Voglia di Pride!
Quando si comincia, c'è poco da fare: bisogna andare fino in fondo. E allora, dopo aver fatto il nostro trionfale ingresso nei locali trendy della Versilia ed aver partecipato entusiasti al nostro primo Mardì Gras, mi sono detto - "Perché non andiamo per una volta a vedere anche questa grande festa del Gay Pride Nazionale?" Per come se ne parlava al Tg4, ogni anno, era un trionfo di tutte le perversioni possibil ed immaginabili, un momento in cui tutta la città assisteva impotente ad una invasione di bestie non meglio catalogate che sfidavano il comune senso del pudore ed offendevano la sensibilità già troppo delicata dei catto-bigotti. Beh, certo, direte voi, il Tg4 non è mica un telegiornale: è più alla stregua di Verissimo o di riviste come Novella 2000. Però non nego che mi facevo ancora abbastanza condizionare dalle stronzate che sentivo in televisione. Perché ancora non sapevo, non avevo vissuto sulla mia pelle. E quindi non ero in grado di dare un giudizio razionale. Quell'anno il Pride era organizzato a Grosseto. Quale momento e quale occasione migliore di questa per prendervi parte! Praticamente me lo facevano sotto casa!!! Quel sabato, mi libero da tutti gli impegni, mi ristrutturo un pochino, come per tutte le mie comparse in pubblico (ho una certa immagine da mantenere) e parto per Grosseto. Tralascerò di raccontare qui tutto tutto quello che successe su quel treno: questo dev'essere un racconto, non la telecronaca della mia vita, minuto per minuto... E un racconto può permettersi il lusso di dribblare taluni particolari... Limitiamoci soltanto a dire che il Gay Pride, in realtà, quel giorno era già cominciato, in tutti gli scomparti dei vagoni di quel treno per Grosseto... Fatto sta che conobbi un po' di persone, in compagnia delle quali rimasi per il resto della giornata a Grosseto (con mio grande stupore, perché davvero non immaginavo potesse essere così semplice tromb***are con un perfetto sconosciuto: stavo per scoprire fino in fondo il livello della mia troiaggine, rimasto fino ad allora latente). Cercammo il punto di concentramento previsto per l'inizio della sfilata, cartina di Google Earth alla mano, come sempre. La sfilata fu un grande divertimento! C'erano persino i carri del Mamamia e degli altri locali friendly della Versilia, c'era Regina coi suoi vestiti chiccosissimi; e con mia grande sorpresa c'erano, oltre alle delegazioni delle associazioni gay, lesbiche e trans di tutta Italia, anche un fottío di turisti e di ospiti stranieri... Cominciando a sfatare i falsi miti che la televisione aveva contribuito a creare intorno a manifestazioni simili e, più in generale, intorno a tutto l'universo omosessuale, stavo ora toccando con mano una delle caratteristiche (di quelle vere, però, stavolta) del movimento omosex: la sua intrinseca natura globale, internazionalizzata. Sarà forse perché tutti gli individui che appartengono a minoranze esibiscono un forte istinto a fare gruppo, a sostenersi reciprocamente. Sarà che questo è particolarmente vero quando si è anche vittime di umiliazioni, soprusi e discriminazioni. Fatto sta che esiste un unico movimento gay, che non ha barriere di colore, di cultura, non ha confini nazionali. E' solo spezzettato in tanti gruppetti autonomi locali, che però, quando serve, sono pronti a farsi un tutt'uno, per emergere dalla quasi totale invisibilità. Finita la festa della sfilata, coi suoi coloratissimi partecipanti, si sono aperti i dibattiti pubblici, e la vendita dei gadgets del Pride. Niente (o molto poco, diciamo la verità) di quello che certe persone credono tuttora debba avvenire ad un Gay Pride è accaduto di fatto, in quell`occasione, né in tutti gli altri Pride cui ho avuto l'onore di partecipare, in seguito. Evidentemente c´è qualche bugiardino lí fuori, insieme a voi che leggete... I Gay Pride, come il Friendly Versilia Mardì Gras, sono diventati, da quel momento in poi, appuntamenti a cui non posso più mancare, per nessuna ragione al mondo. Sono un po' come le feste comandate: che palle, ogni volta che stanno per avvicinarsi, ma poi quando sono arrivate, è sempre, inevitabilmente, una grande festa. E scandiscono un po' la vita di ogni bravo omosessuale praticante. Se non vuoi andare all'Inferno, non perdere un Pride e renditi visibile, giorno dopo giorno. Questo è il Comandamento :-). In realtà il primo Pride non è stato in sé nulla di straordinario (a parte il viaggio di andata/ritorno e la compagnia un po' particolare...). Ma quello di Roma, oh mamma! Roma, la città eterna; Roma la città imperiale, la città del Colosseo, del Fori; la città che ogni pietruzza è un millennio di storia da scoprire... Roma è la mia città. Non potrei mai attraversare via dei Fori Imperiali e arrivare al Colosseo senza scoppiare in lacrime per quel tripudio di bellezza e fascino che certi monumenti evocano. Quindi, immaginate un po' voi cosa dev'essere stato sfilare e veder sfilare in arcobaleno questo serpentone di ragazzi sotto le mura del Colosseo. Uno spettacolo indimenticabile. E poi le feste al Muccassassina, la calorosità proverbiale de' romanacci de' Roma... Un'altra X nell´elenco delle cose da fare assolutamente prima di morire. |

































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