La Morte nel Cuore
Un titolo forte, ma penso che serva. La Svezia, dopo la Spagna, è stato il peggior paese da cui cominciare a guardarsi intorno, per comprendere lo stile di vita della comunità GLBT nel resto d'Europa. Dagli anni '90, in Svezia esistono le unioni civili, con tutele e doveri simili al matrimonio, ma non celebrate in chiesa. C'è il libero accesso all'adozione, il sostegno per l'abitazione, gli asili, la reversibilità previdenziale. .. C'è la possibilità di accedere alla fecondazione in vitro. Per la fine di quest'anno sembra ormai certa l'approvazione della legge sul matrimonio gay, da celebrare nelle chiese luterane con l'accordo delle autorità religiose. Proposta che vede ormai l'intero Riksdag (il parlamento) unanimemente d'accordo. Il Pride di quest'anno, a detta degli svedesi, è stato il primo a godere di una così ampia risonanza negli ambiti istituzionali del paese. Ovunque, dagli edifici del comune alle biblioteche, ai centri commerciali, ai luoghi storicamente e culturalmente rilevanti della città; ovunque sventolava una bandierina arcobaleno a salutare gli ospiti del Pride. L'intero Kulturhuset (il Palazzo di vetro della Cultura, che più che un palazzo è un intero isolato di Stoccolma) è stato dedicato all'evento e si è trasformato in Pride House, per accogliere mostre, conferenze, spettacoli a tema ed offrire supporto ai visitatori. Per l'occasione, la Flygbussarna, l'azienda del trasporto pubblico, ha decorato tutti i tetti dei bus con bandierine arcobaleno. Le biblioteche hanno allestito imponenti sezioni dedicate agli autori GLBT, ed ai libri rivolti agli adolescenti che si avvicinano al coming out nonché ai loro genitori che devono affrontare l'evento con gli opportuni strumenti. Stoccolma fa 1,6 milioni di abitanti. Alla sfilata c'erano 900000 persone. Hanno partecipato al Pride le associazioni omosessuali di studenti, medici, infermieri, poliziotti, pompieri e militari. Il giorno dopo, i principali giornali locali riportavano i servizi sul Pride in primissima pagina. Il titolo più ricorrente è stato: "Grazie, anche per quest'anno". Le foto che accompagnavano i servizi rappresentavano coppie gay che si baciavano o genitori gay con i bambini. Su un solo quotidiano, la foto delle drag queen la faceva da padrone. Sul volo di ritorno, il settimanale della Ryanair riportava un ampio servizio su Stoccolma e la settimana del Pride. Nel frattempo, nelle città italiane arrivava l'esercito. Potete trovare il servizio fotografico di questo indimenticabile Europride 2008 nella mia galleria online. |

































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