The USA Odessey - The Ultimate Episode
La verità è che sono una persona troppo calma. Proprio non ce la faccio a perdere la calma. Non so se sia un bene o un male. Però, tant'è. Questa è l'ultima puntata della nostra telenovela. L'unico commento della voce fuori campo è questo: che Alitalia fallisca e si tolga finalmente dalle balle. Perchè tra avere una compagnia di bandiera che è zimbello e barzelletta per tutti noi, nel resto del mondo, e non averla affatto; beh, preferirei la seconda chance. Che se le arrotolino nel cu***lo le salviettine tricolori dell'Italia! Al Liberty International Airport di Newark, aspettiamo il volo per Malpensa delle 10. E' stato spostato alle 10.30. Ci imbarcheremo alle 11 meno 10. Davanti a noi due americani: a parte il tipico aspetto di americano medio lardoso, con le mani unte di patatine e ketchup, uno di loro dice: "Che saranno mai due ore di ritardo! E' Alitalia!". Questa è la nostra fantomatica compagnia di bandiera. Potete dire che lo stereotipo non corrisponde al vero? Alla stessa ora, dovrebbe partire il volo per Roma Fiumicino; ma neppure Alitalia sa bene da quale gate imbarcheranno i passeggeri di quale volo. Ogni 10 minuti, i passaggeri dei due voli si alternano tra il gate 51 e il 56 (diametralmente opposti, nel terminal dell'aeroposto): sicchè siamo un po' come un enorme pendolo di gente, che si sposta a destra e a sinistra, ad ogni nuovo annuncio. Sarà una trovata per far dimagrire gli americani lardosi... Almeno quando viaggiano, così si muovono un po'... Raggiungiamo il punto fisso (prima del limite all'infinito, per fortuna) e ci imbarchiamo. Ultima fila di poltrone, prima della nuova stupenda dark room feature degli aerei Alitalia. Ci sono un po' di facce note: c'è il preticello che ci aveva accompagnato all'andata; c'è il un business man artigianale, fatto in casa... Alla fine ci si ritrova tutti, buoni vecchi compagni di sfiga! Il volo procede tranquillo, perfino la cena è decente. Hmm, stupefacente: abbiamo meno di 24000 ore di ritardo e magari riusciamo pure a prendere la coincidenza a Malpensa... Incredibile!!! Ma è Alitalia? No, dai: non può essere! Alla Malpensa, passiamo sullo straordinario velivolo per Pisa, un 2 metri x 0.5 con motori ad elica: forse è uno dei modelli usati dai fratelli Wright, o roba simile. Quando si accendono i motori, vibra come una lavatrice in centrifuga. Bah, tecnologia moderna... Prendiamo il nostro giornalino quotidiano, allacciamo le cinture... Io sono ancora una volta lato finestrino, quindi posso osservare tutto quello che avviene a terra. Ed ecco che l'arrosto comincia a bruciare e la puzza ci invade le narici: fuori, sotto di noi, c'è il trenino dei bagagli del volo (riconosco persino la mia valigetta col beauty-case! Ah! Che sollievo: almeno viaggerà con me!). Comincia il nastro registrato che ci parla delle misure di sicurezza dell'aereo; si accendono i motori; l'aereo si sposta in posizione di decollo; ma... Ma il carretto dei bagagli è ancora lì, fermo. Visto che il teletrasporto non esiste ancora, neppure per l'Alitalia, realizzo cosa sta succedendo: i voli sono puntuali, i pasti sono commestibili, i motori funzionano a modo... Ma i bagagli non arriveranno mai... Ahh, mio dolce beauty-case!!! Il caos ha separato ciò che io avevo meticolosamente unito... Neanche a dirlo, si arriva al Galilei, vado al nastro trasportatore, ma il presentimento ormai è certezza. Il mio bagaglio non è mai partito. Denuncia di smarrimento, prossimo possibile volo per i bagagli: ore 17.00. E poi dopo, ancora, ore 22.00. Sono in piedi da non mi ricordo più quanto. Ma non posso fare altro. Insieme al beauty-case, che è ben poca roba, rispetto al disastro che si sta prospettando adesso, viaggia mezzo magazzino Zara, souvenirs, buoni pasto, chiavi di casa, carte di credito, carica batterie, bancomat, fidelity card, patente codice fiscale tesserino sanitario elettronico. Qualunque cosa abbia una banda magnetica, sta nel bagaglio, sorvegliato dall'occhio vigile del mio dentifricio. In mano, ho solo il portatile (che lancerei volentieri tra le labbra dell'assistente Alitalia - il mio portatile pesa 4 kili con batteria e forse 4.5-5 considerando tutte le altre porcherie elettroniche che stanno nella borsa: dite che gli farà male?). Mi è rimasto solo un portatile, un adattatore US-resto del mondo, e il Passaporto. Sono dentro un incubo, ho capito! Aspettiamo che finisca, prima o poi mi sveglierò. Magari in realtà sono ancora sul volo da Newark, e sto compensando il jet-leg. Arriva il volo delle 17.00: qualche bagaglio viene raccattato, ma il mio manca ancora. Comincio a sentire l'ostilità del Divino, per aver condiviso il volo con il Predicatore. In qualche vita precedente devo essere stato molto (più) cattivo (di quanto non sia già stato in questa). Al karma non si sfugge. L'ufficiale mi spiega che spesso a Malpensa hanno il vizio di non rietichettare i bagagli, quando li imbarcano sui voli successivi a quello perso. In questo modo, è impossibile tracciare davvero il loro percorso. Bene -penso- fantastico! Adesso ho la conferma che qualcuno sta lavorando contro di me, in modo minuzioso e determinato. Vedo bagagli dappertutto: bagagli al pomodoro, bagagli fritti, hamburger con in mezzo il mio beauty-case... Era così vicino, sull'aereo, eppure ora così ineluttabilmente lontano. Torno a Pisa centrale. Prendo un autobus. Fortuna che il mio vicino di casa ormai s'è abituato, ai miei rientri senza chiavi: ogni volta, le dimentico da qualche parte, quindi non si scandalizza quando gli dico che sono chiuso fuori. Giunge il mio coinquilino, almeno mi do una ripulita e metto qualcosa sotto i denti. Chiamo ripetutamente il Servizio Bagagli del Galilei: mai nessuna news. Comincio a pensare all'irreparabile: ma la sola eventualità mi fa star male. E' come aver perso metà della propria identità. E' come togliere la conchiglia alla lumachina... Comincio ad intercedere presso il Divino, giurando di non aver mai condiviso nessuno dei falsi insegnamenti da fariseo del Predicatore. Venderei anche l'anima al Diavolo, in questo momento. Alle 23.40 squilla il cell: non riconosco la suoneria (i numeri sconosciuti hanno una brutta suoneria, quindi probabilmente è l'ufficio dell'Aeroporto): Signor Veraldi? Il suo bagaglio è arrivato. Domani le do un bacio. E' un'angelo. |

































1 comment:
ahahhah ben tornato in Italia Verà!! ho seguito le tue avventure come in una telenovela hahah!
besos desde España
Gluca ;)
Post a Comment