!

Se poi, dopo tutto questo ripasso di storia, siete esausti e non sapete più cosa fare, potrete sempre dedicarvi ad un po' di sano svago, in uno dei più affascinanti locali gay della città, in cima ad uno dei grattacieli che cingono la vasta Alexanderplatz: il Week End!!! Con i suoi 2 piani di morbidezza, si può godere, tra un cocktail e l'altro, di un panorama che non ha proprio nulla da invidiare neppure a quello della Fernsehturm, la onnipresente torre della TV di Stato!

Se volete assaporare le emozioni di questo viaggetto a Berlino, visitate la mia galleria online!

Ich Bin Ein Berliner - West Side I



Ho deciso di fare una follia! Mi è capitata tra capo e collo un'occasione che non potevo lasciarmi sfuggire: per questioni legate al lavoro, mi è stata offerta la possibilità di andare in visita a Berlino per qualche giorno, tutto spesato e senza impegni particolari. Come non prendere al volo una proposta del genere???

In quattro e quattr'otto, valigetta pronta, bustina dei liquidi appena comprata all'aeroporto per 50 centesimi, nel disperato tentativo di restare entro gli assurdi limiti imposti dai controlli di sicurezza al check-in... qualche cambio, rasoio, un po' di bagnoschiuma, shampoo, cremina... spazzolino e dentifricio... tutto in meno di 100 ml... e il gioco è fatto! Il volo è stato prenotato per l'ultima settimana di Novembre e io l'ho saputo praticamente il giorno prima!

Unico disagio, il volo è da Milano Malpensa alle 9.00 AM! Praticamente un suicidio! Anche perchè significa partire da casa con un giorno di anticipo: fortuna che ad aspettarmi in quel di Milàn c'è un mio amichetto-amicuccio, un'occasione in più per rivedersi e passare una piacevole notte milanese, tra aperitivi, Navigli, l'immancabile nebbia-in-val-padana ed il Duomo infestato dai simpatici barboni mezzi pazzi, che urlano e imprecano da soli incomprensibili offese contro il governo!

La mattina dopo, alzataccia per completare la mission impossible di raggiungere la Malpensa entro le 8.00 AM, in tempo per il check-in. Il vantaggio è che a bordo del mitico volo Air Berlin, anche se praticamente è ora di colazione, ci servono un pranzo coi fiocchi!!!

L'arrivo a Berlino è dopo poco più di un'ora e mezzo, ma già si capisce che siamo in un altro paese, tutta un'altra storia, tutta un'altra aria! Con poco più di un euro e circa 30 minuti, arrivo dall'aeroporto di Berlin Tegel alla mia destinazione in centro città, usando praticamente tutti i mezzi pubblici conosciuti: esco a piedi dal Terminal, prendo il Bus per la stazione della S-Bahn, salgo sul treno per arrivare all'interscambio con la U-Bahn, infine un viaggetto di pochi minuti in metropolitana mi sbarca a due passi dal mio destino.

La mattinata trascorre alle prese con gli impegni lavorativi, ma dalle 5 del pomeriggio sono libero come una farfalla, solo nella capitale che tutti giurano essere la più dinamica e viva d'Europa! E come se questo non fosse già abbastanza, sto calpestando il suolo che è stato teatro di tutti i più grandi avvenimenti della storia contemporanea: la II Guerra Mondiale, il Nazismo, la Vittoria Alleata, la spartizione della Germania con il Trattato di Yalta, il Berliner Mauer, la Guerra Fredda, i Checkpoints entrati nell'immaginario collettivo di tutti quelli della mia generazione, la Caduta del Muro...

Praticamente uno spaccato della storia degli ultimi quarant'anni, metà dei quali li ho vissuti da testimone diretto, sebbene fossi troppo piccolo per rendermi conto delle implicazioni di tutto quello che stava avvenendo. Quelle cose tanto a lungo studiate sui libri di scuola, diventate per questo lontane e quasi mitologiche, ora assumevano forma, diventavano reali, camminando per una città martoriata dalla guerra, oppressa dalle dittature e che ancora oggi ne paga lo scotto.

Acquisivano spessore nella realtà, osservando attonito ed estasiato i resti che di quel Muro sono ancora rimasti in piedi, il Berliner Mauer; ascoltando, attraverso quel muro e le opere d'arte che ne arricchiscono il tratto noto come East Side Gallery, tutto il dolore, la sofferenza, la morte che quel Muro ha causato e di cui questa città è stata testimone.

Un'esperienza mistica, quasi, che tutti i ragazzi della mia generazione dovrebbero provare, almeno una volta nella vita. Quasi in pellegrinaggio sui luoghi che hanno fatto, nostro malgrado, da sfondo agli anni della nostra adolescenza.

Visto il tempo limitato che mi è stato concesso per questa visita (tre giorni di cui il primo, di fatto, già trascorso tra viaggio e lavoro e quindi ridotto ad una breve serata), il mio programma di visita è stato studiato quanto mai scientificamente, grazie anche al fatto che la struttura della città lo permette facilmente. Prima serata e giorno successivo: visita del West Side; il secondo giorno e mattino seguente: sarà invece la volta dell'East Side.

Al crepuscolo, e poi sempre di più, man mano che si avvicina la notte, Berlino diventa, se possibile, ancora più affascinante che di giorno: il Parlamento, il Reichstag col suo cupolone di vetro, a simboleggiare la trasparenza dell'amministrazione politica della cosa pubblica; le luci sulla visionaria copertura della Haus der Kulturen der Welt...

E poi, quale emozione calpestando la piazza di fronte alla grandiosa Brandeburg Tor, dove un composto insieme di croci ricordano le vite spezzate dei tanti che hanno cercato di oltrepassare quel maledetto Muro, in cerca di una vita migliore. Pensare che solo qualche settimana prima, la Brandeburg Tor era stata il fulcro dei festeggiamenti per il ventennale del Mauerfall!

Una interessante curiosità della zona intorno alla Brandeburg Tor è l'adiacente filiale della DZ Bank: da fuori, ha tutta l'aria di un anonimo edificio postindustriale, ma l'interno è a dir poco mozzafiato: l'architettura visionaria del suo creatore, Frank O. Gehry ha dell'incredibile!

La visita continua verso il Sony Center, Postdamer Platz, i favolosi mercatini di Natale del centro e poi, per coprire la zone più a ovest, verso il Tiergarten, con il fantastico quartiere delle Ambasciate: dopo le centralissime USA e UK, arrivano qui Egitto, Austria, Sud Africa, Italia, Emirati Arabi, Giappone, Norvegia, Svezia, Finlandia, Messico... Una più bella ed imponente dell'altra!

Mentre da lontano sembra quasi guardarci impertinente la statua della Vittoria, che tutto vede e che tutto controlla, dall'alto della sua colonna nel mezzo del Tiergarten (e che, per altro, pare sia un indiscusso simbolo della comunità GLBTQ berlinese): la dorata ed affascinante Siegessaeule.

Siamo ormai scivolati al Bauhaus-Archiv Museum für Gestaltung, l'Acquario mastodontico e, finalmente, come una rivelazione del buio della notte, la straordinaria Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, immortale simbolo della irragionevolezza della guerra, con le sue strutture semi distrutte dai bombardamenti e volutamente lasciate nel loro aspetto attuale, come monito per le future generazioni. Le luci della Gedächtniskirche rendono ancora più vivida l'emozione.

A pochi passi da qui, riposa il famoso Orsetto Knut, nell'altrettanto preclaro Berliner Zoo, che subito mi richiama alla memoria il terribile film-denuncia I Ragazzi dello Zoo di Berlino.., Ma ormai l'ora è tarda: il resto del settore Ovest dovrà attendere qualche ora di sonno, come minimo!

Se volete assaporare le emozioni di questo viaggetto a Berlino, visitate la mia galleria online!

Tuesday, November 3, 2009

Vagabondando per la Toscana III



Siena con la sua Piazza del Campo pare sia oggetto di studio per gli architetti, come organizzazione esemplare di spazi pubblici. Il Palazzo, la Torre del Mangia, la Fontana, la conformazione della Piazza e la sua caratteristica inclinazione... Io adoro soprattutto il ristorante che si trova alle spalle di Palazzo Pubblico, dove è possibile gustare una tagliata sopraffina, servita da un cameriere altrettanto allettante!

Adoro anche i piccoli centri storici, rimasti intatti come nel medioevo, nei quali ogni punto è raggiungibile a piedi e perfettamente progettato per la dimensione umana. La nostra visita si è concentrata sul Palazzo del Monte dei Paschi di Siena, la via dei negozietti di prodotti tipici, dalla cinta senese all'olio, alla pasta fresca, le carni essiccate... hmmm, che languorino!

Tanto per farci ancora del male, siamo saliti sulla Torre del Mangia, questa davvero spaventosa per come si sale in alto, su delle scaline che, soprattutto nell'ultimo tratto in cima, si fanno sempre più precarie, insicure e ripide! Penso che se anche non soffrissi di vertigini, comunque non mi sarei sentito molto a mio agio su quelle scalette!

La ricompensa per i più arditi è però una vista della Piazza del Campo, della Cattedrale in lontananza e di tutto il resto della città, con i suoi tettucci di tegole rosse che sanno così tanto di antico, da levare il fiato.

James è rimasto molto colpito: penso che la Piazza del Campo fosse un must da visitare per lui, di quelle cose che magari leggi e studi sempre e solo sui libri e poi, quando le vedi, di colpo hai una rivelazione: come a dire, esiste davvero, non era solo una roba astratta... E poi capisci anche perchè così tanta gente ha sentito la necessità di spendere su di esse così tante belle parole.

A pranzo, lo porto in pellegrinaggio verso la tagliata toscana e, così rifocillatici, dedichiamo il pomeriggio al nostro super bigliettozzo cumulativo per Duomo + Museo Civico + Facciatone + Battistero + Cripta, che ci porterà via tutto il resto della giornata. Il Duomo è senza dubbio il più mozzafiato: i suoi interni, dai pavimenti ai dipinti alle navate crea effetti ottici bellissimi. Per non parlare del pulpito di Nicola Pisano, che da solo vale l'ingresso!

Dai resti del Facciatone si gode una vista panoramica della città tra le più belle e noi ne approfittiamo per scattare una bella foto di gruppo, in ricordo del nostro incontro fortuito. :-) Poi, di nuovo a vedere morti e tombe, che sembra in Italia l'attività più frequente, se si va in giro per monumenti: la Cripta del Duomo, un luogo interrato per metri e metri nel sottosuolo, con ben tre piani (almeno di quelli finora venuti alla luce dagli scavi). Un tantino macabro...

Anche il giretto a Siena si è concluso e noi, un po' tristi per la partenza imminente di James, torniamo nella nostra alcova. James sembra quasi non volersi preparare davvero per il momento dell'addio (speriamo si tratti invece di un semplice arrivederci!). L'ultima cena la consumiamo a casa, gli faccio assaggiare altri piatti tipici italiani.

La mattina dopo abbiamo l'ultima possibilità di stare insieme: cerchiamo entrambi di lasciare all'altro un ricordo indimenticabile di questa avventura. Separarsi comincia a diventare difficile, ma necessario: nel tempo che gli rimane, James vorrebbe continuare a girare per altri posti sconosciuti, forse Venezia, probabilmente Milano e poi chissà, qualche tappa in Svizzera, Belgio o Germania... I suoi progetti a medio termine sono ancora molto nebbiosi: si farà trasportare dai desideri del momento.

Lo accompagno in stazione, dove l'attesa del treno è allietata dal nostro ultimo bacio. Arrivederci, James! Good luck!!!

Vagabondando per la Toscana II



E probabilmente non gli saranno neppure dispiaciute le mie cenette, con gli aperitivi Spritz fatti in casa, le ciotoline di patatine, arachidi ed olive, i bucatini all'amatriciana, i saltimbocca alla romana, il vino, il prosecco, le bruschette scottate... Mi mancherà James. In fondo, una settimana di convivenza forzata è anche troppo per affezionarsi ad una persona.

Un paio di giorni li abbiamo dedicati alla visita di Firenze: tra Palazzo Strozzi, Piazza della Repubblica, Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio, il Corridoio del Vasari, il Museo degli Uffici, con i suoi 45 minuti di fila, Palazzo Pitti, il Giardino di Boboli, il Monastero di Santa Caterina... e dulcis in fundo, l'Accademia delle Arti!

Che meraviglia, entrare nell'Accademia e riscoprire quei miracoli della scultura incompleta di Michelangelo (vecchie reminiscenze delle lezioni di Storia dell'Arte al Liceo); la mostra temporanea di fotografia di Robert Mapplethorpe, che è stata una vera chicca inattesa; e poi il grande, unico, inimitabile David di Michelangelo!!! Una visione davvero mozzafiato!

Firenze è un piccolo tesoro di arte e cultura. Ogni stradina ospita un museo, una galleria, un'esposizione temporanea che vale sempre la pena visitare. E proprio nei meandri della stradine della città vecchia, tra un tempio del consumismo moderno come Footlocker ed una piccola bottega di vini tradizionali Toscani, trova spazio un localino delizioso che sforna paninetti ripieni di ogni ben di dio e degustazioni fenomenali di vini, liquori e aperitivi. Sempre affollato di studenti, è stato il teatro di diverse tappe, durante i nostri vagabondaggi per la città!

La visita del Duomo ha richiesto una giornata a parte, come del resto l'immenso Museo degli Uffizi. Peccato soltanto che la storica decisione della Giunta Comunale di pedonalizzare tutta l'area monumentale del Duomo sia arrivata solo qualche giorno dopo la nostra ultima visita a Firenze! Sai che bello sarebbe stato, magari, partecipare alla cerimonia ed alla grande festa, che sono seguite all'ordinanza del sindaco!

Tra l'altro, durante la visita a Palazzo Vecchio, abbiamo anche avuto modo di assistere di sfuggita ad una seduta del consiglio, che dibatteva esattamente di questo argomento! Figata!

L'interno del Duomo è forse un po' deludente, spoglio. A parte l'enorme orologio 24 ore, posto a sostituire il classico rosone delle chiese cristiane, ed il suolo con una straordinaria pavimentazione ad effetto ottico; per il resto l'interno è molto desolante.

La principale attrattiva è ovviamente costituita dalla Cupola del Brunelleschi, altro gioiello dell'arte italiana che ha lasciato James senza fiato... non so se per l'altezza (James soffre di vertigini! Ehehehe) o per la grandiosità e bellezza dell'opera architettonica... chissà...

Di certo, superando (ma mica poi tanto) la sua (e del resto anche la mia) paura delle altezze, ci siamo fatti coraggio e siamo saliti sul Campanile di Giotto! La scalata è davvero una continua prova anti-claustrofobia, con quelli scalini consunti e sempre più piccolini e scoscesi, che si ergono fino all'estrema cima della torre campanaria, dalla quale però, se sopravvivi alla fatica ed alle vertigini..., si può godere una vista, quella sì, mozzafiato sulla città ed il cupolone!

Dopo le classiche foto di rito, cercando di non sporgerci più di tanto dalle terrazzate e camminando sempre rigorosamente appiattiti con le spalle al muro, ci siamo rimessi le gambe in spalla ed abbiamo affrontato la ridiscesa. Come da manuale, non potevamo certo farci sfuggire l'immancabile visita alla statua del cinghiale, vicino alla Loggia del Mercato Nuovo! Ho spiegato a James tutta la leggenda delle monetine che devono cadere dalla bocca della bestia dentro la grata di scolo dell'acqua e l'ho convinto a forza a farsi immortalare mentre accarezza il muso lucido della statua!

Ormai stremati, torniamo sui nostri passi: il tepore del pomeriggio lentamente sembra lasciare il posto alla vivacità della sera; tutta la gente alle prese con compere e passeggi per negozi di lusso, per guardare e farsi guardare. Noi torniamo a casa in vista di quello che ci aspetterà domani: next stop, Siena!

Vagabondando per la Toscana I



Primo giorno (o forse sarebbe meglio dire, prime 3 ore e mezza): Pisa. James è una specie di architetto, quindi avrebbe certamente apprezzato la Piazza dei Miracoli, come le tante altre meraviglie architettoniche sparse in giro per la Toscana.

Da bravi turisti, entriamo nel Duomo, nel Battistero; ci facciamo anche la visita del Camposanto Monumentale, passeggiando allegramente sulle tombe dei morti e fotografando le spettacolari finestrate del cimitero di marmo. La tradizionale scalata alla Torre Pendente la riserviamo, invece, per un'altra eventuale vita, visto il prezzo, al di fuori di ogni ragionevole possibilità.

Passiamo poi alla Sapienza, alla Chiesa della Spina, i Lungarni e la via dei negozi, tra Corso Italia e Borgo. Una bella cioccolata calda seduti da Salza, visto che entrambi siamo cioccolato-dipendenti... davvero spettacolare (anche per il prezzo del servizio al tavolo...)!

Il giro turistico termina con la Chiesa di San Michele degli Scalzi ed il suo campanile, anch'esso pendente, forse più della vera Torre Pendente, ma che nessun turista mai pretende di visitare.

Posso dire di potermi vantare di aver fatto salire James su una bicicletta, probabilmente dai tempi della sua infanzia! All'inizio sembrava un po' insicuro: devo confessare di averlo immaginato fracassandosi sull'asfalto almeno un paio di volte... Ma, come ho detto anche a lui, andare in bici è un po' come fare sesso: anche se te lo scordi, basta ricominciare a farlo di nuovo, per ricordarsi come si fa!

Dopo una scorribanda per le Piagge, la serata si conclude con una abbuffata al Bazeel: aperitivo, tagliere degustazione, botillon di Chianti ed il divertimento è assicurato! Mi sa che James non regge proprio benissimo l'alcool: alla fine della bottiglia di Chianti, sembrava un attimino in difficoltà! Eheheheh...

La notte, come per tutte le notti del resto della nostra settimana insieme, si è conclusa nel nostro lettone del peccato. Da molto tempo, ormai, non riscoprivo il primordiale piacere di svegliarsi la mattina a fianco di qualcuno.

James, inoltre, ha ottenuto diversi primati: è stato il mio primo compagno Australiano; il mio primo compagno circonciso, cosa non da poco!; il mio primo compagno architetto...

Come ha avuto modo di confessare in seguito (motivo di grande vanto per me!), non aveva mai fatto così tanto sesso e in così tante posizioni, come durante quella settimana con me! :) Sono proprio bravo, lasciatemi questo piccolo vezzo di narcisismo!!!

Una Visita Speciale...



Ciao Blog! Oggi ti voglio parlare di una visita davvero inattesa di un persona speciale, venuta da molto molto lontano. Quasi per caso, qualche settimana fa, cazzeggiando come mio solito su Favabuk, ho ricevuto prima il poke su quell'applicazione ganzissima che praticamente serve solo a rimorchiare gente (Are You Interested, nel caso non si fosse capito...) e poi la richiesta di amicizia da parte di quello che all'epoca era un emerito sconosciuto come tanti. Chi avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe scaturito in seguito!

Si trattava di un ragazzetto, beh, ormai neppure più tanto ragazzetto, sui 30 anni, alto, magrolino, capelli biondicci e occhi azzurro-grigi... Un vero schianto! A completare il quadretto idilliaco, un filetto di barbetta e due baffetti da capogiro...

Io, che non posso certo negare l'amicizia a nessuno, ho prontamente accettato: è così che James Reginald Perry Badcock è entrato nella mia vita. Che poi, voglio dire, con un nome così... Badcock... evoca pensieri molto originali! :P Notare anche il secondo e terzo nome: Reginald Perry, a metà strada tra un nobile di una qualche famiglia ereditiera della migliore tradizione inglese ed il preclaro Perry Mason!!! Un mix irresistibile!!!

Il nostro James Pisellone Cattivone (come è stato prontamente soprannominato dai miei amici malefici!) è Australiano, nato e cresciuto precisamente in Tasmania, praticamente in mezzo alle campagne, dove ha continuato gli studi fino all'Università. Immaginate voi cosa deve essere vivere in un Campus Universitario sperduto in mezzo al niente... e infatti, anche dai suoi racconti, si capiva che non dovessere essere stato un gran che...

Lavora in un grande ufficio di architettura e urban design a Dubai (che, dico, dalla padella alla brace! se sei gay e vai a vivere in un posto simile, dove anche baciarsi in pubblico è reato...). Povero James, doveva proprio sbarcare in Europa per godersi un po' di libertà e di vita omosessuale a tutto tondo! Fortuna che ha conosciuto me!!! Ehehehe :P

Beh, fatto sta che aveva un po' di tempo da spendere in vagabondaggi per l'Europa, e a breve si sarebbe trovato proprio in Italia. Dopo qualche consiglio sui posti da visitare, in primis la Liguria, con le Cinque Terre, la Via dell'Amore e poi Portovenere e Portofino... Alla fine, lo invito a passare qualche giorno da me, così appoggiandosi a casa mia, avremmo avuto modo di girare un pochino anche per la Toscana! Come potevo lasciarmi sfuggire un bocconcino così???

Detto fatto: il giorno dopo, raccolgo lui e il suo bravo backpack (ed anche il forepack! :O) alla stazione e me lo porto a casa! Il programma prevedeva una settimana di vitto, alloggio e... beh, il mio B&B improvvisato includeva anche una serie di servizi accessori di intrattenimento della clientela... :P Persino le mutande gli ho lavato!!!

James è anche appassionato di Mac e durante la sua (spero gradevole...) permanenza da me, sfoggia un MacBook ultrasottile di quelli che fanno scendere la bavetta al solo guardarli... beh, avevevo ben più di una ragione per trattenere la bavetta, devo dire...

Non avevamo una scaletta fissa: James si trovava in Europa, e più specificatamente in Italia, al solo scopo di vagabondare; quindi, non aveva un'idea precisa dei posti da visitare. Ogni mattina, ci si alzava e si decideva il da farsi.

E' così che è cominciata per me una meravigliosa settimana da turista, in compagnia di un ragazzo davvero speciale!

Friday, August 28, 2009

Un Colpetto di Stato...



In Italia ci vorrebbe un piccolo colpo di stato... un colpo di stato flash, quel tanto che basta per promulgare il seguente decreto legge:


Articolo 1 - Sulla laicità dello Stato
Il Concordato e i Patti Lateranensi sono aboliti con effetto immediato.
L'articolo 1 della Costituzione viene sostituito dal seguente:
"L’Italia è una Repubblica democratica e laica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."


Articolo 2 - Sull'obiezione di coscienza
La possibilità di obiezione di coscienza per dipendenti pubblici, medici, infermieri, personale paramedico e farmacisti è abolita.
L'obiettore che volesse tuttavia persistere nelle proprie convinzioni percepirà uno stipendio opportunamente decurtato della retribuzione oraria per le prestazioni che dovesse rifiutarsi di elargire per motivi di coscienza.
Questo a parziale compensazione del danno arrecato alla cosa pubblica.


Articolo 3 - Sul testamento biologico
Ogni cittadino nel pieno delle proprie facoltà fisiche e mentali può disporre, con semplice documento autografo, delle cure e delle terapie cui sottoporsi ove si trovi incapace di intendere e volere, ovvero delle cure e delle terapie cui non intende ricorrere, per qualunque ragione personale, convinzione religiosa o motivi di coscienza.
Può altresì contestualmente esprimere disposizioni relative alla donazione postuma dei propri organi.


Articolo 4 - Sul pagamento delle imposte
L'evasione fiscale è equiparata all'omicidio volontario.
L'ICI è ripristinata con effetto immediato per tutti i contribuenti con reddito superiore ai 100000 euro annui. E' altresì ripristinata per tutti gli immobili di proprietà della Chiesa o di istituti religiosi, qualora non adibiti in via esclusiva al culto.


Articolo 5 - Sui finanziamenti pubblici
Sono aboliti con effetto immediato: a) i finanziamenti pubblici ai partiti; b) i finanziamenti pubblici a giornali e mezzi stampa; c) i finanziamenti pubblici a scuole private e/o paritetiche di ogni ordine e grado; d) i finanziamenti pubblici per la copertura dei costi dei docenti di religione.
Le quote dell'8 per mille non espressamente devolute dai contribuenti rimangono nelle casse dell'erario.
Il denaro risultante sarà utilizzato esclusivamente per: a) opere di edilizia popolare; b) asili nido e scuole pubbliche; c) carceri e centri di prima accoglienza.


Articolo 6 - Sulla riforma del sistema giudiziario
Gli arresti domiciliari sono revocati per tutte le condanne presenti e future, fatti salvi i gravi motivi di salute del condannato. Le attenuanti generiche sono abolite con effetto immediato.
I tempi di prescrizione nei processi penali presenti e futuri sono raddoppiati.
Sono aboliti tutti gli indulti. E' abolita ogni forma di immunità legata ad ogni funzione pubblica.
Alle 4 più alte cariche dello Stato, ove condannati in via definitiva per qualunque genere di reato, saranno comminate pene doppie, con la interdizione a vita dai pubblici uffici.
Multe e pene pecuniarie sono comminate in proporzione al reddito del condannato, ove superiore alla soglia stabilita per legge dello Stato.
I provvedimenti di espulsione presenti e futuri per immigrati irregolari colpevoli di reati gravi sono convertiti in carcere.


Articolo 7 - Sul sistema dei partiti
Lega Nord e Forza Nuova sono sciolti con effetto immediato, per gravi reati di istigazione a delinquere e apologia di fascismo.
Le riforme della legge elettorale nazionale entrano in vigore nella legislatura successiva a quella dell'approvazione della legge stessa.
Nessun cittadino con condanne penali di ogni ordine e grado può ricoprire ruoli istituzionali o politici, può candidarsi, essere eletto o nominato a cariche pubbliche oppure fondare partiti politici.


Articolo 8 - Sul conflitto di interessi
Nessun imprenditore, editore di giornale e/o strumenti di informazione può ricoprire ruoli istituzionali o politici, può candidarsi, essere eletto o nominato a cariche pubbliche oppure fondare partiti politici.


Articolo 9 - Sulla riforma del sistema radiotelevisivo
Rete 4 è abusiva e viene soppressa con effetto immediato.


Articolo 10 - Sulle pari opportunità
E' esteso il matrimonio alle coppie gay e lesbiche che vogliano contrarlo.
La legge Mancino è estesa a tutte le minoranze sessuali.
E' istituito il divorzio rapido per coniugi consenzienti e senza figli minorenni.




Norme transitorie e finali
Il presente governo si intende sciolto dal momento della promulgazione del presente decreto.
Entro 90 giorni saranno indette nuove elezioni.

I seguenti cittadini italiani: Berlusconi Silvio, Dell'Utri Marcello, Letta Gianni, Gasparri Maurizio, Bossi Umberto, Gentilini Franco, Calderoli Roberto, Mussolini Alessandra, Fiore Roberto, Santanchè Daniela, Carfagna Mara, Brambilla Michela Vittoria, Veltroni Walter, Franceschini Dario, D'Alema Massimo, Fassino Piero, Binetti Paola, Casini Pier Ferdinando, Cuffaro Salvatore, Bassolino Antonio e Bertolaso Guido sono condannati in via definitiva all'ergastolo con effetto immediato per alto tradimento allo Stato. Alternativamente, sono concesse loro 48 ore per abbandonare il Paese in esilio volontario a vita.
Tutti i loro beni sono nazionalizzati ed impiegati esclusivamente nella lotta alla criminalità organizzata.

Nessuna delle norme nel presente decreto può essere modificata con legge ordinaria dello Stato.

Wednesday, June 24, 2009

Le Misteriose Scogliere di Howth



L'Irlanda mi ha sempre affascinato, sarà per i posti che un po' appartengono all'immaginario collettivo di tutti noi, di grandi altipiani a precipizio sul mare, pascoli e coltivazioni dove la vita ancora scorre secondo i ritmi lenti di una natura amica dell'uomo... Quei posti da favola che vedi solo nei film...

E quanto ho sognato di andare proprio lì! dove la terra finisce a picco nell'acqua, dove non puoi più proseguire avanti, dopo un lungo arrampicarsi su per le colline, con l'aria umida e fredda del Mare d'Inghilterra che ti sferza il viso; e poi rimanere lì, seduto su una pietra, a contemplare le bellezze inenarrabili della Natura... Oppure a testa alta, come nella celebre scena di Titanic, a braccia aperte come a volerla abbracciare, quella Natura così fascinosa...

Beh, questo viaggio finora soltanto immaginato ora sta per prendere inizio sul serio. Dalla Connolly Station ogni 20 minuti partono i treni regionali della Dart: Dublin Area Rapid Transit con destinazione: Howth. 2.10 euro per un viaggio da sogno, indimenticabile.

Il trenino si ferma al capolinea, a Howth, in una stazioncina deserta circondata dal piccolissimo borgo di pescatori, con tre piccoli moli, assaltati da barchette modeste e imbarcazioni per la pesca a largo, un po' più grandicelle. In lontananza, nella leggera foschia del pomeriggio, si intravvede il faro dalla cima rossa, a cui si accede grazie ad una stretta lingua di terra e ciottoli. All'orizzonte, un'isoletta coperta di verde e qualche scoglo solitario...

Se volgi lo sguardo in direzione opposta al porticciolo di Howth, ti assale la visione delle collinette del borgo antico, con tante casette arroccate su un terreno scosceso ed impervio, al di là del quale si nascondono le vere e proprie scogliere, per le quali Howth è famosa quanto frequentata dai turisti.

Ovviamente, ci sono pullman e autobus presi d'assalto dagli scansafatiche alla ricerca di una visita mordi-e-fuggi, che ti portano direttamente sulla cima e ti riaccompagnano a livello del mare, in una meravigliosa gitarella pre-cotta e pre-impacchettata, a dimensione di turista giapponese.

Noi preferiamo di gran lunga vagare a piedi per quelle stradine che odorano ora un po' di meno di luppolo e un po' di più della fatica di un popolo semplice di pescatori... E la scelta è di gran lunga stata la migliore, visto che il vagabondare più o meno senza meta precisa per il borgo antico di Howth ti sa regalare visioni meravigliose, man mano che sali sù per le collinette. Case arroccate, vecchie abbazie crollate che ora ospitano il cimitero e di cui puoi ancora godere delle poche mura di pietra rimaste in piedi o semi crollate (ancora si intuisce il contorno della chiesa a pianta romana); vialetti strettissimi, che salgo o scendono seguendo il profilo del terreno impervio e che si aprono all'orizzonte in una vista che quasi ti abbaglia, sul mare, il cielo ed il porticciolo lì giù, in basso...

Se siete fortunati, potete passare anche davanti a quella che dovrebbe essere a mio parere una grande attrattiva di Howth, almeno per una certa tipologia di pubblico: la Cock Tavern... Ahahahahahah :P

Ed eccoci arrivati quasi sulla vetta: un minaccioso cartello di pericolo ci indica l'inizio di un percorso non protetto lungo le scogliere ed invita caldamente a seguirlo per evitare... come dire... di scivolare diritti diritti in mare... Il sentiero ti conduce sul margine estremo delle scogliere, alcune davvero incredibilmente a precipizio sul mare.

E tu hai a sinitra un panorama sconfinato, fatto di azzurro, azzurro e ancora azzurro, dove gli alberi maestri delle barche ancorate nel porticciolo si perdono nella foschia, tra mare e cielo; e a destra una vista altrettanto sconfinata di verde a perdita d'occhio, dove l'altopiano è completamente ricoperto di erbetta e piante selvatiche; e qua e là spunta una roccia solitaria che ci ricorda la rudezza e la fierezza di questa terra.

Sulla cima, lo spettacolo è ancora più affascinante: appollaiato sull'ultima zolla di terra prima del precipizio, là dove non si può più andare avanti, perchè non c'è più nulla oltre, stai fermo ad osservare la meraviglia della Natura: il porticciolo che ora è solo un piccolo punticino all'orizzonte, il verde ed il blu tutto intorno a te, il mare che sembra da quassù ispirarti una calma surreale; e con il vento che trasporta favole di paesi lontani e quasi ti porta via... resti lì, incantato a tale visione, a meditare.

La discesa è accompagnata dal suono lontano di qualche musicista intento ad animare la propria cornamusa, lasciando che il vento disperda le note dei canti popolari della tradizione Irlandese.

Le Notti a Temple Bar



La notte comincia con un giretto alcoolico per i vari bar e baretti: Cafè En Seine, The Bank, Sin é, Temple Bar... Alcuni sono davvero fantastici per i loro interni, come The Bank, ospitato nell'edificio di una ex-banca e con arredamenti e finiture che definire lussuosi sarebbe riduttivo!

Temple Bar è un quartiere, anzi, il quartiere del divertimento notturno per eccellenza: 10 pub per metro quadro, un pullulare di turisti internazionali, una frotta di artisti di strada e spesso anche gruppetti e band musicali che si cimentano in concerti di musica rock e pop, attirando l'attenzione dei passanti, che si fermano in crocchi intorno a loro.

E poi le luci lungo i grandi argini del Liffley, il fiume che delimita a nord la parte "ricca" della città di Dublino. Oltre le sue acque, vivono, tradizionalmente in quartieri dormitorio, le classi operaie. Tutto il lungo fiume del Liffley è costellato di bandiere arcobaleno: in meno di una settimana, Dublino ospiterà il suo GayPride annuale! Ed i nostri colori rendono ancora più speciali le notti Irlandesi! :P

Dopo aver girovagato tra un pub e l'altro di Temple Bar, con i suoi immancabili negozietti di cianfrusaglie e souvenirs aperti fino a tardi, arriva finalmente l'ora di passare al divertimento vero... quello di St. Great George Street. The Dragon e The George saranno appuntamenti notturni ineludibili per i prossimi 3 giorni!

Gente giovane, Irlandesi doc, che riconosci per l'aspetto magrolino, il pelo vagamente rossiccio ed il look inconfondibile: blue jeans e camicia bianca. Il massimo dell'eleganza dublinese! Al The Dragon ci sono i migliori party in occasione della settimana del Pride, e sarà quindi quella l'ultima stazione del nostro vagabondare...

Dall'ora di cena fino a tarda mattinata, le strade di Dublino, già di per sé intasate da un traffico incredibile, vengono per giunta invase da mandrie di taxi, per riportare a casa sani e salvi gli ubriachi avventori dei pub...

Dopo la folle notte al The Dragon, la mattina comincia lentamente, mooolto lentamente! Il programma del nuovo giorno prevere un pellegrinaggio mistico alla vecchia fabbrica della Guinness, che riconosci lontano un miglio per il suo mastodontico portone nero con su impresso a caratteri cubitali il logo della birra che da questo edificio scorre via a fiumi...

E tanto per rimanere in tema di alcoolici, poco distante da qui c'è l'altra fabbrica simbolo di Dublino e dell'Irlanda in generale: la Old Jameson Distillery, altrettanto riconoscibile per l'enorme botte di Whiskey (mi raccomando, con la "e", sennò si inkazzano! :P) che conduce i visitatori all'interno delle sue meraviglie...

Ritornando verso il centro del Liffley, si incontra l'O'Connell Bridge e la O'Connell Street, che taglia a metà il quartiere settentrionale di Dublino e rappresenta un tripudio di statue e monumenti in memoria della conquista dell'indipendenza da parte del popolo Irlandese.

Per i turisti, però, probabilmente, la principale attrazione della via, oltre ai costosissimi e chiccosissimi negozi, è la Spire, 120 metri di torre in acciaio inossidabile, con una base di 3 metri ed una punta di 15 centimetri. Praticamente è un enorme ago, che serve da monito a tutti i cittadini per sensibilizzarli sulla grande piaga del consumo di droga che affligge la città. Beh, macabro, non c'è che dire!!!

Altra caratteristica simpatica dell'enorme stradone è il General Post Office, che si è rassegnato a non esporre la bandiera britannica insieme alle altre nell'androne, visto che veniva continuamente resa oggetto di incendi e vandalismi! Ah, questi Irlandesi!

Poco più avanti, sulla destra, oltrepassiamo un delizioso mercatino alimentare, che in questo giorno di festa è gremito di gente, e raggiungiamo l'ultima destinazione del nostro tour: la stazione centrale degli autobus di Dublino, meglio nota come Busaras. Una costruzione molto originale, con la sua caratterstica tettoia ondulata, che svetta nel cielo, ancora una volta, grigiastro di Dublino.

Da qui partiremo per il nostro ultimo viaggio verso la quint'essenza della magica Irlanda: un assaggio delle mitiche scogliere Irlandesi, verso Howth!

Trinity College



Il primo pomeriggio è dedicato quasi completamente alle visite ai musei. La cosa fantastica di Dublino, che mi ha spinto peraltro ad entrare fisicamente a numerose mostre, è che gli ingressi sono tutti liberi e gratuiti! Almeno per le gallerie più rinomate; ed è davvero una cosa fantastica! Puoi anche lasciare una libera offerta, per sostenere le economie di questo o quel museo che visiti! Troppo avanti, questi Irlandesi! Ho visitato più musei a Dublino che in qualunque altra città... (ma nooo, non sono mica taccagno!)

E allora via con il National Museum on Ireland ed il suo famoso Treasure di epoca celtica, con una vasta collezione di calici, spille, oggetti di gioielleria e persino le vesti degli antici popoli che vivevano in questa terra meravigliosa! Poi la National Gallery, dove fa bella mostra di sé il Caravaggio nostrano, con la sua incantevole Cattura del Cristo...

Ed infine, il pezzo forte: la Hugh Lane Gallery, il museo di arte moderna, con la sua fantastica Guerra delle Uova, la collezione di quadri di Yeats e lo studio originale, perfettamente conservato e ricostruito con minuzia all'interno di una sezione speciale della galleria, di un altro mito Irlandese: Francis Bacon. Lo studio è letteralmente mozzafiato: si tratta di poco più di uno stanzino, fitto di pennelli, strumenti, tele, libri, stracci, vestiti... tutto accatastato alla rinfusa, in un disordine pazzesco, che lo stesso artista dirà essere perfettamente rappresentativo della sua mente, inimitabile ed inesauribile fonte di ispirazione artistica.

Di fronte alla Hugh Lane Gallery si erge il silenzioso Garden of Remembrance, altro angolo di pace nel caos cittadino, che tra poco meno di una settimana sarà il punto di ritrovo del GayPride dublinese!

La giornata volge ormai quasi verso la fine, sebbene alle latitudini di Dublino il sole tramonti molto molto tardi, la sera. Questo ci offre ancora molto, molto tempo per vincere la stanchezza e cominciare la visita di un altro must Irlandese: il Trinity College di Dublino. Ed in effetti, riprendiamo molto rapidamente le forze, non foss'altro che per i bei pezzi di gnocchi che vediamo gironzolare tra gli edifici di questa enorme università!

La guida segnala un pub molto frequentato dagli studenti, proprio all'interno del campus: il Pavillon, da cui peraltro si gode una meravigliosa vista sul campo di cricket del college. Al Pavillon, cerco il mio posto tra i tavolini spartani stile mensa, prendo un tramezzino ed ordino una mitica Guinness.

A vedere i baristi che spillano la Guinness si rimane quasi estasiati da quest'arte: la spuma, l'odore forte del luppolo che satura l'aria di tutta quanta la città, dal piccolo vicoletto del centro fino all'interno del più squallido dei pub di periferia... Quell'odore inconfondibile e quella cura nel servire il prodotto simbolo di una Nazione, come se fosse quasi un oggetto delicato e prezioso...

In tutto questo, però, mi sono dimenticato che gli Irlandesi bevono come spugne e non ho ordinato preventivamente una half measure: così ora mi ritrovo in mano un boccale di 1000 litri di luppolo spremuto, scuro e denso come solo una birra stout può apparire e per poco non mi serve una gru per portarlo al mio tavolo... mi ci vorrà un giorno intero solo per finirlo!!!

Mentre mi gusto questo angolo d'Irlanda, intorno a me è tutto un fremito di ragazzetti dell'università che discutono delle lezioni, delle partite o si svagano semplicemente per un aperitivo a base, ovviamente, di birra! Mi sembra quasi di essere tornato ai tempi degli esami e delle mense universitarie!!!

Ma il Trinity College offre ben più di qualche ragazzino rossiccio da spogliare con gli occhi: nell'edificio della Old Library è ospitato infatti il leggendario Book of Kells, un preziosissimo volume del Vangelo, finemente e riccamente miniato dai monaci Irlandesi del IX secolo d.C. Sopravvissuto quasi per miracolo a distruzioni, saccheggi e incendi, lo si può ora osservare mentre riposa al piano terra della Old Library... Peccato solo che della versione originaria se ne possano osservare solo 4 fogli: il resto della mostra espone pannelli didascalici con riproduzioni ed ingrandimenti.

Al piano superiore c'è però la seconda sorpresa mozzafiato della Old Library: la cosiddetta Long Room, una stanza rettangolare, come suggerisce il nome, molto molto lunga che ospita migliaia e migliaia di volumi di epoche lontanissime e, colpo di scena, vi è esposta addirittura niente di meno che la Stele di Rosetta! Sono quelle cose che leggi sui libri di storia e di archeologia e poi, quando le vedi dal vivo, a pochi centimetri da te, non puoi che rimanerne affascinato e ammutolito!

Prima di cena, facciamo ancora in tempo a prendere un autobus e a farci rapidamente catapultare dall'altra parte della città, per ammirare la stazione ferroviaria più vecchia d'Europa (sarà poi vero? boh...): la Pearse Station, a due passi dal Gran Canal. Se sia davvero la più antica, non lo so: di certo si tratta di un tratto della ferrovia della Dart: Dublin Area Rapid Transit molto caratteritico, che si incunea tra gli edifici di Dublino ed il suo traffico insopportabile!

A due passi da qui, sul Gran Canal, scovo anche, nei miei vagabondaggi senza meta, niente meno che la sede Irlandese di Google! Si riconoscerebbe anche senza insegna, per quanto è assurda e fantastica all'interno, oltre la facciata ultra moderna di vetro trasparente!

Per prepararci alla notte (ed alla cena... gnam gnam!), ritorno nel cuore della città, a Grafton Street: il sole sta completando il suo tramonto ma nonostante questo innumerevoli artisti di strada ancora affollano Grafton, per raccogliere gli ultimi spiccioli dalla folla di turisti.

Uno di questi artisti, in particolare, coglie l'attenzione di molti passanti, che lentamente si affollano intorno a lui. Con poco più di una chitarra ed un amplificatore, è capace farci letteralmente piegare in due dalle risate. Punta di tanto in tanto qualche passante e comincia a suscitare l'ilarità del pubblico, prendendolo in giro con la tipica sagacia e lo humor tagliente degli Irlandesi!

Ormai è ora di cena e, umidicci per la pioggerella sottile sottile che comincia a cadere, bisognerà prepararsi per una lunga notte in giro per pub...

Il Cielo d'Irlanda



"Ovunque tu sia, bevendo con Zingari o Re, il Cielo d'Irlanda è dentro di te..." Così recita la canzone della Mannoia... E un po' è vero, riassume molto lo spirito fiero degli Irlandesi, la loro propensione ad alzare il gomito, tra boccali che traboccano di Guinness e bicchieri di Whiskey (mi raccomando, con la "e", sennò si inkazzano! :P). Sempre gioviali e giocherelloni quando sono ubriachi, così come freddi ed indifferenti quando sono sobri... Sempre pronti a blaterare e a lamentarsi della propria terra, ma inevitabilmente legati ad essa, vi faranno sempre ritorno, come la Eveline narrata da Joyce.

Come avrete intuito, in questo lungo weekend, da Venerdì a Domenica, ho fatto un salto in Irlanda, a Dublino. L'Irlanda mi ha sempre affascinato, sarà per i posti che un po' appartengono all'immaginario collettivo di tutti noi, di grandi altipiani a precipizio sul mare, pascoli e coltivazioni dove la vita ancora scorre secondo i ritmi lenti di una natura amica dell'uomo... Quei posti da favola che vedi solo nei film... Beh, in questo weekend ho avuto il privilegio di assaporare un po' di queste emozioni. E quelle sì, mi rimarranno dentro per sempre...

Il volo parte alle 6.55 dall'Aeroporto di Pisa: ormai mi sono rassegnato al comodità di arrivare all'aeroporto con un mezzo pubblico, ho imparato a prendere i disservizi di una città ostile e maledetta con il giusto senso dell'autoironia. Pazienza, niente autobus a quell'ora? Bene, si va in bici, con il bagaglio in groppa! Il vero problema è l'abbigliamento per la transizione da Italia a Irlanda: a Pisa ci sono 30 gradi la mattina, a Dublino 15 a mezzogiorno... Mi sa che farà un po' freddino!

E infatti, sorvoliamo il cielo di Dublino che è un pullulare di nuvolette grigiastre; per fortuna non piove, almeno questo. Il comodo AirCoach ci porta diritti diritti dall'aeroporto di Dublino fin davanti alla porticina giallo accesso dell'albergo! Giusto un pezzettino di strada a piedi che ci consente di ammirare la facciata di un edificio giorgiano ricoperto di piante rampicanti che costeggia il lato meridionale dell'immenso parco cittadino, il St. Stephen's Green. L'albergo è proprio lì davanti! :P

Una caratteristica molto divertente delle case e degli appartamenti di Dublino sono le porte: porte, porticine, ingressi, tutti dai colori forti, sgargianti, accessissimi e dalle mille decorazioni! Sono una vera delizia da catturare con una bella foto!

L'albergo è un figata mostruosa, sembra un extra lusso al prezzo di un ostello: in particolare, i tendaggi imbottiti e soffici ed il letto matrimoniale sono stati enormemente apprezzati!!! :P

Fortuna che il volo era molto presto e, con l'ora di fuso orario dalla nostra parte, abbiamo praticamente tutta la giornata intera da dedicare alla visita: il volo di ritorno è previsto per domenica sera alle 20.00, quindi abbiamo 3 giorni pieni pieni, per vedere tutto il possibile ed anche di più! Ma soprattutto, ahimè, per camminare, camminare e camminare ancora! Poveri i miei piedini!!!

Il St. Stephen's Green è un parco bellissimo, dove imprenditori e impiegati delle onnipresenti agenzie di Sollicitors vengono a riposarsi e a fare due passi nelle ore di pausa. Tagliando il parco da sud-est a nord-ovest si sbuca direttamente sulla preziosa Grafton Street, la Via Condotti di Dublino! Una stradina affollatissima a tutte le ore del giorno e della notte, dove i grandi magazzini delle marche più prestigiose del mondo si alternano ad anziane venditrici ambulanti di magnifici e profumatissimi cesti di fiori!

In pochi minuti, si raggiunge il Gaiety Theatre, il delizioso mercato comunale di George Street Arcade e, ovviamente, la St. Great George Street, dove torneremo molto di frequente, visto che ospita due dei principali locali della comunità GLBTQ della città: il The George (complimenti per la fantasia dei nomi...) ad un estremo, e The Dragon (cogliete l'allusione a San Giorgio ed il Dragone?...) all'altro estremo!

Dublino è una città a misura d'uomo: persino gli edifici non sono mai alti più di 4-5 piani, coi loro caratteristici tetti piatti. E in pochi passi siamo già arrivati al kebabbaro più chiassoso e frequentato della città (Zaytoon, davvero favoloso!) e poi il mastodontico City Hall.

Dal City Hall si arriva poi al Castello di Dublino, sul cui ingresso si può ammirare la Statua della Giustizia che volge le spalle alla città: e per gli abitanti questa è una perfetta rappresentazione della giustizia inglese! Ahahahahahah, questi Irlandesi!

Procedendo verso ovest, si raggiungono poi le due cattedrali cristiane, tra le quali la cittadinanza non ha mai saputo eleggere la vera cattedrale, e che oggi sono cadute entrambe pressocchè in disuso. Ogni angolo libero è occupato da meravigliosi giardini dall'erba sofficissima e da aiuole i cui colori mitigano il grigiore del cielo nuvoloso.

Se si ritorna verso il centro, si incontrano altri due grandi parchi cittadini, enormi polmoni verdi nello spaventoso traffico di auto e bus: il Merrion Square e gli Iveagh Gardens. Il primo, in particolare, ha il vanto di essere situato di fronte a quella che pare fosse l'abitazione di Oscar Wilde, celebrato da una bellissima statua bohemiene ad un angolo del parco, che lo ritrae a fumare la pipa con un'espressione giocosa e canzonatoria. Nei pressi della statua, due torrette di marmo scuro sono interamente ricoperte dai suoi aforismi più famosi: ne potete assaporare uno all'inizio di questo blog, in alto! Immancabile, naturalmente, la foto in compagnia del mitico Wilde! :P

Di una sola cosa bisogna seriamente aver paura a Dublino, a parte il tempo orribile persino d'estate, con una pioggerellina fine fine e soffice che sembra essere quella italiana di inizio autunno! Mi riferisco al traffico: a tutte le ore del giorno e della notte, Dublino è una città soffocata dai serpentoni di macchine, pullman, taxi, autobus...

Gli autobus, in particolare, tutti rigorosamente a due piani sul modello inglese, sono davvero fastidiosi! Per le strette stradine di Dublino, rendono praticamente impossibile immortalare un edificio o un momento particolare: passano dovunque e sono il soggetto onnipresente delle foto, nostro malgrado! Maledetti!!!

Per non parlare poi del fatto che... ehm... guidano dalla parte sbagliata! Ubriaconi!!! E sono talmente confusi da questo fatto persino loro, poveriniii :P, che sugli attraversamenti pedonali ce l'hanno scritto, da che parte guardare! Con la vernice delle strisce, hanno anche l'indicazione "Look Right" o "Look Left" a seconda dei casi... Ahahahah

Thursday, June 11, 2009

Europride Parade in Zürich



Si dice che camminare sul lastricato della Bahnhofstrasse di Zürich siamo come camminare sull'oro, in senso letterale, visto che qualche metro sotto ci sono i cavau delle maggiori agenzie bancarie del mondo, che conservano la quasi totalità delle riserve auree svizzere.

Una certa parte di quell'oro è anche di colore arcobaleno, visto che persino la UBS era tra i nomi illustri che hanno sfilato nella parata dello Zürich Europride!

In Bahnhofstrasse c'è anche un enorme rivenditore della Swatch: peccato non abbiano pensato a creare un modello ispirato all'Europride! Sarebbe stata una bella iniziativa...

E' sorprendente soprattutto la cordialità degli zurighesi: se poco poco ti vedono con una cartina in mano e lo sguardo alto rivolto alle insegne delle strade, si fermano loro immediatamente e ti chiedono se hai bisogno di qualche aiuto! Ahahahah, pazzesco! :P

A pranzo, decido di provare un ristorantino segnalato dalla guida, Spaghetti Factory, dal nome evidentemente inequivocabile... Dopo tanti hot dog e cucina alternativa, un bel ritorno al piattone di rigatoni alla bolognese è doveroso! Devo dire che si mangia veramente bene: rigatoni alla bolognere, spaghetti al pesto e gnocchi ai funghi sono vere prelibatezze... Avrete intuito che è stato il mio ristorante preferito per tutto il soggiorno... Eheheheheh

Alle 3, sotto un sole battente, con qualche nuvoletta nera all'orizzonte che non promette niente di buono, comincia il concentramento per la parata. C'è di tutto: ci sono carri per celebrare i 40 anni di Pride!, drag queens, la UBS, il camion di Google, che proprio a Zürich ha un centro di ricerca, gente travestita, coppie di ragazzi, di ragazze, famiglie arcobaleno con il tipico carro dei bimbi...

C'è anche qualche italiano, con la delegazione dell'Arcigay Milano e del Torino Pride! Ma il gruppo più casinaro rimane sempre quello degli spagnoli, avvolti nel loro bandierone nazionale o intenti a sventolarlo come toreri provetti!

E c'è persino il gruppetto di ragazzi del Queer Couch Surfing, con tanto di divano rosa a rotelle, da spingere per tutto il tragitto... Peccato che verso l'arrivo il divano si... ecco... si sia sfondato... :D Ed abbiamo assistito ad una serie di interventi meccanici, trapanature al volo e martellate su chiodi per rimetterlo in forma... Ahahahahah, che spasso!!!

Ma la parte assolutamente più toccante della parata è stata lo spettacolo conclusivo nella piazza del Münsterhof. Qui sono intervenuti l'ex candidato sindaco della città, lesbica dichiarata che ha rischiato di essere la prima donna sindaco lesbica d'Europa; e poi, subito dopo, i politici hanno lasciato la parola ad una rappresentate di Amnesty International, moldava, se ricordo bene, che ci ha parlato degli eventi e dei disastri legati allo Slavic Pride.

Un discorso sentito e straordinariamente intenso e commovente, sulle libertà negate ed i diritti calpestati, in paesi nostri fratelli. E' riuscita a trasmetterci una forza enorme, quando ha detto che sì, è importante, è di fondamentale importanza, partecipare ogni volta, ad ogni occasione, a manifestazioni come questa. Perché ognuno di noi rappresenta un piccolo messaggero di speranza, per un popolo che rischia di perdere anche quella.

Buon festeggiamento per i 40 anni di Pride!

Svizzeri Come Orologi!



Nel caso vi venisse la sciagurata idea di andare in Svizzera usando i treni Cisalpini di Trenitalia, desistete! desistete! desistete! Il viaggio più allucinante che la storia del viaggiatore possa immaginare!

Nonstante il prezzo esorbitante per acquistare il biglietto che poteva lasciar presagire una qualità del viaggio altrettanto elevata; nonostante la millantata alta velocità che rappresenta solo l'ennesima presa per i fondelli di Trenitalia... Niente potrete contro le croniche disfunzioni e gli immancabili disservizi, che vi faranno completare il vostro viaggetto oltr'alpe in non meno di 12 ore!

E pensare che in 12 ore si fa mezzo giro del mondo. Grazie, Trenitalia! Che tu possa morire di una morte lenta e dolorosissima!

Ecco le vicende inimmaginabili che mi hanno portato a Zürich alle 19.30, dopo essere partito da Pisa alle 6.45 del mattino. Sveglia prestissimo, della serie che ti muovi per casa e fai colazione ancora in coma, vagabondando come un nottambulo, occhi chiusi e a tentoni, col solo ausilio della mappa mentale degli oggetti intorno a te, così come li avevi lasciati la sera prima...

Una lavata veloce veloce e poi subito fuori di casa. Ché ovviamente a quest'ora mica possono esserci i servizi di trasporto notturni, a Pisa! Figurarsi! Te la devi fare a piedi fino in stazione! Ma almeno una soddisfazione me la sono tolta: trascinando il mio trolley in giro per il centro di Pisa, ho goduto come un matto a sentire il fracasso assordante delle rotelline sull'asfalto e sui sanpietrini, che penso avranno svegliato mezza città! Cazzi vostri!!!

Arrivi in stazione che non puoi neppure fare colazione, perché a quell'ora è già grasso che cola se trovi un cane che piscia davanti alla biglietteria automatica. Ma tant'è, mi dico: parto prestissimo così prestissimo arriverò! Credici!!!

Aspetto il mio trenino diretto a Genova, per poi prendere la coincidenza per Milano, per poi prendere il mitico treno Cisalpino per Zürich! Wowowowowow! C'è solo un piccolo dettaglio: il treno per Genova fa 20 minuti di ritardo, facendomi perdere il cambio a Piazza Principe. Salgo sul treno successivo per Milano, quasi sputando in faccia al controllore che comincia a sparare storie strane sulle penali per il cambio treno e roba simile. Lo mando serenamente e pacatamente a fanculo, visto che il ritardo che mi ha fatto perdere il mio treno non è certo colpa mia, e comincio la seconda parte del viaggio...

In compagnia di antipaticissimi quanto orripilanti lumbàrd, che credono tutti di essere la reincarnazione di Gesù Cristo in terra, dopo neppure mezz'ora dalla partenza, il treno si ferma in mezzo al nulla, senza spiegazioni, e non riparte più.

Finalmente, dopo 15 minuti di silenzio, il Capotreno si degna di avvisare noi sudditi di Sua Maestà Trenitalia che, per non meglio precisati problemi sulla linea, il treno subirà un ritardo di 30 minuti. Che culo! In realtà, metteremo piede nella grigia stazione di Milano con solo 45 minuti di ritardo: un successone!!!

Io avevo prenotato i vari treni con ampi margini di scambio: ma 20+45 minuti di ritardo complessivo sono davvero imprevedibili! Dunque, perdo anche il mio magnifico Cisalpino da Milano. Oggi dev'essere il mio giorno fortunato, non c'è dubbio! :-)

Salgo su un nuovo Cisalpino in partenza da Milano con 20 minuti di ritardo pure lui. Mando nuovamente in culo i controllori sia di parte italiana che di parte svizzera per il mancato cambio treno sul biglietto e mi godo la restante parte del mio viaggetto, tranquillo tranquillo.

Osservare il paesaggio fuori dal finestrino del treno è davvero rilassante, su questa tratta: passiamo il valico del San Gottardo, godendo internamente dei kilometri e kilometri e kilometri di auto e camion in fila per passare il valico, mentre noi corriamo veloci sui binari! Intorno a noi sono tutte cime montuose, qualcuna innevata, con sorgenti d'acqua e fiumiciattoli ovunque. E poi laghi, laghi e laghi: si va dalle cime innevate con impianti sciistici fino agli stabilimenti in riva al lago...

Nel bel mezzo di questo rude quanto affascinante scenario alpino, il nostro bellissimo trenino Cisalpino si ferma ad Arth Goldau, un paesino sperduto al centro della Svizzera, e veniamo informati dal Capotreno che, causa ritardo eccessivo accumulato in territorio italiano (e sottolineamo: accumulato in territorio italiano...), il treno viene soppresso qui. Cioè, tradotto: mentre in Italia i treni che vanno da Milano a Reggio Calabria viaggiano mediamente anche con 3-4 ore di ritardo e tutti siamo abituati a questi ordini di grandezza; in Svizzera, per non compromettere la media di puntualità delle ferrovie, i treni troppo in ritardo vengono soppressi!

Che culo! Dev'essere che oggi qualcuno mi sta proprio nominando o mi sta pensando intensamente... Gli assistenti delle ferrovie svizzere ci informano sulle possibili coincidenze per chi deve procedere per Zürich e le altre principali destinazioni. Il fatto strano è che non sai mai come parlare alla gente: se quello parla italiano, inglese, tedesco o chissà che altro!

L'unico lato positivo, anzi direi positivissimo... :P, è che quel treno regionale svizzero, per fare l'ultimo tratto di viaggio Arth Goldau - Zürich, era pieno zeppo di ufficiali dell'esercito, di cui per altro uno proprio di fronte a me, che mi ha lanciato un paio di occhiate assolutamente inequivocabili... 2 metri di maschio da monta in divisa mimetica con un fucile di 90 cm in braccio... Aaaahhhh!!! Welcome to Schweiz!!!

Insomma, in tutto questo, arriviamo alla Zürich Haufbahnhof alle 19.30, stremati da un viaggio terribile (eccetto l'ultima tratta...). 2 cambi di tram ed eccoci finalmente all'Olimpya Hotel in Badenerstrasse!

Entro nella hall dell'albergo e mi vengono incontro 4 bears, con pantaloncini e cannottiere che lasciano intravvedere senza troppo sforzo la foresta di peli sui loro petti e che parlano italiano, cercando di farsi capire a gesti dal ragazzetto biondo della reception: sembra stiano chiedendo indicazioni sulla mappa, per arrivare al mercatino delle pulci... Ma il receptionist non capisce una parola di italiano! Ahahahah, che spasso...

Appena entro, tutti si girano e cominciano a mormorare tra di loro; sento distintamente: "L'importante è che usciamo da qui e andiamo a trovare qualcuno che ci scopi"... e un altro ribatte, con gli occhi puntati sul mio culo: "Beh, magari lui"...

Italiani, non c'è speranza... Uno dei 4 da una gomitata all'altro, per quella battuta, come a dire: "Non fare la troia, e se poi non è gay, che figura ci fai fare!" Tipiche seghe mentali italiane... Del resto, dopo qualche istante, mi rendo conto che adocchiano la mia spila del Genova Pride sulla borsa, che dissolve ogni residuo dubbio... Quella spilla dice chiaramente, in stampatello, che non solo sono gay, ma sono anche italiano e quindi capisco benissimo cosa stanno dicendo! Ahahahah!

Faccio finta di niente ed impassibile sfoggio il mio inglese di Oxford al receptionist, che per altro, da come mi guarda e muove le mani per porgermi i documenti da firmare, si capisce bene che pure lui è della Grande Famiglia... Ed è anche un gran bel pezzo di gnocco, se vogliamo dirla tutta...

Direi che questa vacanza mordi e fuggi in Svizzera comincia poprio bene... Peccato solo che non avrò molto tempo da dedicare al favoloso TV LCD da 27'' fissato alla parete della mia cameretta d'albergo... :-)))

Dopo una velocissima rinfrescata ed un cambio di vestiti, torno dal receptionist che sentiva evidentemente la mia mancanza, a chiedere informazioni inutili solo per lasciarlo parlare... "Prima o poi me lo porto in camera...", penso tra me e me...

Non riesce a spiegare quale sia il meccanismo di convalida dei biglietti del tram di corsa semplice (molto probabilmente perché non ne esiste alcuno, visto che nessuno svizzero si sognerebbe mai di salire su un mezzo pubblico senza essere in regola con il biglietto... Ah... beati svizzeri!).

Dopo aver chiacchierato per un po', esco alla scoperta della città! Ormai è quasi ora di cena, non c'è molto tempo: faccio un giro veloce per il centro storico, i monumenti principali che non ti devi lasciar scappare per nessuna ragione al mondo e comincio a preoccuparmi di trovare sulla guida qualche bel posticino per la cena quando...

Capito, guidato dalla musica sempre più forte che sento in lontananza, nella piazza del Münsterhof, dove sono già cominciati i festeggiamenti dell'Europride! Su un enorme palco al limite della piazza si esibiscono a rotarazione vari artisti e cantanti che salutano l'enorme popolo di svizzeri e turisti accorsi a Zürich per l'evento dell'anno. La piazza è gremita di gente e dal lato opposto ci sono stand di hot dog e cucina mediorientale...

La festa è solo all'inizio... :-)))

Monday, May 4, 2009

The Big End - Schlöss Schönbrunn



E visto che sono stanco morto e quasi non riesco più a camminare, con le ginocchia che si rifiutano di piegarsi ancora... quale sarà l'ultima degna tappa del nostro viaggio a Vienna? Lo Schlöss Schönbrunn ([shlòss shòbrun]), mille milioni di metri quadri di palazzi e giardini per correre e passeggiare!!! Praticamente, il colpo di grazia!

Quando esci dalla Metro dello Schönbrunn e percorri quel mezzo kilometro del viale del palazzo per raggiungere l'ingresso, ti si apre davanti agli occhi uno spazio sconfinato dominato, a destra, da quattro statue di donne-cavallo e di leoni, che ti accompagnano all'ingresso monumentale del palazzo; e a sinistra, due obelischi sovrastati di aquile dorate che delimitano la cancellata dell'ingresso principale.

Sullo sfondo delle colonne, la facciata del palazzo, con quel colore caratteristico, tanto amato dalla Principessa Sissi, e da quel momento chiamato giallo Schönbrunn. Tra il cancello e la facciata del palazzo si apre uno sconfinato cortile interno, circondato dalle ale dello Schlöss, che ora ospitano il souvenir shop ed il caffè per turisti.

Al palazzo si può accedere grazie a due enormi scalinate simmetriche a semicerchio. Oltre l'edificio, si aprono i giardini del palazzo, che non conoscono fine. Sui lati del giardino, una meravigliosa coltivazione di fiori di lavanda, dal profumo inconfondibile e fortissimo. Tra l'altro, questa zona sembra invasa da turisti gay di tutte le provenienze... un posticino niente male!

Al centro del giardino, domina la mastodontica fontana di Nettuno, una cascata monumentale di acqua, attraverso cui si può anche guardare, da dietro, per cogliere una vista del palazzo di fronte molto molto originale!

Il vialetto alberato sulla sinistra della fontana conduce alle rovine romane, un'area archeologica di inestimabile bellezza, recuperata agli originari colori pastello che creano un effetto inedito, persino per chi, come me, di rovine romane ne ha viste e visitate parecchie!

A pochi passi dalle rovine sorge un'altra fontana, "piccola", relativamente a quella di Nettuno, ma pur sempre maestosa, che ha dato tra l'altro nome all'intero palazzo: si chiama Schöner Brunnen, ovvero "Bella Fontana", da cui Schlöss Schönbrunn, appunto.

Oltre la fontana di Nettuno, al culmine di una irta collinetta, sorge la Gloriette, che domina il punto più alto del palazzo. La Gloriette è decorata con finimenti ed iscrizioni dorate ed i due ingressi laterali sono costeggiati da coppie di statue di giganti, davvero molto inquietanti!

Arrivati in cima alla Gloriette, dopo l'irta salita della collina, se ti giri a guardare dietro di te, puoi godere di una vista mozzafiato del palazzo e, oltre, di buona parte di Vienna. A questo punto, completamente sfatto ed esaurito, mi sono seduto sui gradini della Gloriette, a godere internamente ancora per qualche attimo di quella vista, giusto per riprendere le forze e tornare indietro.

Per il pranzo, ho deciso di dedicarmi alla cucina orientale, tanto per sfatare il mito che a Vienna si mangiano solo Schnitzel. Un bel falafel con patatine e coca nei pressi del Palazzo Kinsky è quanto serviva per rimettersi in forze!

Strisciando verso la Metro, mi è venuto in mente che ogni sera, tornando in albergo, vedevo dai finestrini della U'Bahn una chiesetta meravigliosa, a pochi passi dalla stazione prima della mia, a Josefstadterstrasse ([josefstadstràsse]). Si tratta di una chiesetta che non è neppure segnalata dalla guida, probabilmente perché di periferia e neppure troppo importante; ma secondo me la facciata interamente ricoperta di mattoncini rossi di varie tonalità e sfumature è davvero un capolavoro d'arte e merita di essere visitata!

Arrivato in albergo, mi lavo, mi cambio e, già un po' più rilassato e riposato, mi dirigo nuovamente alla volta dello Zu den 2 Lieserln per l'ultima grande Schnitzel di questa magica avventura.

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Exhausted - Volksoper, Fernwärme und Karl Marx Hof



Oggi sono morto. Le mie gambe gridano vendetta e la sveglia alle 8, ora limite per la colazione in albergo, mi sta uccidendo. Quindi, nonostante ci siano ancora un bel po' di mete nella mia agenda di viaggio, opto per una mattinata tranquilla, a visitare i quartieri periferici della città.

E' quello che si chiama undergrounding, ovvero mi sposto solo nei posti raggiungibili a pochi passi da una stazione del Metro. Aboliti passeggiamenti e tragitti troppo lunghi, anche perché le ginocchia cominciano a farmi male. Almeno fino a pranzo. Fino a che non mi sarò riposato quanto basta per affrontare un pomeriggio, quello sì, di grande stress allo Schlöss Schönbrunn ([shlòss shòbrun]) (vedi prossimo post...).

La prima tappa del programma è alla famosa Strudlhofstiege ([strùdelho:fstìghe]), una fantomatica scalinata di marmo bianco che... che però purtroppo è in restauro in questo periodo, quindi, di fatto, non ho potuto vedere niente! Accidenti!!!

Abortita la Strudlhofstiege, morto di sonno, di fame e di stanchezza, prendo la S'Bahn verso il Volksoper ([fo:ksò:per]), letteralmente teatro del popolo, ospitato in un edificio color panna, con la scritta Volksoper a caratteri rossi cubitali sulla facciata! Molto caratteristico :-))

La Metro a questo punto mi teletrasporta ai margini della cinta urbana di Vienna, giusto sotto il Fernwärme ([fernwo:rm]), il termovalorizzatore della città. Si tratta di una costruzione quanto meno signolare, con le tipiche linee curve, i colori sgargianti e la gigantesca torre di scarico dei fumi ricoperta di mosaici in vetro e maioliche e sovrastata da un'enorme palla dorata... Ovviamente, ancora una volta, lo zampino è di Otto Wagner!

Non mi fido molto dei Frankfurter serviti all'ombra di un inceneritore, anche se austriaco; quindi riparto subito in Metro verso l'estremità più settentrionale di Vienna, dove la U'Bahn ha il capolinea proprio sotto l'altro grande gigante, il Karl Marx Hof ([kàrl màrx hò:f]). Si tratta di un mega complesso residenziale, simbolo dell'efficienza del socialismo operaio, che occupa quasi due kilometri di lunghezza lungo la Heiligenstaedterstrasse ([ahahahahahahah non-chiedetemi-come-si-pronuncia-questa-cosa-qui]). Ospita qualcosa come 2000 alloggi popolari ed è un fiore all'occhiello dell'urbanistica viennese.

Un trancio di pizza all'ombra di questa magnificenza (con l'ambulante che mi dà doppia razione di würstel... chissà da cosa ha capito che mi piacciono... chissà perché...) e siamo pronti all'ultima tappa del nostro viaggio!

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Schlöss Belvedere, St. Marxer Friedhof und Pratern - Why Not?



Il pomeriggio del Primo Maggio è stato quasi interamente dedicato allo Schlöss Belvedere ([shlòss belvedère]). Ho avuto la pessima idea di arrivare allo Schöss a piedi, anzicchè sfruttare il mio bellissimo abbonamento da 72 ore della U'Bahn, che peraltro è valido su tutti i mezzi di trasporto della Bahn, sia underground che di superficie.

Avevo i piedini a pezzi!!! Però in compenso mi sono potuto godere le meraviglie della fontana Hochstrahlbrunnen ([hochstà:brunne]), altra parola assolutamente impronunciabile ed incrivibile! Questa monumentale scaricata d'acqua pare sia stata costruita per festeggiare l'inaugurazione delle prime tubature d'acqua della città!

Poco distante da qui, sorge il Belvedere, anzi, i Belvedere, visto che in realtà i palazzi Belvedere sono due, uno di fronte all'altro, separati da giardini e decorazioni floreali di bellezza straordinaria. Dall'Oberes Belvedere, il palazzo superiore, in cima alla collinetta, si può godere una vista molto rilassante di Vienna. Godetevi soprattutto gli austriaci in calzoncini che fanno jogging per il parco... Uno spettacolo davvero senza prezzo!

Il Belvedere ospita anche una superba mostra di Gustav Klimt! Assolutamente da non perdere! Vale la pena, dopo tutto questo cammino, fermarsi al baretto del Grand Hotel Belvedere, per assaporare l'ennesima Sachertorte della giornata, giusto per darsi le energie necessarie ad arrivare alla fine del viaggio!

Proprio di fronte all'ingresso del Belvedere c'è la comodissima fermata della S'Bahn, che ti porta dritto alla Wien Südbahnhof ([vièn siudbo:nhò:f]), la stazione di Vienna sud, snodo di treni, Metro e tram. A Südbahnhof si può cambiare tram e prendere la comoda linea 18 verso il St. Marxer Friedhof ([sànt màrser frìedhò:f]).

Si tratta di un piccolo e poeticissimo cimitero dove si può amirare, tra le altre lapidi, immerse in un verde ed una pace senza eguali, il famoso Mozartgrab ([mòzartgrà:b]), la tomba votiva di Mozart, che in realtà, però, è sepolto in un punto del St. Marxer Friedhof che neppure la moglie ricordava più. Per sua volontà, allora, è stata edificato qui un piccolo monumento celebrativo e commemorativo, molto toccante.

Altre attrazioni da non perdere a Vienna sono senza dubbio la Hundertwasser Haus ([hùnterwàsse hu:s]), la Kunst Haus ([kùnst hù:s]), due originali creazioni della mente folle di Hundertwasser, che rompono la monotonìa dei sobborghi della città, con il loro disordine, le loro facciate a colori sgarcianti, l'assenza totale di linee rette. Attenzione ai cinesi: si riproducono in massa anche qui!

La sera ormai cala sulla capitale austriaca e le mie gambe mi fanno un male assurdo, ormai non sono più abituato a camminare tanto! Per girare comodamente per Vienna sarebbe opportuno usare uno dei punti di noleggio bici del comune: visto che la Metro non arriva sempre dappertutto, la bici può essere un valido aiuto.

Prima del tramonto, faccio un salto al Prater ([pràter]), un altro polmone verde nel mezzo della metropoli, dove si possono ammirare i resti di alcune delle torri della contraerea nazista ancora rimaste in piedi, le cosiddette Flaktürme ([flàkturm]). Davvero inquietanti al solo guardarle...

Il Prater in sostanza è un enorme parco divertimenti, con giostre, stand di zucchero filato e frittelle, bambini che urlano dappertutto... L'attrazione principale è la famosa Riesenrad ([riesenrà:d]), la ruota panoramica gigante (su cui ovviamente mi sono guardato bene dal mettere piede...). La notte, le luci della Riesenrad creano uno spettacolo molto suggestivo al centro del parco.

Proprio all'ingresso del Prater è stato montato un enorme palco, dove continuano ad esibirsi vari artisti per il concerto del Tag der Arbeit austriaco. E, naturalmente, è il posto ideale per avvicinare qualche bel esemplare di maschio-ariano-biondo-bianchissimo-bevitore-di-birra stravaccato sul prato...

Ma la nostra serata è ancora lunga! Innanzitutto, cena. Non si è stati davvero a Vienna se non si è messo piede almeno una volta in una di quelle tipiche bettole austriache popolate da bevitori di birra e mangiatori di Schnitzel. La più frequentata di queste, specie dagli austriaci autoctoni, quella che serve le Schnitzel più buone di tutta Vienna è Zu den 2 Lieserln ([non-chiedetemi-come-si-pronuncia-questa-cosa-qui]) in Burggasse 60 ([burgàsse]).

A due minuti di cammino dalla fermate della U'Bahn di Volkstheater ([fo:kstèatar]) vi si apre un mondo di cordialità e frugalità. Ordinate la Schnitzel della casa e mettete in programma di saltare colazione e pranzo il giorno dopo!!!

Pieno fino all'orlo, la notte è ancora giovanissima e ho bisogno di un po' di alcool per smaltire quel popò di Schnitzel. Oggi è il venerdì del Primo Maggio e c'è festa grande al Why Not?, nota disco gay molto frequentata dai giovani viennesi con tanta voglia di divertirsi, dice la guida Lonely Planet... Uauauauauauaua...

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Hurry Up! - Hofburg, Museum Quartier und Stadtpark



Alle 8, sveglia per una prima colazione abbondantissima: latte, cereali, succo di frutta, panino al formaggio, fette biscottate con la marmellata... Ci aspetta una giornata intensissima! Oggi si visita il lato sud-occidentale della città, all'interno del Gürtel ([ghiù:rtel]), l'anello di strada ad alta frequentazione, concentrico a quelle che erano un tempo le cinta murarie della città antica.

Si comincia con l'Hofburg ([hùfburg]), il Palazzo Imperiale con i suoi enormi giardini, che ospita tra l'altro il Museo Sissi, interamente dedicato alla leggendaria Principessa. E poi ovviamente la famosa statua dell'Imperatore Francesco II, che per la sua instabilità si è dovuto correggere, scaricando il peso sulla coda del cavallo, la quale infatti tocca erroneamente il basamento. Si dice che l'artista, per la vergogna di non essere riuscito a dare alla statua la giusta armonia e stabilità, si sia ucciso.

Tra l'altro oggi è il Primo Maggio ed anche a Vienna organizzano la classica manifestazione della Sinistra e dei Sincadati Operai, lungo le strade della città. Proprio tra l'Hofburg ed il Museum Quartier ([musèum kuàrter]) c'è la sfilata con le bande in abito storico e tante famiglie, operai, studenti... Un tripudio di colore e di suoni, tutti diretti alla Rathaus ([ràthu:s] per il dibattito politico.

Procediamo per la zona dei musei di storia naturale e di storia della cultura, anche questi imponenti, sia per la vastità degli edifici quanto per la grandezza dei giardini annessi.

A questo punto, seguiamo il flusso della manifestazione del Primo Maggio, il Tag der Arbeit ([tà:g dèr àrbeit]) degli Austriaci e risaliamo verso Rathaus e Parlament, passando davanti alla statua dorata della dea Athena Parthenos, simbolo della giustizia.

Nella piazza enorme del Rathaus c'è tutta Vienna che festeggia e politici che dibattono sul palco nella loro lingua incomprensibile (poi sono anche politici, quindi ancor di più incomprensibili...). L'unica parola che si intende distintamente è, ovviamente, Sozialdemokratie ([sotziàl demokratì:e]).

Dopo un'altra abbuffata di Frankfurter, crauti e patatine fritte, continuo il nostro giretto panoramico verso il museo Sezession ([secessiòn]) e Karlsplatz ([kà:rlsplaz]), più a ovest.

La stazione della Metro di Sezession è molto molto particolare: ci sono installazioni digitali in tutti i corridoi della Metro, che qui chiamano U'Bahn ([ù bo:n]) per distinguerla dalla S'Bahn ([se bo:n]), la linea dei tram di superficie. Il museo è dominato da quello che i Viennesi chiamano il carciofo dorato, un'enorme sfera di foglie dorate incastonata nel marmo bianco. Non perdetevi anche il padiglione della stazione della Metro di Karlspatz, disegnata e decorata da Otto Wagner: con la luce del giorno, è tutto uno spledere e brillare.

La mattinata è ancora molto lunga, voliamo da un posto all'altro senza sosta: Karlskirche ([kàrlskirke]), la chiesa gotica più bella ed originale di Vienna, con le sue due torri gemelle interamente decorate e impapirate; l'Hoher Markt ([hòer màrkt]), il mercato generale, con il suo bellissimo orologio Ankeruhr ([ànkeru:r]) in stile judenstil ([dgiùdenstìl]); e poi, finalmente, il principale parco della città, Stadtpark ([stàtpa:rk]), dove trovare un po' di ristoro al fresco, in compagnia di una enorme fetta di Sachertorte!

Rendiamo omaggio alla statua dorata di Mozart allo Stadtpark, cercando di fare una foto decente, evitando i cinesi che sembrano riprodursi proprio in questi 10 metri quadri. E adesso gambe in spalla, ci allontaniamo dal centro cittadino verso la Linke Wienzeile ([lìnkd vìenzl]) in direzione sud-ovest. Incontreremo uno degli altri frequentatissimi mercati cittadini, il Neuer Markt ([nèur màrkt]); la Majolika Haus ([maiòlika hu:s]) ancora di Otto Wagner; una caterva di caffè specializzati in clientela gaya e, dulcis in fundo, la Rosa-Lilla Villa, il centro informativo GLBTQ, con tanto di caffè assalito da giovani ariani... Aaaaaaaaaaahhaha!!! Il paradiso in terra!!! :P

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Un Volo a Chiocciola - Innere Stadt und Donauturm



Il decollo più strano della mia vita! In occasione del ponte del Primo Maggio, quest'anno ho deciso di andare a fare un giretto in Österreich, per l'esattezza a Vienna! Mentre mi metto in ghingheri ed infilo le ultime cosette nella valigia (neppure 3 giorni di soggiorno ed ho la valigia piena... ma come si fa???) recupero disordinatamente i miei documenti e la prenotazione del volo, rigorosamente Ryanair!

Portare dietro con me i documenti è una cosa a cui non mi abituerò davvero mai, lo faccio solo quando devo volare, per la semplice ragione che se non li portassi non mi farebbero imbarcare... maledetti... La mia Carta di Identità riposa in pace sotto un cumulo di polvere nel cassetto: vede la luce solo quando sono costretto a farla uscire per cause di forza maggiore :-))

Il mio volo questa volta è comodissimo: parto la mattina di giovedì, direttamente dal magnificissimo Aeroporto Internazionale di Pisa, per essere a Bratislava alle 11. Mentre comincio a sentirmi male, pensando che il pullman da Bratislava a Vienna molto probabilmente impiegherà più tempo che non il volo da Pisa a Bratislava... (ma tant'è, questi sono i pro ed i contro di volare Ryanair...); penso a quanto buffi siano certi politici quando parlano delle compagnie di volo low-cost.

Nel tentativo disperato di difendere l'indifendibile, ovvero di prendere le parti per compagnie-pozzi-senza-fondo-di-soldi-pubblici come Alitalia, non disdegnano di prendere a pesci in faccia società virtuose come Ryanair, con critiche del tipo "Sono compagnie che fanno viaggiare le carrette dei cieli" o anche "Sono sempre scandalosamente in ritardo" oppure "Non garantiscono neppure il minimo della sicurezza"... E' divertente sentirli parlare di cose che non conoscono neppure lontanamente! Questa è gente che non ha mai fatto un viaggio low-cost, e si vede.

Ryanair potrà avere tutti i difetti di questo mondo, ma i suoi airbus non sono certo paragonabili ai vecchi ferri arrugginiti di Alitalia (quelli sì che sono carrette!); per non parlare del fatto che in tutti i miei viaggi, i voli sono sempre stati puntualissimi.

Ultimo esempio, proprio il volo per Bratislava: siamo arrivati con 15 minuti di anticipo, mentre il volo di ritorno ha toccato terra a Pisa 10 minuti prima dello schedule. I fatti parlano da soli, credo. Ed i miei più affezionati lettori certamente ricorderanno cosa tutto è potuto succedere, invece, quella malaugurata volta che mi hanno spedito negli Stati Uniti con Alitalia... Disservizi indicibili, al di là di ogni ragionevole umana immaginazione...

Ma torniamo a noi. Il decollo è stato un po' traumatico: per uscire da Pisa, il pilota si è alzato a chiocciola! Sì, sì, proprio a chiocciola: girava in tondo e prendeva quota... Bah, mai vista una cosa simile! E poi stranissimo, per un bel pezzo ci siamo diretti verso sud (avevo la terra a sinistra ed il Mar Tirreno a destra), quando poi forse il pilota ha capito da che parte stava Bratislava e si è rigirato di nuovo!

L'aeroporto di Bratislava sembra un aeroporticino persino più minuscolo di quello Pisano: sembra di essere atterrati in un paese comunista nel periodo del Muro di Berlino. Si respira un'aria di cospirazione da film. Ci fiondiamo tutti sul bus che ci aspetta servizievole nel parcheggio, per portarci finalmente nella nostra capitale austriaca.

Come volevasi dimostrare, altri 75 minuti di viaggio via terra... Beh, comunque niente in confronto all'aeroporto di Stockholm Skovsta, per raggiungere il quale servono ben due ore di pullman dal centro di Stoccolma! Penso sia uno degli aeroporti Ryanair più in culo al mondo!

L'albergo è una gradevole pensioncina in Kinderspitalgasse (aspettate che lo rileggo... come cazzo si fa anche solo a pensare una parola così contorta??? Secondo me pure i tedeschi sono coscienti che la loro è proprio una gran bella lingua di merda... Ehehehehe).

Oggi non c'è tempo da perdere, però! Faccio il check-in in albergo, prendo possesso della camera, mollo tutti i bagagli, passo al setaccio la valigia per capire dove minkia è andato a infilarsi il mio iPod, con il calendario dettagliato dei posti da visitare e dei ristoranti da provare e... ecco la prima grande sopresa del giorno!

Il mio iPod ha perso il calendario della gita a Vienna, o meglio, quel cazzo di programma di merda che solo i Mac-isti possono tollerare, chiamato iTunes-della-tu-mamma-majala, ha deciso sua sponte che era passato il tempo di sincronizzare il calendario di Outlook sull'iPod. Il risultato è che l'iPod è completamente vuoto, al massimo posso usarlo per ascoltare un po' di musica...

Beh, a parte questo contrattempo, mi munisco della mia bellissima guida Lonely Planet e cerco di riorganizzarmi nel più breve tempo possibile! Maledetto Steve Jobs!!!

Il pranzo è d'obbligo dedicarlo interamente ad assaggiare uno dei mitici Frankfurter, questi mega salsicciotti di mezzo metro, stretti e lunghi, con ketchup, senape, crauti e dio-solo-sa-che-altro, che i Viennesi amano alla follia, secondi solo alle onnipresenti Schnitzel in ogni salsa.

Il primo giorno è un must visitare la bellissima Stephansplatz ([stèfenplatz]) ed il centro storico dell'Innere Stadt ([ì:nne shtàd]), vagando senza una meta precisa per le stradine lastricate, i negozietti di souvenirs e prodotti tipici, i caffè extra lusso che servono solo Sachertorten ([sàkertòrte:]) e gli immancabili musei che costituiscono il tessuto vitale di una città ricca di eventi mondani, concerti e mostre...

Cerco di orientarmi nei meandri di Vienna, passando per ora solo di sfuggita nei bar e nei caffè che segneranno le successive 3 notti di divertimento, musica ed alcool in compagnia dei mitici colleghi ariani...

Vienna è un pochino fredda, in questi giorni. Il clima è stato clemente perché in cielo brilla un sole che spaccherebbe anche le pietre; però, verso sera, si alza un venticello perfido e gelido che a momenti ti porta via... Con queste premesse, decido di dedicare la prima serata alla vista della Donauturm ([donàuturm]), la torre del Danubio, altra oltre 250 metri da cui, se sopravvivi alle folate di vento a 200 Km orari, puoi godere una vista tra le migliori della città! :P

Salire sul Donauturm non è affatto facile; e se dovete andarci di notte, vi consiglio di farlo se siete almeno in un gruppo di 10 persone, perché superato il VIC - Vien International Center, vi aspetta un gradevolissimo parco cittadino da attraversare, al centro del quale riposa la Donauturm. Il parco è completamente al buio...

Non che Vienna sia una città malfamata: persino nei più tetri sobboghi, vige l'ordine, la tranquillità e non si vede un agente di polizia (almeno ad occhio nudo... poi magari finisce che escono dai tombini, in caso di necessità, non so...) neppure a pagarlo. E non ce n'è peraltro alcun bisogno. Anche gli extra-comunitari sono perfettamente integrati e gli ambulanti semplicemente non esistono.

Però, da buon italiano, attraversare un parco buio di notte in un città straniera non è che ti trasmetta tutto questo senso di sicurezza... Entrati nel Donauturm, si sale su un'ascensore supersonico con tanto di maggiordomo che ti dà indicazioni sulla torre e la sua storia. All'ultimo piano della torre, becco una festa di non-so-che-cosa, piena zeppa di teenagers biondissimi e bianchicci... Mio Dio! Lunga vita agli Ariani!!!

Sulla terrazza all'aperto puoi farti portare via dal vento, oppure tenerti stretto ancorato ai tiranti di acciaio e cogliere una vista notturna delle luci di Vienna che mozzafiato è dire poco!

Visto che siamo in tema di foto e panoramiche notturne, verso le 23 ritorno alla Innere Stadt e visito gli altri luoghi culto, in fatto di effetti luminosi: il Rathaus ([ràthu:s]) il palazzo del municipio con le sue guglie gotiche molto affascinanti; il Parlament ([pàrlament]) ed il meraviglioso gioiello della notte, lo Staatsoper ([sta:dzò:per]). La vista dello Staatsoper dall'alto della Galleria Albertina non ha prezzo.

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