Citatio diei
Ecco un pensiero profondissimo di un grande bastardo, uno scrittore controverso, dalla vita sregolata e sconquassata... l'Esteta per definizione: Oscar Wilde.

Quanto sono fortunati gli attori!
Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia, o nella commedia,
se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime;
non così nella vita vissuta.

La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti,
per le quali non hanno alcuna inclinazione.
Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono male distribuite.

L'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria;
dategli un maschera e vi dirà la verità.

Oscar Wilde - Aforismi

Friend Test
Ricordo, a chi ancora non lo avesse fatto (bastardi!!!), che e' di vitale importanza per la vostra sopravvivenza fisica, psichica e morale, compilare il mio magnificissimo
FrocioNotizie
Wednesday, November 22, 2006

Siamo tutti là fuori...



Il Mamamia. Il mio primo locale gay, dove ho fatto il mio magistrale ingresso nella vita di società.

Dio mio, quante notti, quanti finesettimana passati a ricaricarsi, a fuggire in quel mondo-altro per poi scoprire che piano piano, più passa il tempo più quel mondo ti invade, ti conquista, ti cattura... Perché il Mama ti travolge ed è una valanga che non puoi fermare, una volta scoperta. Ti travolge fino a diventare inscindibile da te stesso. Un mondo che non è parte integrante della tua vita, ma è la tua vita stessa.

Perché col tempo hai imparato ad esportare quell'originalità, quella voglia di vivere, quella travolgente simpatia e calorosità nella tua vita di tutti i giorni, per colorare un po' di arcobaleno il grigiore del lavoro, della città, della ripetitività quotidiana, di tutto ciò che non è Torre del Lago.

Il Mama è un locale dove i gay non vanno per scopare, ma per trovare amici, per chiacchierare, per conoscersi. E questo light-motif è stato fondamentale agli occhi di una persona come me, lontana anni luce dagli stereotipi del frocetto medio, per convincermi ad avvicinarmi finalmente a qualcosa che somigliasse all'ambiente.

Il famoso ambiente gay, che sembrava ai miei occhi un universo a parte, emarginato e ghettizzato per sua intrinseca natura. E invece ecco: Torre del Lago, una realtà integrata (più o meno... almeno a priva vista: perché poi, si sà, i problemi ci sono, eccome; e l'integrazione non è che un punto fisso, a cui si tente costantemente e mai si raggiungere a pieno). Un realtà in cui i gay sono essi stessi il tessuto della società, sono il fluido vitale di quel piccolo sperduto comune. Se qualcuno ha osato paragonare Torre del Lago a Sitges ci sarà stata pure una ragione.

La terra promessa. Già. Se c'è stata una cosa che il Mama mi ha regalato, mi ha saputo insegnare è stata questa: che non c'è bisogno di rifugiarsi il sabato sera in un posto, in un locale, in un ghetto per poter vivere la propria vita. Perché è la nosta vita e non può andare in onda solo il sabato sera al Mama o all'Hub.

Il Mama mi ha insegnato l'orgoglio di essere ciò che sono. Quasi una terapia psicologica, per farmi aprire gli occhi finalmente sul mondo che mi appartiene e completare quel lungo, faticoso processo verso l'accettazione di sé.

Se ora, a distanza di due anni, vado in giro per strada a testa alta, con la spilletta a forma di fiocco rosso e il laccetto del Mamamia penzoloni dai jeans; se oggi non ho paura né vergogna di passeggiare mano nella mano con il mio ragazzo... beh, devo ringraziare anche quella realtà che mi ha fatto nascere per la seconda volta.

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