Derecha de l'Eixample y Barceloneta
Jueves - El Quinto Día. E' giunto il momento di dedicarci, almeno per una giornata, al grande genio di Gaudì. La mattina, dopo una abbondante (quanto rara) colazione in albergo (siamo riusciti a scendere dal letto prima che chiudesse il buffet! miracolo!!!), si sale sul nostro caro trenino Miramare et voilà: benvenuti a Barcelona Passeig de Gracia, la seconda strazione della Renfe più affollata della città. Qui bisogna aprire una piccola parentesi sugli Italiani a Barcelona. Sul treno, incontriamo un mezzo cannato, con gli occhi da tossicodipendente assiduo, che scopriremo poi essere di origini marchigiane. Si finge uomo raffinato e di cultura, a metà strada tra un artista ed una shampista: appena ci sente parlare italiano, attacca a raccontarci della sua vita e delle sue esperienze a Barcelona. Il tipo è davvero strano, ma tutto sommato tranquillo. Ci conferma l'esistenza di una enorme comunità di sfollati italiani, venuti a Barcelona in cerca del Paradiso in Terra per la comunità GLBTQ e ci dà delle preziose dritte sui posti da vedere e sui trattamenti speciali che ladri e criminali riservano ai turisti, come in tutte le grandi città superaffollate. Essere italiani a Barcelona è un po' come essere degli dei: persino la barista della stazione, durante una delle nostre tante colazioni consumate a mezzogiorno, ci adora e ci lusinga. Oh, Italiano! Voi siete mio amor!. E poi attacca a parlarci di quando quella volta è andata a Napoli, Nápoles, una ciudad fantástica, e ci confessa che verrebbe di corsa a vivere in Italia. Bah... proprio vero che chi ha il pane non ha i denti! E non riusciva proprio a spiegarsi perchè tutti gli italiani con cui parlava a Barcelona le confessassero che avrebbero messo la firma su una nuova vita a Barcelona... Non ci si accontenta proprio mai... Bando alle ciance, ora. Questa volta si batte la zona alla derecha de l'Eixample, tra la megalitica Avinguda Diagonál, la Passeig de Gracia e la Placa de la Sagrata Familia. I palazzi dalle facciate visionarie di Gaudì fanno capolino, uno dopo l'altro, tra la rigogliosa vegetazione ed i caratteristici lampioni dell'illuminazione pubblica sulla Passeig. Non resistiamo ad una piccola sosta nello sfarzoso negozio D&G e ad un rapido quanto gustoso pranzetto al volo nella tipica catena di paninoteche della spagna, dove i visitatori accaniti come noi posso gustare per pochi euro meravigliosi paninozzi, da smangiucchiare mentre si ammirano le attrazioni della città! Svoltiamo nell'Avinguda Diagonál e siamo già in rotta di collisione con la Sagrata Familia: le sue guglie dominano la città e cominciamo a vederle far capolino tra le cime dei palazzi tutt'attorno. Estremamente affaniscinante la chiesa del progetto originale, quanto stridente il contrasto con la parte più moderna, fedele sì al disegno mentale di Gaudì, ma certamente destinata a rimanere pura imitazione. L'assenza della mano dell'artista si nota evidente. Ma altrettanto affascinante è di certo il gruppetto di ragazzini che sostano, da bravi turisti, nel piazzale davanti alla chiesa: davvero una concentrazione incredibile di toretti, di tutti i paesi del mondo, tra cui spicca di certo un giovannotto biondissimo, la cui foto probabilmente finirà a breve come mega-poster nella mia camerina... per concialiarmi il sonno... Ma sù, forza! Qui si batte la fiacca! E' tardissimo e dobbiamo ancora visitare tonnellate di monumenti! Si corre verso la Placa de Toros Monumentál, questo enorme circo dalle decorazioni un po' kich, che dev'essere stato teatro di inaudite violenze; la Torre Agbar, che senz'ombra di dubbio merita d'esser vista di notte, coi suoi caratteristici giochi di luci e colori. Ed ecco che finalmente scivoliamo verso la Metro e si sbarca alla Barceloneta, la mitica spiaggia del golfo di Barcelona. La Villa Olimpica, col suo pesciolotto di acciaio inox che svetta sul fondo del lungomare; il centro di ricerca biomedica; il Parc de la Ciutadella col suo verde sconfinato... Mio dio! E' una girandola di posti e meraviglie da scoprire! Per non parlare del Chiringuito, altro simbolo principe della ciudad: il caratteristico palazzetto di scatoline sovrapposte e sconnesse, che si affaccia sulla spiaggetta della Barceloneta... Ormai è tardissimo e dobbiamo prendere la Metro per il ritorno. A Passeig de Gracia, però, visto che ce la siamo presa un po' comoda, oggi... beh... perdiamo il tremo Miramare per Sitges. Nooooooooo!!! Il prossimo arriva alle 20.40!!! Oddio... i miei piedini non resisteranno mai... E come se non bastasse, dopo aver fatto milioni di kilometri in giro sotto il sole per Barcelona, adesso ci tocca anche lo sconfinato, lunghissimo, interminabile corridoio sotterraneo che ci porta dalla stazione della Metro alla Renfe di Passeig de Gracia: kilometri e kilometri sotto terra, con un filino di aria condizionata che ti dà il colpo di grazia... Quasi si cammina di più sotto che sopra!!! E poi dico, cavolo... Ma che bisogno c'è di mettere pure le stazioni del treno sottoterra! Non bastava la linea metropolitana? Quei tunnel lunghissimi, e senza mai vedere il sole, neppure mentre aspetti il prossimo treno... Da spararsi! Comunque, la stazione è gremita di gente. C'è persino un gruppetto di turisti tedeschi che arrancano qualche frasetta in mezzo globbish per farsi spiegare come si legga la tabella degli orari della Renfe! Dovevano andare a Salou... Che razza di città sperduta è Salou??? Però il tipo con cui parlo è davvero un figone da paura!!! Gira voce che i tedeschi abbiamo un sapore particolare... Non è che forse è il caso che vi ci accompagno, a Salou, eh??? Ci fiondiamo sul trenino per Sitges. La nottata scivola via tra un'abbondante cena (finalmente! mangerei anche un toro intero!) e due salti al Mediterraneo, un graziosissimo locale di prima fascia, dove l'intreccio dei corpi e dei pettorali palestrati... ahhh, non fatemi ricordare, vi prego!!! Barcelona, voglio tornareee!!! Para tomar las fotos de este día, puedes chascas aquí, por favor. |
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